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DAGOREPORT - GIORGIA MELONI SOGNA IL FILOTTO ELETTORALE PORTANDO IL PAESE A ELEZIONI ANTICIPATE?…
Francesco Bei per "la Repubblica"
Mediatore fino all'ultimo tra alfaniani e "lealisti" anche Paolo Romani, dopo la decisione sul voto palese presa dalla giunta del Senato, alza le mani e prende atto di una situazione «ormai al limite estremo della rottura».
Senatore Romani, adesso cosa accadrà ?
«Quello che è successo a palazzo Madama è di una gravità straordinaria: il presidente del Senato non ha impedito uno strappo vistoso al Regolamento, il Pd non si è nemmeno posto il problema di dare via libera a un provvedimento contra personam e persino una come la Lanzillotta, che avrebbe potuto contribuire ad allentare la tensione, si è piegata a una scelta in palese contrasto con la prassi del Senato».
E dunque voi che farete?
«Certo, ora diventa tutto maledettamente più complicato»
à possibile una rottura delle larghe intese addirittura prima del voto sulla decadenza di Berlusconi?
«Può darsi, anche se una decisione ancora non è stata presa. Certo, il voto di oggi (ieri, ndr) è talmente grave che si aprono i peggiori scenari».
La decisione di uscire dalla maggioranza sarà presa dal Consiglio nazionale del Pdl dell'otto dicembre?
«Una decisione politica di tale portata potrà semmai essere ratificata dal Cn, ma i fatti accaduti sono di una tale importanza e gravità che una decisione al riguardo verrà presa probabilmente prima».
à la sconfitta vostra, di voi "mediatori", e delle colombe?
«Per colpa del Pd e dell'antiberlusconismo viscerale che ancora è la forza unificante di quel partito, oggi è stato sconfitto chi si è speso per la vittoria della ragionevolezza e del buon senso. Io, che mi sono battuto per tenere unito il Pdl senza identificarmi con l'uno o l'altro schieramento - insieme a Tajani, a Matteoli, a Gasparri - adesso non posso che riconoscermi nella battaglia di Berlusconi per respingere il tentativo di decapitarlo politicamente».
Le colombe sostengono che Berlusconi si difende meglio restando al governo...
«Mi sembra complicato scindere questa battaglia per la sopravvivenza del leader del centrodestra con la questione della permanenza al governo. Come si fa a restare seduti al Consiglio dei ministri fianco a fianco con chi pugnala Berlusconi? Difficilmente qualcuno che appartiene a Forza Italia può credere che non ci sia incompatibilità ».
Sta dicendo che, nel caso si arrivasse alla decisione di uscire dal governo, chi non lo facesse si metterebbe da solo fuori dal partito?
«A questo punto, penso di sì».
Intanto nel Pdl prosegue la lotta in vista del Consiglio nazionale, girano documenti contrapposti...
«Parlando con Berlusconi in questi giorni gli ho detto che procedere a delle conte interne non mi trovava d'accordo. C'è sempre qualcuno che tende a strumentalizzare creando delle divisioni fittizie tra le due anime del Pdl. Approfondire le differenze indebolisce soltanto l'unità del partito attorno a Berlusconi, per questo faccio un appello a tutti: fermatevi, fermate la conta interna».
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