DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO,…
SALVA-ROMA, MARINO: “SENZA IL SALVA ROMA, FERMO LA CITTÀ”
Da www.unita.it del 27 febbraio 2014
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In arrivo il decreto 'Salva-Roma'. Lo annuncia il premier Matteo Renzi che non ha apprezzato tuttavia i toni utilizzati questa mattina da Ignazio Marino dopo la mancata conversione del decreto. «Da domenica blocco la città - ha detto il sindaco di Roma a Radio24 - Quindi le persone dovranno attrezzarsi. Fortunati i politici del palazzo che hanno le auto blu, loro potranno continuare a girare. I romani, invece, non potranno girare fin quando la politica non si sveglierà».
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«Domani il governo approverà il decreto per gli Enti locali», ha detto il premier Matteo Renzi. Il decreto dovrebbe contenere molte norme in decadenza proprio domani contenute nel cosiddetto Salva Roma bis, in particolare proprio quelle relative alla Capitale per scongiurare il rischio di commissariamento.
Soddisfatto il sindaco della capitale Marino: «Sono molto contentodelle parole scambiate oggi con Matteo Renzi e del lavoro svolto con grande serietà che in queste ore verrà completato»
. Il decreto, aggiunge il primo cittadino di Roma, «non si deve chiamare Salva Roma, come alcuni lo hanno definito, ma 'Onora Roma'», ha aggiunto Marino.
1.SCIOPERO STORICO A ROMA, IMPIEGATI DEL COMUNE E VIGILI INCROCIANO LE BRACCIA
Traffico in tilt a Roma dove oggi è in corso lo sciopero dei dipendenti capitolini e dei vigili urbani. Assenti dalle strade della Capitale i caschi bianchi, code e rallentamenti si registrano in varie zone della città e in particolare sulle principali direttrici verso il centro: dalla Nomentana alla Tiburtina, dalla Cassia all'Aurelia, dalla Tuscolana alla Trionfale, dalla Prenestina alla Laurentina, dalla Salaria all'Appia Nuova ma anche sulla Tangenziale Est, su via Cristoforo Colombo e sul Grande Raccordo Anulare. Caos traffico anche in centro, in particolare nella zona della Bocca della Verità, punto di partenza del corteo dei dipendenti che oggi scioperano contro il rischio di un taglio ai loro stipendi.
Al grido di «dignità» è partito il primo corteo unitario dei dipendenti capitolini, oggi in sciopero contro il rischio di tagli al salario. Da piazza della Bocca della Verità, agenti di Polizia Municipale, educatrici, assistenti sociali, amministrativi stanno sfilando verso piazza del Campidoglio. Ad aprire il corteo lo striscione che recita 'Game over, insert coin to continue...Salario, diritti, dignità per garantire servizi ai cittadini».
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L'ESERCITO DEI 24MILA
Per i 24mila dipendenti capitolini, secondo i sindacati, il rischio è di vedersi decurtata la busta paga di circa 200 euro, nonostante il Campidoglio abbia dato più volte rassicurazioni che il taglio ai salari non ci sarà. «Oggi lanceremo una rivoluzione capitolina - spiega il segretario di Fp-Cgil Roma e Lazio, Natale Di Cola - una sorta di mappatura delle criticità presenti in ogni singolo ufficio».
In ballo dunque, «c'è, molto di più del salario accessorio - sottolinea Francesco Croce, segretario della Uil-Fp Roma e Lazio - c'è la richiesta di dignità per i lavoratori, ovvero per coloro che garantiscono i servizi alla città». Duro l'attacco di Giancarlo Cosentino, segretario Fp-Cisl Roma e Lazio: «Sentiamo il peso della città, Marino nulla conosce, non c'è lui davanti ai bambini, nelle strade o nei municipi».
Centro nel caos Il corteo ha portato alla chiusura di numerose strade nel centro di Roma. La conseguenza è il traffico letteralmente in tilt tra piazza Bocca della Verità e Piazza Venezia. Si registrano forti rallentamenti anche sul lungotevere dove le auto vengono deviate. Via del Teatro Marcello è chiusa al traffico.
