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“SALVINI E’ UN DON ABBONDIO” - DAL PALCO DELLA LEOPOLDA, RENZI RISPONDE AL LEGHISTA CHE HA TIRATO IN BALLO I GUAI GIUDIZIARI DEI SUOI GENITORI AL COMIZIO DI PIAZZA SAN GIOVANNI: “E' IL CLASSICO TIPO CHE NON TI DICE LE COSE GUARDANDOTI NEGLI OCCHI. ANCHE PERCHE' GLI AVREI RISPOSTO IN MODO FERMO E GLI SAREBBE PASSATA LA VOGLIA DI DIRE CERTE COSE...HA DETTO CHE I MIEI GENITORI NON SONO INCENSURATI, MOSTRANDO DI NON CONOSCERE LA COSTITUZIONE..." - VIDEO
"Pensavo fosse Don Rodrigo, invece Matteo Salvini è un Don Abbondio, decisamente peggio". Matteo Renzi chiude la Leopolda con un comizio di 50 minuti, di cui la metà abbondante è dedicata al leader della Lega, insultato con frasi come questa: "È il classico tipo che certe cose non te le dice guardandoti negli occhi".
Sul palco della stazione fiorentina, Renzi rispolvera i toni già esibiti nel faccia a faccia di martedì scorso da Bruno Vespa a Porta a porta, ma stavolta Salvini non può ribattere. Dalla piazza romana di San Giovanni il Capitano ha citato i guai giudiziari dei genitori dell'ex premier, leader di Italia Viva. "Gli avrei risposto in modo molto fermo e gli sarebbe passata la voglia di dire certe cose...", ribatte a muso duro Renzi. "Ha parlato dei miei genitori dicendo che non sono incensurati, mostrando di non conoscere la Costituzione. Chi è in attesa di giudizio è incensurato, chi e' stato condanno per oltraggio a pubblico ufficiale non è incensurato".
Poi, passando alla "politica": "C'è una frase che dice: Ma come, tu ti fai fregare da uno che ha il 4% e fai il leone? Goditi il Papeete omonimo, che a governare il paese pensiamo noi". Di fronte ai suoi sostenitori, ammette la natura del ribaltone di Ferragosto: "Quelli che non cambiano mai idea amano se stessi più che la verità. Nessuno può dubitare del fatto che noi ci amiamo, ma di fronte al diktat del Papeete di Salvini potevamo scegliere di andare a votare con la certezza che il Paese sarebbe finito nelle mani dei sovranisti, con tre mesi di campagna elettorale di Salvini in costume. Di fronte a questo diktat l'alternativa era una sola: politica. Loro dicono andiamo a votare per coerenza, ma si chiama masochismo. Avremmo dato l'Italia a Salvini e a sovranismo. Sì, io ho cambiato idea in nome dell'Italia"
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