DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
matteo renzi pier carlo padoan
Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica”
….. Riforma a parte, i riflettori sono ormai puntati sulla commissione di Vigilanza.
Dopo la lettera con cui il ministro dell’Economia Padoan ha chiesto di procedere al rinnovo del cda, l’ufficio di presidenza si è riunito per decidere i tempi. La riunione si è aperta con l’appello del presidente Roberto Fico (M5S) a non forzare i tempi, a scegliere i nuovi consiglieri con procedure nuove e trasparenti. Il Pd, però, ha risposto che non c’è tempo.
Si è arrivati al voto per la prima volta in due anni e a grande maggioranza (con i voti di Pd, Ncd e Forza Italia) sono passate le tappe forzate.
Carlo Vanzina Cicci e Giuliano Adreani
La Vigilanza comincerà a votare martedì. Per com’è fatta la legge Gasparri, il Pd potrebbe arrivare ad avere 4 consiglieri, Forza Italia uno, i 5 stelle uno, mentre un altro dovrebbe accontentare Ncd, Lega, Fratelli d’Italia e autonomie. Tutto, però, dipende dagli equilibri che si troveranno in commissione.
Tra i nomi che circolano ci sono Giuliano Adreani (dirigente Mediaset) e la conferma di Antonio Pilati per il centrodestra. Ma qualcuno fa una battaglia per il presidente dell’Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino. Poi Pietrangelo Buttafuoco, Irene Tinagli, Ferruccio De Bortoli, Bianca Berlinguer. Nel mondo dei 5 stelle qualcuno ritira fuori la giornalista Milena Gabanelli, ma ufficialmente la versione resta: «Vedremo ».
Come presidente di garanzia, invece, un nome su cui i democratici cercheranno convergenze è quello del presidente dell’Ansa Giulio Anselmi. Mentre come direttore generale restano in corsa Andrea Castellari (Mtv Italia), Marinella Soldi (Discovery), Andrea Scrosati (Sky) e Patrizia Grieco, presidente di Enel, dove - fa sapere - si trova benissimo.
Matteo Renzi avrebbe già sentito qualcuno, ma starebbe ricevendo anche dei no. Ci sono due problemi: il primo è il compenso, che in un’azienda pubblica difficilmente raggiungerà quello di società internazionali dei calibro di Viacom. L’altro, il mandato: con una riforma ancora da approvare, questo cda potrebbe essere a tempo. Un rischio che, per chi ha già incarichi di prestigio, potrebbe rivelarsi troppo alto.
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