DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Estratto dell’articolo di Giuseppe Pipitone per “il Fatto quotidiano”
Se Matteo Renzi dovesse essere eletto a Bruxelles sarà costretto a mollare i suoi redditizi incarichi extra-parlamentari? L’interrogativo ha ricominciato a circolare dopo che il leader d’Italia Viva ha ufficializzato la sua candidatura alle Europee.
Come è noto, infatti, Renzi siede nel board del Future Investment Initiative Institute, finanziato dal fondo sovrano dell ’Arabia Saudita: negli ultimi anni la sua partecipazione a eventi col controverso principe Mohammed bin Salman ha provocato roventi polemiche.
Anche grazie a queste attività, nel 2023 l’ex premier ha dichiarato 3,2 milioni di euro. Un reddito dorato, al quale non è detto che dovrà rinunciare in caso di elezione. “Non ho paura a candidarmi, rispetterò totalmente e pedissequamente il codice etico del Parlamento Ue. Non ho mai fatto attività di lobbying e ho sempre dichiarato tutto in maniera trasparente”, ha già fatto sapere l’ex rottamatore.
A differenza del Senato, infatti, per gli eletti in Ue esistono tutta una serie paletti in materia di trasparenza. In caso di elezione, Renzi dovrà dichiarare l’entità del suo patrimonio, specificando tutte le retribuzioni extra, superiori a 5 mila euro. Inoltre sarà obbligato a comunicare le attività svolte nei tre anni precedenti all’elezione, compresa la partecipazione a Cda di imprese o enti.
“Il problema […] è che ancora oggi ai parlamentari è consentito svolgere altri lavori durante il mandato […]”, spiega Federico Anghelè, direttore di The Good Lobby, ong che si batte per la trasparenza nei processi politici. Ai deputati è consentito avere incarichi extra, a patto di non svolgere “attività di lobbying remunerate, direttamente connesse al processo decisionale dell’Ue ”.
MATTEO RENZI ALLA KERMESSE DELLA FONDAZIONE FII INSTITUTE
La stessa cosa vale per i conflitti d’interesse che si configurano quando il deputato può “essere influenzato da motivi familiari, affettivi o da interesse economico, o daqualsiasi altro interesse privato”. “Questo è il nodo principale: chi decide se gli impegni di Renzi in Arabia rappresentano un conflitto d’interessi, un’ibrida attività di lobbyng o se invece sono assolutamente leciti, come sostiene il diretto interessato?”, si chiede Anghelè.
[…] Per punire le violazioni del codice esistono vari tipi di sanzioni, stabilite da un comitato di 8 deputati: si va dallo stop all’indennità di soggiorno alla sospensione della partecipazione alle attività del Parlamento, fino alla revoca degli incarichi interni. Pene anche per chi accetta regali di un valore superiore a 150 euro. Una soglia che non vale per il rimborso delle spese di viaggio nel caso in cui i parlamentari accettino inviti “nell ’esercizio delle loro funzioni a eventi organizzati da terzi”. Chissà in questo caso come sarebbero considerate le trasferte in Arabia.
FEDERICO ANGHELE mohammed bin salman e matteo renzi il murale a roma 3RENZI D ARABIA - BY MACONDO MATTEO RENZI. MATTEO RENZI - 2LAWRENZI D'ARABIARenzi con bin Salman nell’opera di Harry Greb apparsa a Roma
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