2.È SCIOPERO, ROMA SI FERMA MARINO: “STIPENDI INTATTI” IL PD: “SIAMO CON I LAVORATORI”
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Cecilia Gentile per “La Repubblica – Edizione Roma”
Oggi è il giorno del blocco di Roma. L’esercito dei 24mila dipendenti capitolini si ferma e la città dovrà fare a meno di tutti i servizi erogati da Comune e municipi. Gli ultimi scambi di dichiarazioni tra i due contendenti, i sindacati e il Campidoglio, si sono consumati ieri nell’Aula Giulio Cesare, durante l’assemblea dedicata al problema del salario accessorio e del contratto decentrato.
Il sindaco Ignazio Marino non si è presentato, ma ha pubblicato sul sito del Comune una lettera ai dipendenti, che Cgil, Cisl, Uil e Csa hanno subito respinto al mittente. «Non vogliamo toccare lo stipendio né le ore di lavoro - scrive Marino - Ma la macchina amministrativa va riorganizzata, per migliorare la qualità del lavoro e dei servizi. Ora serve un confronto aperto e leale - conclude il sindaco - La nostra città e tutti i dipendenti di Roma Capitale hanno bisogno di riposte certe in tempi certi. È anche così che si dà corpo al cambiamento. Continuo a crederci, continuo a lavorare per voi e con voi per questo obiettivo».
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«Ma il sindaco non si vergogna? Qui ci sono i suoi dipendenti, quantomeno doveva venire a spiegarsi. Cosa sta facendo?», accusa il capogruppo di Ncd Sveva Belviso.
«Non ne possiamo più delle uscite scomposte di Marino - ribatte alla lettera del sindaco Natale Di Cola, segretario Cgil Fp Roma e Lazio - Marino non abbia paura del dissenso dei lavoratori, apra le finestre del suo studio e ascolti quello che avranno da dirgli».
Un’altra mazzata al sindaco arriva dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Roma e Lazio, ieri mattina in conferenza stampa. «Se con l'approvazione del bilancio comunale non otterremo risposte da Marino, sarà rottura - annunciano Claudio Di Berardino, Mario Bertone e Pierpaolo Bombardieri - Non ci saremmo mai aspettati un simile attacco al lavoro, ai salari e alla contrattazione proprio da una giunta di centrosinistra».
Il Pd capitolino si schiera con gli scioperanti. «Mi auguro che lo sciopero riesca per ritrovarci insieme con ancora più forza al tavolo delle trattative - dice il capogruppo Francesco D’Ausilio - Noi saremo al fianco dei lavoratori e delle loro preoccupazioni: non abbiamo paura della loro rabbia, siamo qui per interloquire con loro ».
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Il vicesindaco Luigi Nieri cerca ancora di rassicurare: «Gli stipendi dei lavoratori resteranno inalterati e, anzi, potranno addirittura crescere in base alla produttività. A servizi migliori corrisponderanno stipendi migliori. Una logica valida in tutto il mondo».
Ma stamattina parlerà la piazza. I lavoratori si troveranno a piazza Bocca della Verità alle 8.30 per poi muoversi lentamente verso il Campidoglio. Sarà la piazza con Marco Aurelio il loro punto d’arrivo. Da qui si succederanno gli interventi. Prima di tutto le testimonianze dei lavoratori, poi le voci dei sindacati. Proprio qui, sotto le finestre del sindaco Marino. Mentre tutt’intorno sarà il caos traffico per le ripercussioni delle strade chiuse e l’assenza dei vigili urbani.
3.ACEA, MARINO “CACCIA” CALTAGIRONE
Daniele Martini per “il Fatto Quotidiano”
Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, avrà pure un sacco di difetti, come gli rimproverano gli oppositori tra cui paradossalmente primeggiano i suoi amici Pd della maggioranza, soprattutto quelli dell’area renziana. Ma non si può dire non sia tenace: aveva detto alcuni mesi fa che avrebbe fatto piazza pulita all’Acea, l’azienda pubblica dell’acqua e della luce, e ieri ha portato a compimento il proposito. Ha dato il benservito ai due vecchi capi, il presidente Giancarlo Cremonesi, e l’amministratore delegato, Paolo Gallo. E ha ridisegnato il consiglio di amministrazione riducendolo da 9 a 7. L’assemblea della società lo ha sostenuto su tutta la linea. La proposta di Marino ha ottenuto molto più del 51 per cento (la quota azionaria del comune). Con lui si sono schierati i piccoli azionisti e i fondi esteri esprimendo in totale un voto che ha lambito il 70 per cento.
