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Mario Giordano per "il Giornale"
Al giovedì Gnocchi. Al venerdì Grillo. In attesa di avere un programma politico, il centrosinistra si accontenta di un programma comico: da Togliatti a Zelig , da Enrico Berlinguer a Ermes Rubagotti, avanti popolo alla riscossa, risata rossa la trionferà . Nella sfida decisiva di Parma, infatti, in uno dei ballottaggi più attesi della tornata elettorale, in quella che è stata definita la «Stalingrado» assediata nella battaglia fra nuova e vecchia politica, il Pd ha trovato l'avversario giusto da opporre al dilagante showman genovese. Bersani? D'Alema? Veltroni? Un magistrato? Un intellettuale? Un filosofo o uno scienziato?
Macché Eugenio Ghiozzi, in arte Gene Gnocchi, già nota spalla di Teo Teocoli, e autore di film imperdibili ( La constatazione amichevole nei tamponamenti tra mietitrebbie ), oltre che di grandi libri ( Sai che la Ventura dal vivo è quasi il doppio?) e di trasmissioni Tv ( da L'Almanacco del Gene Gnocco a Gnok Calcio Show ). Un uomo senza macchia, insomma, ma con molte macchiette.
E, se non altro, con un evidente vantaggio, rispetto a tutti gli altri che hanno calcato i palchi dei comizi in questa tornata elettorali: lui, almeno, fa ridere per mestiere.
La mossa era inevitabile. Del resto immaginiamo il panico nella sede del Pd quando è giunta la notizia che a sostenere la candidatura del grillino Federico Pizzarotti, tecnico informatico che al primo turno aveva sfiorato il 20 per cento dei voti, arrivava proprio il leader carismatico, Beppe Grillo da Genova.
Avranno cominciato a tremare per il loro candidato Vincenzo Bernazzoli: pur avendo circa 20 punti di vantaggio (è arrivato quasi il 40 per cento), infatti, rischia di perdere. E di diventare dunque il simbolo nazionale della sconfitta dei partiti tradizionali. Come evitarlo? I cervelloni democratici si sono messi a studiare la contromossa adeguata per evitare di farsi ridere dietro.
Così hanno scelto di farsi ridere davanti. La trovata non è irresistibile ma bisogna sapersi accontentare. «A un guitto, un guitto e mezzo», deve aver urlato qualcuno (ex socialista?) nella pensosa sala Pd. E tutti hanno applaudito sancendo in questo modo l'inesorabile fine della politica: un volta, infatti, per farla bisognava avere un po' di genio.
Adesso basta un po' di Gene. Risultato? Una risata li seppellirà . L'idea originaria prevedeva addirittura di controbattere colpo su colpo, anzi gag su gag, in contemporanea. Poi Gene Gnocchi deve essersi spaventato. Rischiava di aver la piazza vuota. E così ha anticipato di ventiquattr'ore: lui ieri sera, Grillo stasera. Un faccia a faccia a distanza, che preoccupa non poco i dirigenti del Pd. Da qualche ora, infatti, essi non fanno altro che arrovellarsi attorno alla domanda centrale di questa sfida.
E qual è la domanda centrale? Come risollevare le sorti di una città travolta dagli scandali? Come amministrare bene l'immenso tesoro di Parma? Come gestire l'Imu?Macché,macché,macché. La domanda è: sarà vero che ride bene chi ride ultimo?
Se così fosse, evidentemente Grillo partirebbe in netto vantaggio in questa risatissima finale. Ma se anche così non fosse, per i sostenitori del centrosinistra non è un momento facile.
Cercate di capirli: prima hanno detto loro di seguire Marx e Lenin, poi Kennedy e Obama. Adesso Gene Gnocchi. Il prossimo passo chi sarà ? I Teletubbies?I Fichi d'India? Il Mago Casanova? Rendetevi conto, non dev'essere facile: una volta pensavano di cambiare il mondo, adesso al massimo pensano di cambiare la scaletta dello show. Un'umiliazione culturale ancor prima che elettorale che li costringe, dopo risultati del primo turno non proprio da stare allegri, a salire sul palco finale dei ballottaggi in versione oggi le comiche. Mostrando così a tutti non tanto quello che pensano quanto quello che sono. Una barzelletta, cioè.
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