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da “lastampa.it”
La conferma, dopo mille smentite e interpretazioni, la dà il diretto interessato. «Ieri in una sede del partito di Capannelle ho annunciato con sofferenza che ho lasciato il Pd», annuncia Stefano Fassina in una conferenza stampa convocata alla Camera. Non sono mancate le ironie sul luogo scelto dal deputato, un piccolo circolo, e la coincidenza con lo sciopero dell’Ansa, la maggiore agenzia di stampa in Italia. «L’ho fatto in un circolo della periferia romana perché lì sono le mie radici, le persone che dobbiamo rappresentare e le persone a cui devo dare risposte».
A farlo decidere l’ultima mossa del governo: mettere la fiducia sul ddl scuola. «Una scelta grave e insostenibile per il Pd».
La riforma della scuola, per Fassina, è tutt’altro che “Buona”. «Servivano 4 correzioni profonde e invece questo non è avvenuto. Si è messa la fiducia, si è chiusa ogni possibilità di dialogo e si è voluta fare l’ennesima forzatura. La scuola è solo l’ultimo passaggio di una vicenda che ha compreso la delega lavoro e il cosiddetto Jobs act, non abbiamo condiviso le riforme costituzionali e legge elettorale e infine, l’ultimo passaggio di una progressiva regressione, quello della scuola».
Insieme a Stefano Fassina, in conferenza stampa, c’è anche la deputata Monica Gregori che ha deciso di condividerne la scelta. Nelle prossime ore entrambi presenteranno la lettera di dimissioni dal gruppo alla Camera. E la sfida è proprio quella: «Anche altri che lasceranno il partito e che sono stati meno sotto i riflettori di me, ma con i quali condividiamo la stessa passione politica e gli stessi obiettivi di sinistra».
È chiaro che lo sguardo di Fassina è rivolto al movimento “Possibile” di Pippo Civati, ma anche a quanti, nelle ultime settimane, hanno sofferto il distacco tra un partito nel quale avevano militato per anni e che con l’avvento di Renzi si sono sentiti tagliati fuori. Tra questi probabilmente c’è anche l’ex numero uno della Cgil Sergio Cofferati, e diversi altri esponenti ex Ds. Il nuovo contenitore potrebbe essere presentato in una convention il prossimo 4 luglio.
«È arrivato per me il momento di prendere atto che non ci sono più le condizioni per andare avanti nel Pd e insieme ad altri proveremo a costruire altri percorsi non per fare una testimonianza minoritaria ma per fare una sinistra di governo ma su una agenda alternativa», aveva detto ieri sera Fassina.
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