carlo calenda

CALENDA GRECA - IL RITRATTONE AL VELENO DI CARLO CALENDA BY PERNA: “LANCIATO DA MONTEZEMOLO IN CONFINDUSTRIA E FERRARI (DOVE NESSUNO LO RIMPIANGE), SI È FATTO TROMBARE ALLE ELEZIONI. A 43 ANNI SI RITROVA MINISTRO. HA COMBINATO POCO, PERÒ SI È PAVONEGGIATO TANTO. ORA È PRONTO PER CANDIDARSI COME NUOVO ROTTAMATORE”

mattarella calendamattarella calenda

Giancarlo Perna per “La Verità”

 

In politica da 4 anni, Carlo Calenda ha ottenuto quello che altri non fanno in venti. E ha appena 43 primavere. Da quando poi è ministro dello Sviluppo economico prima nel gabinetto Renzi, ora con Paolo Gentiloni - è sempre lì che parla, mostrando grande sicurezza. Sembra non guardi in faccia nessuno, al punto da apparire ingrato. Ha sbeffeggiato Matteo Renzi, al quale deve la carica, dichiarando - unico del governo il suo no a elezioni anticipate. «I bisogni del Paese sono altri», ha detto e la cerchia fiorentina se l' è legata al dito.

 

CARLO CALENDACARLO CALENDA

Che dire poi del ceffone rifilato a Luca Cordero di Montezemolo di cui è stato pupillo fin dai tempi della laurea? Costui, presidente dell' Alitalia arabizzata, gli aveva presentato un piano imperniato sui licenziamenti per salvare la disastrata compagnia aviatoria. Il ministro gli ha però risposto picche. «Prima», ha ingiunto, «un programma industriale di rilancio, poi discutiamo di esuberi», e lo ha liquidato, immemore dei legami. Che sia una strategia per rompere col passato e rimbellettarsi in vista di tempi nuovi?

 

CARLO CALENDACARLO CALENDA

Le frizioni con l' Ue annunciano sfracelli. Renzi, che pareva l' avvenire, è preistoria. Prevedibile a breve un governo di larghe intese, magari presieduto da un nuovo venuto. Possibile che il nostro Calenda - il quale dev' essere un arrivista formidabile - ci stia facendo un pensiero? Si sa che, per temperamento, non si tira mai indietro. Anche se è del tutto incompetente, accetta qualsiasi proposta.

 

Torniamo alle sue diluviali dichiarazioni. Tanto ha indispettito gli amici con le uscite, quanto rallegrato uno che, sulla carta, dovrebbe essere avversario. Il prescelto è il solito vecchio, Silvio da Arcore, l' incrollabile. Fu quando, un mese fa, la francese Vivendi comprò mezza Mediaset, gettando il Berlusca nello sconforto.

carlo calenda carlo calenda

 

A insorgere - prima voce dell' attuale potere - è stata quella romanpariolina di Calenda. «La scalata (dei francesi, ndr) è ostile», sentenziò e aggiunse minaccioso: «Il governo monitora». Per inciso, va notato che Carlo è sempre il più pronto. Gli altri neanche hanno fatto mente locale che lui ha già esternato. O se non parlano per prudenza, travagliati da dubbi, Calenda taglia corto e dice la sua. Indice di sicurezza o sicumera? È il grande dilemma.

 

A Berlusconi, comunque, l' intervento è piaciuto e ha preso a benvolere il ministro. Ai suoi, fa sapere che lo tiene d' occhio e in considerazione. Modera il suo entusiasmo per non ripetere l' errore fatto con Renzi e non irritare Renato Brunetta, ogni giorno più irascibile. Tuttavia, una parola qua l' altra là, gli ha aperto la piazza milanese. Calenda mette il fieno in cascina e si fa vedere sempre più spesso sotto la Madonnina. Chissà che la nuova simpatia non torni utile domani per un governo destra -sinistra che, se seguita così, potrebbe toccare a lui presiedere.

 

ANDREA RICCARDI ANDREA ROMANO E CARLO CALENDA ANDREA RICCARDI ANDREA ROMANO E CARLO CALENDA

Prospettiva inquietante. Calenda è in corsa, non si capisce bene per dove ma, appunto perciò, può finire anche in cima. Se sia all' altezza o no, è ignoto. Né possiamo affidarci alla sua prudenza perché, come accennato, non rifiuta nulla e si butta su tutto. I suoi biografi descrivono una gioventù ovattata. Crebbe ai Parioli, in una casa con camerieri, un papà - l' economista Fabio - assente perché separato e una mamma Cristina Comencini - indaffarata, essendo notissima regista.

 

Il non no materno, Luigi Comencini, regista ancora più grande della madre, lo fece recitare nello sceneggiato tv del libro Cuore. Faceva Enrico Bottini, l' insopportabile io narrante. Precisino, ben pettina " to ma sotto sotto gatta ci cova. Il personaggio - interpretato a 10 anni, nel 1983 - gli è rimasto appiccicato.

carlo calenda matteo renzicarlo calenda matteo renzi

 

La nonna materna è la principessa siciliana, Giulia Grifeo di Partanna, con castello e Grifo sul blasone; il nonno paterno fu consigliere diplomatico di Sandro Pertini al Quirinale. Con simili lombi, Carlo è venuto su sicuro di sé e - a detta di molti arrogante. Dunque, l' esplosività che oggi ostenta - ricorda un po' Tito Boeri - è probabilmente caratteriale. Ne dette un saggio diventando papà a 16 anni. I compagni del liceo Mamiani lo ricordano diviso tra Iliade e biberon. La precocità genitoriale è di famiglia: anche la mamma, Cristina, quando lo partorì aveva 17 anni.

 

Carlo Calenda, Claudio MarenziCarlo Calenda, Claudio Marenzi

Carlo si è poi risposato, mettendo al mondo altri tre pargolotti. Appena laureato in Legge entrò nell' orbita di Luca Montezemolo. Tra i due scattò l' effetto somiglianza. Se escludiamo il birignao, più forte in Cordero, hanno lo stesso retroterra di snobismo e dané. Luca lo portò nella Ferrari di cui era presidente, incaricandolo di corteggiare sceicchi e simili per vendere.

 

Poi lo trascinò con sé in Confindustria alla cui guida era stato nominato nel 2004. Scaduto il quadriennio, nessuno li rimpianse. Grazie al giro caprese del solito Luca - che è un patito dei Faraglioni, davanti ai quali ha una magione -, Carlo ottenne la direzione generale dell' Interporto campano. Due anni dopo (2011), Montezemolo lo rivolle al fianco per coordinare Italia futura, il think tank che aveva nel frattempo fondato. Per Calenda fu l' approccio alla politica.

 

carlo calenda nel film cuore del nonno luigi comencinicarlo calenda nel film cuore del nonno luigi comencini

Nel 2013, con altri illuminati della società civile - Andrea Romano, Ilaria Borletti Buitoni, Stefania Giannini - finì nelle liste elettorali di Mario Monti e, dopo il tonfo del professore, nei ranghi del Pd. Alle urne, il Nostro fu brutalmente trombato ma senza danni. Spinterogenato dal generoso Montezemolo, Letta jr lo cooptò nel suo governo. Divenne di colpo, da buon figlio dell' oca bianca, vice ministro dello Sviluppo economico. Prese a girare il mondo con l' idea fissa di incoraggiare gli stranieri a comprare le nostre aziende. Dette dell' Italia l' idea di un Paese in svendita. Offese così il patriottismo degli italo americani, tanto che La voce di New York, " durante una sua visita, scrisse: «Difficile condividere gli inviti trionfanti di Calenda. Siamo messi così male?».

 

LAPO ELKANN SOSTIENE CARLO CALENDA CONTRO I BUROCRATILAPO ELKANN SOSTIENE CARLO CALENDA CONTRO I BUROCRATI

Renzi, subentrato a Letta, apprezzò invece la grinta del pariolino. Togliendolo dal governo, lo spedì a Bruxelles al posto dell' ambasciatore di carriera giudicato «troppo morbido» verso i cerberi Ue (gennaio 2016). Lo sgarbo indignò la Farnesina e le feluche firmarono un documento di protesta per l' invasione di campo. Calenda si dimostrò subito inadatto a trattare per troppa saccenza. A marzo, era di nuovo a Roma, reinserito nel governo, stavolta come ministro, profittando delle dimissioni di Federica Guidi.

 

Di lui ministro, si ricordano solo le esternazioni. Delle principali ho riferito. Resta la più sciocca: il battibecco con Boris Johnson, titolare degli esteri di sua maestà. I due si sono incrociati a Bruxelles. Tra serio e faceto, Boris gli ha detto che se la Ue si irrigidiva con la Gran Bretagna per la Brexit, l' Italia perdeva il più opulento mercato del prosecco. Un terzo del nostro spumante è infatti consumato dagli inglesi. Calenda, invece di preoccuparsene, ha replicato: «E voi non venderete più fish and chips». Come se fuori dall' Inghilterra, se ne fosse mai venduta una porzione. Un' idiozia.

CARLO CALENDA MATTEO RENZICARLO CALENDA MATTEO RENZI

 

Posso suggerirle, ministro, in luogo dei suoi pavoneggiamenti, di adoperarsi per una piccola cosa utile? Raddrizzi le Poste di cui ha il controllo. Tra smarrimenti e ritardi sono una frana. Non vorrei la travolgessero.