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ROMA, CITTA’ STATO! LA CAPITALE AVRÀ UN'AUTONOMIA CON POTERI LEGISLATIVI - SÌ DEL GOVERNO IN CDM ALLA RIFORMA CHE ASSEGNA AL CAMPIDOGLIO IL POTERE DI LEGIFERARE A PRESCINDERE DALLE NORME REGIONALI SU 11 MATERIE (DAL COMMERCIO AL TURISMO, DAL TRASPORTO PUBBLICO ALL'URBANISTICA, PASSANDO PER I BENI CULTURALI) – LO STANZIAMENTO PREVISTO DI 1 MILIARDO DI EURO E IL NODO SUL VOTO PER LE COMUNALI: SE IL CENTRODESTRA PROVERÀ A IMPORRE L'ELIMINAZIONE DEL BALLOTTAGGIO, LA PAX VERRÀ MENO. MA ESSENDO UN DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE ALLA CAMERE C'È BISOGNO DEI VOTI ANCHE DEL CENTROSINISTRA…
Marina De Ghantuz Cubbe per “la Repubblica” - Estratti
giorgia meloni roberto gualtieri inaugurazione piazza pia roma foto lapresse
Era attesa da decenni e ieri, con l'approvazione del disegno di legge costituzionale in Consiglio dei ministri, la riforma dei poteri per Roma ha iniziato finalmente a camminare.
Se il percorso arriverà al termine, la Capitale non sarà più un comune e neanche, com'era stato proposto negli anni, la 21esima regione: il testo modifica l'articolo 114 della Costituzione rendendo Roma un ente autonomo con undici materie su cui può legiferare a prescindere dalle norme regionali.
Dal commercio al turismo, dal trasporto pubblico all'urbanistica, passando per i servizi e le politiche sociali, i beni culturali e ambientali, l'artigianato, la polizia locale, le attività culturali e l'organizzazione amministrativa.
matteo salvini giorgia meloni roberto gualtieri inaugurazione piazza pia roma foto lapresse
Per fare un esempio concreto: quando e se la riforma verrà approvata dalle Camere insieme a una legge ordinaria che entrerà più nel dettaglio, il Campidoglio potrà legiferare sui b&b, come ha fatto la Regione Toscana, senza dover aspettare una legge del governatore del Lazio, Francesco Rocca.
Il ldl costituzionale, scritto dalla ministra per le Riforme istituzionali Elisabetta Casellati (Forza Italia) e dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli (Lega), ha coinvolto anche il senatore di Fratelli d'Italia Andrea De Priamo che ha coordinato i lavori su mandato diretto della premier. Meloni ha anche portato avanti trattative dirette con il sindaco Roberto Gualtieri (Pd) e il governatore del Lazio che ha ceduto le materie indicate nel ddl.
roberto gualtieri giorgia meloni e la figlia ginevra alla giornata mondiale dei bambini
«È un tema di cui si discute da svariati decenni, ma che nessuno, prima di noi, aveva avuto il coraggio e la determinazione di affrontare concretamente», ha rivendicato la premier in un video intestando al suo governo una battaglia e una riforma che però non esita a definire «frutto di un lavoro condiviso con la Regione Lazio e il Campidoglio».
Ed è proprio sulla condivisione che il sindaco Gualtieri ha tenuto il punto. Perché se l'approvazione in Cdm è «una svolta», ora bisognerà lavorare su una legge ordinaria che definisca sia il ruolo che dovranno avere i quindici municipi (alcuni grandi come medi comuni italiani), sia in che modo si voterà per la Capitale.
Per il primo cittadino sono tre le condizioni essenziali affinché il processo vada a buon fine:
«Primo, il lavoro parallelo tra legge costituzionale e ordinaria.
Secondo, che il disegno di legge ordinaria sia redatto con la piena partecipazione di Roma Capitale e della Regione.
matteo salvini giorgia meloni roberto gualtieriinaugurazione piazza pia roma foto lapresse
Terzo, che vengano previste risorse adeguate per esercitare le nuove competenze».
La stima è di un miliardo di euro, ma la questione principale rimane politica. Trattandosi di una riforma costituzionale e calcolando che, come confermato anche dalla ministra Casellati «dovrebbe arrivare entro la fine della legislatura ed entrare in vigore con la prossima elezione dell'Assemblea capitolina», cioè nel 2027, c'è bisogno dei voti alle Camere anche del centrosinistra.
Ma se il centrodestra proverà a imporre l'eliminazione del ballottaggio, la concordia verrà meno.
Non è tutto, perché questa pax sulla Città eterna è, e deve rimanere, un'eccezione per il Pd.
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