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DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER…
1.”Nessuno scandalo ma scelta inopportuna”
Cesare Martinetti per “La Stampa”
Dal cotechino per la cena in famiglia di San Silvestro a palazzo Chigi, al volo di Stato per moglie e figli a Courmayeur. L’ultimo dell’anno è l’occasione ideale per un agguato al presidente del Consiglio. Nel 2011 fu il leghista Calderoli ad affondare la polemica contro il professor Monti.
Ieri sono stati i grillini a prendersela con Renzi per aver portato la famiglia in Val d’Aosta con un volo di Stato. Allora come ieri la replica di palazzo Chigi è stata puntuale e circostanziata. Il professor Monti ci fece sapere che era stata la moglie signora Elsa ad aver acquistato (con tanto di scontrini esibiti) e poi cucinato personalmente tortellini e cotechino. Ieri la nota della presidenza del Consiglio ci ha dato i conti pagati personalmente dal premier per noleggio di sci, skipass, pranzi nei rifugi. Tutto a posto? Non tanto.
Va da sé che capi di Stato e di governo hanno il dovere - oltre che il diritto - di farsi proteggere. Un attentato alla loro sicurezza e a quella dei loro stretti famigliari è un attentato alla sicurezza di tutti. Nessuno rimprovererebbe mai al presidente degli Stati Uniti di raggiungere Camp David per il weekend in famiglia con moglie, figli e cane presidenziale a bordo dell’elicottero della Us Navy. Il frequente uso dei Tgv da parte dei presidenti francesi (eccetto Sarkozy) va nella rubrica patriottismi più che in quella della modestia. Così come i voli low cost usati talvolta dai premier inglesi Tony Blair e David Cameron sono sempre parsi più esibizionismi che altro.
Ma i simboli, anche se inevitabilmente bugiardi, sono importanti. Se Francesco, che conosce i cuori degli uomini, si sposta per Roma e nel mondo in utilitaria, Matteo Renzi, che conosce le furbizie della comunicazione, non doveva portare moglie e figli a sciare con l’aereo di Stato. Non per populismo - che già abbonda a dismisura - ma per quel buon gusto di cui c’è invece un enorme bisogno.
2. “Matteo, vacanze di Natale a spasso sul volo di Stato”
di Valeria Pacelli e Tommaso Rodano per “Il Fatto Quotidiano”
Vacanze di Natale a Courmayeur, col volo di Stato. Non è un cinepanettone, il protagonista è Matteo Renzi. Il premier, dopo la missione in Albania, ha raggiunto la Val d’Aosta per qualche giorno di riposo sugli sci, a bordo di un Falcon 900 dell’Aeronautica militare. Palazzo Chigi non nega, ma ribatte: “Abbiamo rispettato tutti i protocolli di sicurezza”. Ed è vero, perché il premier ne ha diritto. Prendere un’auto o un treno invece che un aereo di Stato, per andare in vacanza è una questione di opportunità e discrezionalità. A differenza di Renzi, per esempio, Enrico Letta per le ferie di Natale da presidente in carica andò a Trieste con un volo di linea.
A SOLLEVARE la polemica, il M5s tramite una denuncia partita ieri pomeriggio, alla quale farà seguito un’interrogazione parlamentare. Il primo a pubblicarla è il deputato Paolo Romano sul suo blog, subito ripreso da Carlo Sibilia, membro del “direttorio” pentastellato. “Martedì 30 dicembre del fu 2014 – si legge nell’articolo – un Falcon 900 della flotta di stato solca i cieli del Mediterraneo. Riporta a casa da Tirana il nostro SuperPremier. Secondo i piani di volo il Falcon dovrebbe far rotta su Roma, ma evidentemente il premier ha fretta. Deve andare in vacanza. (...) Quindi anche il Falcon si deve adeguare. Dirottato su Firenze, imbarca moglie e figli del presidente del Consiglio e riparte alla volta di Aosta. Il Falcon con Renzi e famiglia atterra alle 21,25 sempre di martedì. Vacanze a Courmayeur. All’insegna del risparmio ovviamente. Di chi? Di Renzi e famiglia che alloggia nella caserma degli Alpini a spese della comunità (noi)”.
matteo renzi foto mezzelani gmt301
Romano, sul suo blog, allega i piani di volo che dimostrano il percorso del volo di Stato. Parte da Tirana, dove Renzi ha incontrato il premier albanese, passa poi per Firenze (dove sosta per far imbarcare la famiglia del presidente del Consiglio) e atterra all’aeroporto Corrado Gex della Valle d’Aosta. Una struttura – come denunciano gli attivisti locali del Movimento 5 stelle – in stato di degrado e abbandono, che non serve voli di linea da anni.
“Quanto è costato – si chiede il deputato del M5s – questo volo di stato in missione vacanza? (...) Un Falcon quando si muove ha un costo notevole (euro 9000 all’ora)”.
