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ROMPONO LE PALLE A BERLUSCONI ANCHE DA MORTO – POLEMICHE FEROCI SUL LUTTO NAZIONALE – PER “ROSPY” BINDI “E’ INOPPORTUNO” – FIAMMETTA BORSELLINO, FIGLIA DEL MAGISTRATO UCCISO DALLA MAFIA, RINCARA: “NON HO PAROLE, LA SCELTA SI COMMENTA DA SOLA” - GIUSEPPE CONTE NON PARTECIPERÀ AI FUNERALI - IL VICEPRESIDENTE DEL GRUPPO M5S ALLA CAMERA RICCARDO RICCIARDI RICORDA LA CONDANNA PER FRODE FISCALE DEL CAV E SOTTOLINEA: “FA EFFETTO VEDERE UNA CASERMA DELLA GUARDIA DI FINANZA CON LA BANDIERA A MEZZ’ASTA” - E IL DEM VERINI METTE IN GUARDIA SULLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA BY NORDIO
Estratto dell'articolo di Antonio Bravetti per la Stampa
La polemica sul lutto nazionale e quella sullo stop ai lavori parlamentari. Chi si rifiuta di mettere la bandiera a mezz’asta e chi proietta una gigantografia di Silvio Berlusconi sul palazzo della regione: scelte entrambe criticate. Polemiche e scontri politici accompagnano l’addio al Cavaliere. Un confronto che contrappone maggioranza e opposizione, divise sull’importanza e la solennità con cui salutare l’ex premier.
La polemica più feroce è quella sul lutto nazionale. «È inopportuno», dice Rosy Bindi. «Non ho parole, la scelta che si commenta da sola», rincara Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato ucciso dalla mafia. «Scelta eccessiva» la definisce Nicola Fratoianni. Lui e Angelo Bonelli oggi non parteciperanno ai funerali, così come Giuseppe Conte. Di «scelta politica fuori luogo» parla il vicepresidente del gruppo M5S alla Camera Riccardo Ricciardi, che ricorda la condanna per frode fiscale e sottolinea: «Fa un certo effetto vedere una caserma della Guardia di finanza con la bandiera a mezz’asta». A disciplinare i funerali di Stato c’è la legge, che li riserva ai presidenti degli organismi costituzionali, agli ex presidenti della Repubblica e agli ex premier, ai ministri deceduti durante la loro permanenza in carica, alle persone che hanno reso onore alla nazione e alle vittime del terrorismo. Altra cosa è la dichiarazione del lutto nazionale, che spetta al governo.
È la prima volta che viene proclamato per la morte di un ex premier, come ha deciso Giorgia Meloni per Berlusconi, disponendo le bandiere a mezz’asta sulle facciate di tutti gli edifici pubblici dal 12 al 14 giugno.
Scelta non condivisa da Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena. Che si è rifiutato di far scendere il tricolore e il drappo europeo: «Nessun odio, ma nessuna santificazione ipocrita. Ricordare chi è stato Berlusconi è oggi un dovere civile - spiega - Berlusconi è stato il contrario esatto di uno statista, anzi il rovesciamento grottesco del progetto della Costituzione».
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Walter Verini, senatore del Pd, guarda con allarme all’annuncio del ministro Carlo Nordio di portare domani in Consiglio dei ministri una riforma della giustizia che molto sarebbe piaciuta a Berlusconi. «Ci auguriamo davvero che un Cdm “dedicato a Berlusconi” - avverte Verini - non sia occasione per provvedimenti laceranti, per riaprire guerre tra politica e magistratura delle quali l’Italia non sente proprio il bisogno».
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