
QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? È SUCCESSO ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O…
Francesco Battistini per âIl Corriere della Sera'
«Buongiorno, qui è Radio Leopoli. Sono passate ottanta ore e non l'hanno ancora preso...». Il mattino ha lui in bocca e per i deejay non c'è paura della secessione o del futuro che batta la domanda delle domande: dov'è?
L'ultima apparizione conosciuta di Viktor Yanukovich, wanted, è un video diffuso sabato quand'era al confine russo di Kharkiv: la rabbia trattenuta per il «golpe», l'appello agli amici che già latitavano più di lui, l'occhio che guardava nervoso fuoricampo... «Dov'è?», chiede la polizia ad Andriy Kliyuev, il capo staff compagno di fuga: l'uomo riappare in ospedale, ferito da misteriosi proiettili alle gambe mentre in macchina stava rientrando dalla Crimea alla sua casa di Kiev, già devastata dal popolo inferocito. «Dov'è?».
«Non lo so», risponde l'omertoso Andriy: ci sarebbe stata una lite, l'immancabile accusa di tradimento, l'inevitabile vendetta... «Abbiamo una proposta per trovarlo - nasce un hashtag, un migliaio di follower -. Se ogni ucraino dà 10 grivnie, un euro, ci sarà una taglia da 40 milioni sulla sua testa...». #uneuroatestaeloprendiamo. La grande caccia continua. Il nuovo procuratore emette un mandato per omicidio di massa: un'ottantina di morti, duemila feriti. Il Parlamento chiede il deferimento al tribunale dell'Aja, crimini contro l'umanità : centinaia d'oppositori torturati nudi a 15 gradi sottozero.
Sulla strada dell'aeroporto di Kiev, i volontari di Maidan scrutano ogni finestrino. Yanukovich è svanito come il suo potere. Rottamato, braccato, perduto fra piste vere e depistaggi. La notte della resa firmata, venerdì, quand'è uscito dalla sua reggia e dalla vita di tutti, il tamtam twittava la prima rotta: un misterioso jet ucraino su Dubai, forse l'Oman.
Sabato mattina, la soffiata buona: decollato verso Est con un elicottero, poi con un Falcon, l'ex presidente era arrivato vicino al confine russo, a Kharkiv, e stava per organizzare la resistenza coi governatori del partito. Ma quando aveva capito che i suoi proconsoli erano tutti pronti a scappare, altro che sostenerlo, nemmeno era uscito dall'aereo: sulla pista d'un compound industriale, aveva aspettato che qualcuno provasse (inutilmente) a corrompere i controllori di volo. E alla fine se n'era andato.
Fuga senza fine, né fini. Chi c'è con lui, mistero: qualche guardia del corpo, due amici fidatissimi. Prima di sparire per sempre dai radar, Viktor arriva in elicottero nella natìa Yenakieve, fuori Donetsk, via Rainissa 65. Fa un pezzo di strada anche in moto, dicono. Ha fretta di raggiungere Lyubov, l'amante bionda e quarantenne, che è di lì pure lei e l'aspetta fra i barboncini bianchi.
Yanukovich le ha costruito una megavilla nei pini, alte mura e filo spinato: da fuori, sospettano che i due siano dentro perché il camino sul tetto verde fuma, le luci sono accese. Viktor è senza meta. Chiede aiuto al governatore Shishatsky: cellulare staccato. Si fa raggiungere dal figlio Oleksandr, l'affarista, ma ha lo stesso problema di scappare: la procura lo starebbe indagando per il massacro di Maidan.
Impossibile partire per Mosca coi due Falcon che aspettano sulla pista di Donetsk: nessuno autorizza il piano di volo. Il presidente allora prende la decisione: fa buttare via i telefonini, per non essere rintracciato, fa staccare i navigatori satellitari. Niente auricolari per i body-guard. Nella notte, parte un discreto corteo di tre auto blindate: destinazione Crimea, 400 km a Sud.
Adesso è lì, probabilmente. Come una mosca nel bicchiere, sbatte da una clinica privata all'aeroporto di Belbek. Offre sporte di soldi che nessuno prende. «à un cane morto per strada - dice Igor Lutsenko, portavoce di Euromaidan -: tutti lo guardano e si voltano dall'altra parte». Viktor, dove sei? Le ultime chiacchiere: su uno yacht al largo di Sebastopoli, no, in un monastero ortodosso, macché, in una villa sul mare di Balaklava, proprio dove i sovietici nascondevano i sottomarini...
L'antologia dei despoti-leprotti è piena di mezzi avventurosi, leggendarie cavalcate: la moto del Mullah Omar, il gippone beduino di Gheddafi, la botola di Saddam, gli aerei taroccati di Ben Ali o di Amin, i travestimenti da prete di Noriega, i lanci col paracadute di Bokassa... Più Viktor latita, più le fantasie si scatenano. à già nascosto in Russia? «Impossibile - s'indigna l'ambasciatore ucraino all'Onu -: chi volete che ospiti un simile criminale?». «Niente di epico - smoscia Lutsenko -. à semplicemente andato dai soli che possono aiutarlo: i militari della base navale russa». Ce l'hanno loro? «Sì. E non sanno bene che cosa farsene».
QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? È SUCCESSO ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O…
PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO…
DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ…
SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN…
QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL…
DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI…