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1 - FILIPPO PATRONI GRIFFI
Antonio Castro per "Libero"
Ieri mattina, dopo aver letto Libero, il consigliere di Stato in aspettativa, Filippo Patroni Griffi, oggi ministro della Pubblica Amministrazione, ha finalmente comunicato alla Direzione Conflitto di interessi dell'Antitrust la rinuncia all'arbitrato Fiat-Tav da oltre 536 milioni di euro. Una letterina, protocollata in mattinata a Piazza Verdi, che gli è costata la rinuncia ad un petitum (il compenso viene fissato su tariffari delle Camere arbitrali), che a spanne valeva circa 500mila euro.
Ma anche di più. Proprio ieri avevamo sottolineato l'opportunità per un ministro di mantenere l'arbitrato in una vertenza che vede coinvolte aziende di primo piano. E chiesto al Consiglio di Stato se il ministro avesse rinunciato dal giuramento (16 novembre) a questo compito. Il Consiglio di Stato assicurava che «non risulta una rinuncia». La segreteria del ministro, di contro, aveva garantito l'avvenuta comunicazione all'Antitrust.
Ieri pomeriggio, finalmente, l'Antitrust ha spiegato che «in mattinata è arrivata la lettera di rinuncia all'arbitrato». E anche l'ufficio stampa di Palazzo Vidoni ha messo nero su bianco, declinando l'invito ad un'intervista sulla casa al Colosseo, che «per quanto riguarda invece la domanda relativa all'incarico arbitrale a cui si fa riferimento, come già anticipato ieri telefonicamente si ribadisce che il Ministro ha rinunciato all'incarico.
Per la precisione la rinuncia è avvenuta tramite comunicazione al segretario del collegio arbitrale Nicola Volpe il 29 dicembre e successivamente lo stesso Volpe lo ha comunicato anche alle parti. à stata fatta successivamente anche comunicazione ufficiale all'Antitrust che l'ha formalizzata in questi giorni». Il «successivamente» è quanto mai estensivo, visto che la comunicazione è stata trasmessa all'Antitrust solo ieri in mattinata, giusto il tempo di leggere i giornali e decidersi a informare l'Antitrust.
Un arbitrato - pratica comune per i consiglieri di Stato - "pesante". Patroni Griffi, che già nel 2004 si occupò di ferrovie e contenziosi tra le parti, avrebbe in questo caso dovuto scegliere a chi dare ragione tra Fiat Spa e Tav Spa. Una lite da oltre mezzo miliardo che risale al 1994 e che, in ultima istanza, è approdata proprio al Consiglio. Il 16 giugno 2011, pochi mesi prima di salire al Quirinale per giurare, il presidente di Sezione Patroni Griffi viene indicato per derimere il caso.
E il compenso, in questi casi montster, si basa sui tariffari delle Camere arbitrali. Più comunemente, però, le parti in lite si accordano con l'arbitro (ultimo grado di giudizio) per chiudere la faccenda. E non sono rari i casi in cui i compensi superano il milione di euro. à dal 1 dicembre che Libero invita Patroni Griffi a fare chiarezza. Poi, la scorsa settimana, è scoppiato anche lo scandalo dell'ex consigliere di Stato (e avvocato di Patroni Griffi), Carlo Malinconico, che per una serie di vacanze super lusso (pagate da un imprenditore della «Cricca»), ha dovuto dire addio allo scranno di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. In mezzo c'è finito anche Patroni Griffi che proprio a Malinconico, avvocato dalle mille entrature, si era rivolto insieme ad altri 40 condomini per ottenere il supporto legale in una vertenza contro l'Inps.
Diatriba che nel 2008 è valsa a Patroni Griffi un mega sconto sull'acquisto dell'appartamento vista Colosseo dove dal 1986 era assegnatario (ad equo canone fino agli anni Novanta). In tutto - visto il regolamento Inps Scip2 - uno sconto, sul prezzo fissato nel 1999, di ben il45%. Questo grazie ad una guerra di carte bollate, perizie e pareri per dimostrare che l'immobile di via Monte Oppio 12 era «fatiscente», necessitava di «lavori poderosi» (impianti elettrici, idraulici e di riscaldamento), e, soprattutto, evidenziava «rischi di stabilità » per i lavori di realizzazione della nuova fermata della metropolitana. E così Patroni Griffi nel 2008 ottenne proprio dal suo Consiglio di Stato (ma lui si astenne), un parere che avallava la tesi dei condomini dando quindi libero accesso allo sconto. E all'acquisto, nel suo caso, di 109 metri quadri alla cifra di 177mila euro. Anche meno della portiera dello stabile: 200mila euro, assicura oggi il figlio.
2 - CASA AL COLOSSEO DI PATRONI GRIFFI
DELVECCHIO: LA MIA L´HO PAGATA CARA
da "la Repubblica"
«Io, la casa al Colosseo, l´ho pagata come un appartamento di lusso e non a prezzi stracciati». C´è anche l´ex calciatore Marco Delvecchio (ex attaccante della Roma, dell´Inter e della Nazionale) nel palazzo di via Monte Oppio in cui ha casa il ministro Patroni Griffi, che ha comprato a prezzo superscontato grazie, si è giustificato, a un abbattimento del "valore di pregio" dell´immobile ottenuto in tribunale. Sconto di cui però Delvecchio afferma di non aver beneficiato quando ha acquistato il suo appartamento (dove comunque non abita, preferendo Casalpalocco). Delvecchio, oggi commentatore per Sky e "ballerino" su Raiuno, comunque non vuol fare polemiche: «Quanto hanno pagato gli altri, non è affar mio».
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