A TEDESCO TANTO DE-CARO GLI FU - LA BOSCHI SI IMPROVVISA ATTRICE PER SPOT E PARLA COME LINO BANFI PER LANCIARE DECARO A SINDACO DI BARI: PECCATO CHE IL CANDIDATO PD SIA IL DELFINO DELL’EX ASSESSORE ALBERTO TEDESCO (SCANDALO DELLA SANITA’)

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Marco Palombi per ‘Il Fatto Quotidiano'

Dice Maria Elena Boschi occhieggiando alla telecamera: "Ma t'immagini qualche mese fa se ci avessero detto che io avrei fatto il ministro e tu il sindaco?". Al netto del garbato riferimento ad antichi gesti apotropaici di Antonio Decaro - il piddino che al momento non è affatto sindaco ma solo candidato - lo spot elettorale per le comunali di Bari che vede protagonista la ministro delle Riforme, sancisce due cose: la prima è che, a parte Renzi, lei è l'unico volto pubblico del governo; la seconda, che le sue qualità attoriali non le garantiranno un futuro nel cinema.

La qualità della sceneggiatura - va detto - non aiuta: "Dai che lo sanno tutti che vinci tu: sei il più bravo", cinguetta la ministro. Poi fa la faccia seria: "Ma stai rottamando un po'?". È qui che, contro ogni previsione, la realtà irrompe nella finzione: "Rottamazione gentile...", risponde Decaro imbarazzato, per poi svicolare. "Penso sia arrivato il momento di andarci a mangiare una focaccia".

Segue quella che un ottimista chiamerebbe una battuta sui rispettivi dialetti chiusa dallo "sciamuninn" (andiamo) della Boschi. La risata non c'è, ma non è quel che rileva: Decaro e la rottamazione, per chiunque ne conosca la storia, non stanno bene insieme. Per capire bisogna riassumere chi è Antonio Decaro, da dove viene, chi lo manda. Si può dire in poche parole: barese, 43 anni, ingegnere Anas in aspettativa, il nostro è il figlioccio politico dell'ex assessore regionale e senatore del Pd Alberto Tedesco, quello dello scandalo Sanità che quasi travolse la Giunta Vendola nel 2010 (Tedesco, l'estate scorsa, è poi stato prosciolto).

Fu il socialista Tedesco, infatti, amico da una vita del padre di Antonio, Giovanni Decaro, a imporlo come assessore ai Trasporti del Comune di Bari a Michele Emiliano nel 2004. È ancora a Tedesco che il nostro deve la pioggia di preferenze che l'ha portato a diventare capogruppo del Pd in Consiglio regionale nel 2010.

Solo nel 2013, raccontano, l'oggi renziano Decaro ha rotto col potente padrino politico, ereditandone però gran parte della rete di potere sul territorio: imprenditori, dirigenti di aziende sanitarie, membri di cda nelle municipalizzate e nei consigli comunali o circoscrizionali.

Una rete che gli ha permesso di strapazzare i concorrenti alle ultime primarie per la scelta dei parlamentari del Pd: oggi è deputato. C'è un'altra cosa che Decaro ha in comune con l'ex amico Tedesco (che ora s'è avvicinato a Forza Italia): anche il candidato sindaco è stato assolto durante il 2013, a dicembre per la precisione. Era accusato di aver tentato di raccomandare un suo cugino all'Arpa regionale. Solo tentato, però, perché nonostante gli aiuti, il parente alla voce titoli faceva segnare "zero": fu proprio l'allora assessore Alberto Tedesco, che doveva sollecitare il presidente di commissione, a farglielo notare in una gustosa intercettazione. Bizzarro rottamatore, per quanto gentile.

 

MARIA ELENA BOSCHI NELLO SPOT ELETTORALE PER DECARO SINDACO DI BARI MARIA ELENA BOSCHI NELLO SPOT ELETTORALE PER DECARO SINDACO DI BARI ALBERTO TEDESCO antonio decaro