Al posto dei vecchi capi di Acea sono stati scelti Catia Tomassetti, presidente, e Alberto Irace, amministratore delegato. La prima ha già assunto i suoi poteri, il secondo sarà formalmente eletto lunedì mattina in occasione della riunione del primo cda rinnovato che dovrebbe anche cancellare la figura del direttore generale fino ad ora assunta dall’amministratore Gallo. Entrambi sono nomi nuovi, ma allo stesso tempo hanno una certa consuetudine con Acea.
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Tomassetti, esperta di finanziamenti per il settore idrico, ha già lavorato ad alcuni progetti per l’azienda capitolina e anche per il comune di Reggio Emilia di cui l’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, è stato sindaco fino a 5 mesi fa. Irace ha avuto una parentesi da politico, sindaco Pds del comune campano di Castellammare di Stabia, è stato poi amministratore della fiorentina Publiacque quando consigliera era Maria Elena Boschi, ora ministro Pd per le riforme costituzionali. Per Roma è una svolta importante.
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Non tanto per il cambio di manager o per i risparmi, visto che il nuovo vertice tutto intero costa quanto costava da solo l’ex amministratore delegato. Quel che è successo è importante perché Acea non è solo una grande azienda, la prima in Italia per il trattamento e la distribuzione dell’acqua, una delle più grandi fabbriche del centrosud con 7 mila dipendenti, una holding con una ventina di società controllate e più di 3 miliardi di euro di fatturato. A Roma Acea significa potere vero. Chi la controlla ha le mani sulla città. Prima di Marino, era guidata di fatto dai privati, pur avendo il Campidoglio la maggioranza assoluta del capitale.
I privati di peso di Acea sono due, i francesi di Suez e il costruttore Francesco Gaetano Caltagirone. A quest’ultimo l’ex sindaco Gianni Alemanno aveva fatto ponti d’oro. Con appena il 16,3 per cento delle azioni al re del mattone era stato permesso di scegliere accuratamente i vertici dell’azienda, come fosse roba sua. Questo andazzo ieri è stato sanzionato in modo eclatante: quando si è trattato di votare, il costruttore romano che sulla carta aveva i numeri per eleggere 2 consiglieri, ne ha eletto uno solo. A sorpresa ne hanno avuti 2 i francesi.
I dissensi su Acea tra Marino e Caltagirone erano a 360 gradi. Marino rimproverava al vecchio vertice aziendale di avere occhi solo per l’andamento del titolo in Borsa (la società è quotata) anche a discapito dei servizi per i cittadini. L’altro punto di scontro sono stati i rifiuti.
Marino vorrebbe rafforzare la presenza di Acea nel ciclo di trattamento dell’immondizia collegandola con l’azienda comunale che i rifiuti li raccoglie (Ama). Pur senza mai esplicitarlo, Caltagirone seguiva invece un suo scopo puntando all’acquisto degli impianti Colari per prendere il posto di Manlio Cerroni, l’ex re della monnezza che per più di 30 anni ha monopolizzato quel business prima di essere arrestato.
4.L'ARMA DEI CARABINIERI IN PIAZZA SAN PIETRO PER INCONTRO CON PAPA FRANCESCO
Rainews.it
Piazza San Pietro gremita da decine di migliaia di carabinieri, sia in servizio che in congedo, e dei loro familiari per l'incontro dell'Arma con Papa Francesco, in occasione del bicentenario della fondazione.
Luigi Nieri
Premio Guido Carli Francesco Gaetano Caltagirone con la fidanzata Malvina
PAOLO GALLO
La solenne funzione religiosa è presieduta dall'Arcivescovo Ordinario Militare per l'Italia, Mons. Santo Marcianò, alla presenza del comandante generale dell'Arma Leonardo Gallitelli, dei vertici dell'istituzione e dei cappellani militari. Nella piazza anche i rappresentanti dell'associazione nazionale carabinieri, dell'opera nazionale di assistenza per gli orfani dei militari dell'arma e degli organismi di rappresentanza militare.
"Pensiamoci bene: non è forse a servizio della verità e contro ogni corruzione che nasceva, duecento anni fa, l'Arma dei Carabinieri? - è quanto ha affermato mons. Marcianò - "La verita è una sfida in un mondo in cui il relativismo e il soggettivismo avvelenano talmente la vita dei singoli e della società, da assumere un vero e proprio potere di corruzione".
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