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Tommaso Ciriaco per ‘La Repubblica’
Dopo la sconfitta elettorale, è il momento del reset. E così Gianroberto Casaleggio, unico padrone del Movimento, convoca a Milano i capigruppo e rivoluziona lo staff della comunicazione. Ai nuovi responsabili dei media consiglia di non «sprecare tempo con le intermediazioni con i giornalisti, vera catena di trasmissione del Sistema» - poi concede un’indulgente autocritica: «Errori ne sono stati fatti, sbagliare è umano». Cambia l’organigramma, ma resta intatta la delusione dei dissidenti. Tutto è ancora in mano alla Casaleggio associati. E la resa dei conti è rimandata all’assemblea di lunedì.
GIANROBERTO CASALEGGIO E ELENA SABINA DEL MONEGO
La staffetta è ordinata dal cofondatore. Ilaria Loquenzi, assistente dell’ex capogruppo Paola Taverna, affiancherà Nicola Biondo alla guida della comunicazione della Camera. Il capo dello staff viene “commissariato”, ma non passa la linea di chi ne chiedeva lo scalpo. A Rocco Casalino spetterà il timone della comunicazione del Senato. Claudio Messora, infine, traslocherà a Bruxelles per occuparsi degli eurodeputati. E intanto conquista centralità anche il figlio del guru, Davide.
La nuova era è racchiusa in un post firmato Grillo&Casaleggio. «È necessario - sostengono - migliorare l’attuale comunicazione». Segue un’ammissione: «Chi non fa, non sbaglia ». La ricetta per risollevare le sorti del grillismo bypassa totalmente i media: «La comunicazione parlamentare deve essere più integrata con i cittadini e le categorie». Segue l’auspicio che il M5S si trasformi in «forza di governo responsabile e moderata nei toni». Nel testo dei due leader affiorano anche alcuni ragionamenti del contestato documento post elettorale di Biondo.
A Palazzo Madama arriva invece il turno di Casalino, fino a ieri responsabile tv dei Cinquestelle. «Sono nato in Germania - ricorda - conosco cinque lingue e ho studiato anche negli Usa. Sono ingegnere e attivista ». Ha partecipato alla prima edizione del Grande Fratello, anche se ora confida: «Sono passati quindici anni. Non rinnego nulla, ma mi pesa». Adesso, comunque, promette rapporti «normali, senza conflitti» con i giornalisti. Quanto alle faide interne allo staff, frena: «Miglioreremo tutti. Non ha senso, ora, guardarsi indietro».
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