salvini renzi

RENZI & SALVINI, I VOLTAGABBANA DEL TAV - I DUE OGGI STREPITANO A FAVORE DELL’ALTA VELOCITÀ MA QUALCHE ANNO FA LA PENSAVANO DIVERSAMENTE - LA LEGA ERA CON LA POPOLAZIONE DELLA VAL SUSA: “BISOGNA CAPIRE LE RAGIONI DELLA PROTESTA” - E DA “ROTTAMATORE” MATTEUCCIO DICEVA: “OGGI NON FAREI LA TORINO-LIONE, MANCA UNA VISIONE PAESE”

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Lorenzo Vendemiale per il “Fatto quotidiano”

 

matteo salvini pollice verso a renzi

Tutti a bordo: il Tav non dev' essere fermato e sono in tanti a voler salire sul treno che oltre all' alta velocità garantisce affari, commesse e interessi vari. In prima linea la Lega di Matteo Salvini, pronta a lanciare un referendum se il governo dovesse bocciare l' opera sulla base dell' analisi costi-benefici. Oppure il Pd (ancora) di Matteo Renzi, che spera in una ripartenza, sua e dell' infrastruttura.

 

Ieri manifestavano tutti a Torino, ma non deve sorprendere ritrovarli l' uno a fianco all' altro nel flash mob delle madamine: sono gli stessi che nel corso degli anni hanno cambiato idea più volte. La Lega, del resto, ha una lunga tradizione a riguardo. Se si torna indietro nel tempo, a cavallo tra Anni Novanta e Duemila, si ritrovano vecchi volantini in cui lo stemma del Carroccio è associato agli slogan dei comitati anti-Tav.

MATTEO SALVINI E MATTEO RENZI

 

Una Lega Nord ruspante, molto più di lotta che di governo, si schiera contro l' opera, prima di lasciarsi convincere da Berlusconi a passare sul fronte opposto una volta al governo col centrodestra. Non sarà l' unico ripensamento. "I lavori della Torino-Lione devono andare avanti solo se saranno garantiti gli standard di sicurezza e sarà tutelata la salute". Siamo a fine 2005 e stavolta a mettere in dubbio l' alta velocità è Roberto Cota, allora segretario regionale, che sarebbe poi diventato governatore del Piemonte e grande sostenitore dell' infrastruttura.

 

salvini renzi

Il governo di centrodestra è agli sgoccioli e così si capisce il cambio di linea. Sul quotidiano di partito La Padania cominciano ad uscire una serie di editoriali sempre più sferzanti, nelle agenzie rimbalzano le dichiarazioni dei principali leader dell' epoca. Come ad esempio Roberto Maroni, che da ministro dell'Interno nel 2011 avrebbe elogiato l'operato delle forze dell' ordine negli scontri di Chiomonte, ma qualche anno prima giustificava la rivolta delle popolazioni locali: "Non si può mandare la polizia e basta, bisogna capire le ragioni della protesta".

 

alberto perino no tav

Prima pro, poi contro, ora di nuovo d' accordo. Per decifrare l' opinione ondivaga dei leghisti basta guardare la loro posizione in Parlamento: tendenzialmente a favore se al governo (e possono magari beneficiare dalla sua realizzazione), contrari se all'opposizione. Sarà forse anche per questo che Matteo Salvini ora che è vicepremier e uomo forte dell' esecutivo gialloverde, ha deciso di guidare il partito pro Tav.

 

NO TAV

Un ruolo che prova a contendergli Matteo Renzi, altro campione di giravolte, che prova a rilanciarsi come uomo del fare. Ai suoi esordi sulla scena politica nazionale, quand' era ancora rottamatore, non aveva invece esitato a schierarsi sul fronte dei contrari: "Oggi non farei la Torino-Lione, manca una visione Paese", postava su Twitter, beccandosi la risposta piccata di Stefano Esposito, che nel giro di qualche anno sarebbe diventato un suo fedelissimo in Parlamento. "Lo Stato deve uscire dalla logica ciclopica delle grandi infrastrutture e concentrarsi sulla manutenzione delle scuole e delle strade. La Tav non è dannosa, rischia semplicemente di essere un investimento fuori scala e fuori tempo", scriveva senza appello in suo libro nel 2013.

 

NO TAV

Sono passati 5 anni, il Tav praticamente è ancora allo stesso punto ma lui ha cambiato idea: del resto le manifestazioni "sì Tav" sono state tra i pochi momenti felici per il Pd degli ultimi mesi. E così anche ieri Renzi ha schierato in piazza Castello il suo candidato alla segretaria, Maurizio Martina, per poi esultare sui social: "Oggi Torino dice sì al futuro. Basta con quelli che vogliono bloccare l' Italia: chi ferma la Tav, ferma la crescita. Grazie Torino". Quasi una conversione sulla via di Damasco. Anzi, di Lione.