DOPO qualche ora, il presidente del Consiglio replica su Twitter: “Gli spostamenti aerei, dormire in caserma, avere la scorta, abitare a Palazzo Chigi – scrive Renzi – non sono scelte ma frutto di protocolli di sicurezza #regole”. Poi Palazzo Chigi entra nel merito con una lunga nota: “Il presidente del Consiglio non ha raggiunto Aosta con il volo di Stato con cui si è recato a Tirana, in visita ufficiale in Albania (regolarmente atterrato a Roma), ma con un Falcon 900 (quindi con un altro volo di Stato, ndr), nel pieno rispetto della normativa e dei protocolli di sicurezza. Ciò riguarda anche la famiglia del premier quando si muove con lui, sottoposta agli stessi obblighi di sicurezza e a norma di legge; per quanto riguarda l’alloggio in caserma (...) il presidente del Consiglio ha regolarmente pagato il dovuto per sé e per i suoi familiari”.
matteo renzi foto mezzelani gmt297
La spiegazione non persuade i 5 stelle. Per Carlo Sibilia “Renzi deve restituire agli italiani i soldi spesi per farlo andare in vacanza. È l’ennesimo atteggiamento alla Marchese del Grillo: ‘io sono io, e voi non siete un c...o’”. Per il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio “sono atteggiamenti come quello di Renzi ad alimentare il menefreghismo di Stato”.
Ma cosa dice effettivamente la direttiva di Palazzo Chigi sulla disciplina dei voli di Stato che definisce anche “i protocolli di sicurezza” in tutela delle massime cariche della Repubblica? All’articolo 1, comma 2 è scritto che “il trasporto aereo di Stato è sempre disposto (...) per garantire il livello di sicurezza o il trattamento protocollare connesso al rango della carica rivestita”.
TUTTAVIA, l’articolo 7 della stessa direttiva specifica i criteri generali da seguire prima di concedere l’aereo blu (l’ultima parola spetta alla segreteria di Palazzo Chigi): “Il trasporto di Stato è disposto secondo criteri di economicità e di impiego razionale delle risorse, previa rigorosa valutazione dell’inopportunità o della non convenienza dell’impiego di differenti modalità di trasporto, ovvero previa verifica delle specifiche esigenze di alta rappresentanza connesse alla natura della missione istituzionale supportata”. Trattandosi di vacanze, pur riconoscendo la prerogativa del premier alla tutela della sicurezza, questi criteri di “economicità e impiego razionale delle risorse” sono stati rispettati?
3. “Tutti gli ospiti dello strapuntino blu”
Val. Pa. e To. Ro. per “Il Fatto Quotidiano”
Stavolta è toccato a Matteo Renzi. Ma la polemica sui voli di Stato ricorre spesso nella politica italiana. L’uso degli aerei blu è legittimo: in base alla direttiva del 2008, modificata 3 anni dopo, ne hanno diritto le massime cariche dello Stato e i ministri per le funzioni istituzionali. È anche vero, però, che dipende dalla discrezionalità dei destinatari scegliere di prendere un treno o un aereo di linea, soprattutto per le brevi distanze. Spesso non succede. Una delle più recenti polemiche sui voli blu riguarda il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, finita sotto inchiesta per peculato d’uso dalla procura di Roma, che ha rimandato gli atti – con la richiesta però di archiviare – al Tribunale dei ministri.
Per la Pinotti – come rivelato e documentato dal Fatto – il caso è diverso: il ministro era finito nell mirino del M5s non per un volo di Stato, bensì per un volo di addestramento programmato dal 31esimo stormo dell’Aeronautica, un Falcon 50, che il titolare della Difesa ha utilizzato per farsi accompagnare a casa a Genova. Era il 5 settembre scorso e la Pi-notti stava tornando da Cardiff con il ministro degli esteri, Federica Mogherini, e con Matteo Renzi. Su un Airbus i tre arrivano prima a Firenze, dove Renzi scende. La Pinotti e la Mogherini continuano verso Roma e qui su un volo ‘di addestramento’ sale il ministro della difesa che la porta direttamente a casa, a Genova.
ADESSO,a decidere se si tratti di un volo programmato ‘su misura’ per la Pinotti, sarà il tribunale dei Ministri. Tra gli ex premier, anche Mario Monti è stato “vittima” di un volo di Stato. Il 19 settembre 2012, usò un aereo blu per andare a Milano al compleanno di Luigi Guatri, vicepresidente dell’Università Bocconi. Allora Monti si giustificò dicendo che a Milano c’era anche un “incontro riservato” in prefettura. Al professore va comunque dato atto che proprio durante il suo governo sono stati ridotti i voli di Stato: nel 2010 tra Airbus e Falcon ammontavano a ben 10.640 ore di volo. Con Monti, sono calati a 6.069 ore. Molto meno rispetto al passato.
Silvio Berlusconi è stato indagato dalla Procura di Roma anche per abuso d’ufficio e peculato (poi archiviato dal Tribunale dei Ministri) per alcuni voli verso la Sardegna, sui quali salivano anche amici e ospiti delle sue feste a Villa Cerosa. In passato, ad approfittarne, sono stati spesso diversi ministri, come Roberto Calderoli e Michela Brambilla. Entrambi indagati quando erano al governo per aver dichiarato esigenze istituzionali inesistenti – secondo i magistrati – pur di ottenere un volo di Stato. Alla fine sono stati salvati dal diniego dell’autorizzazione a procedere da parte del parlamento. Il primo della serie fu Clemente Mastella. Prese un volo blu (da 20 mila euro) per volare a Monza a vedere il Gran Premio di Formula Uno. Rispose che era una “visita ufficiale”
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