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SALVINI VA ALLA GUERRA SULLA PACE FISCALE – IL LEADER LEGHISTA TIRA DRITTO SULLA ROTTAMAZIONE DECENNALE DELLE CARTELLE ESATTORIALI, NONOSTANTE LO STOP DI FORZA ITALIA, E ANNUNCIA I GAZEBO IN PIAZZA NEL FINE SETTIMANA DELL'8 E 9 MARZO – CON L’AUTONOMIA BLOCCATA, IL MINISTRO DEI TRASPORTI HA BISOGNO DI UNA BANDIERINA DA SVENTOLARE PER TENERE A BADA LA BASE ELETTORALE - IL "TRUCE DEL PAPEETE" È SEMPRE PIÙ NERVOSO, ALZA I TONI E REPLICA A MUSO DURO A MARINA BERLUSCONI, CHE HA BOLLATO TRUMP COME UN “BULLO”: “CHI CRITICA DONALD O ROSICA O NON CAPISCE...”

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Estratto dell’articolo di Fderico Capurso e Luca Monticelli per “La Stampa”

 

matteo salvini giancarlo giorgetti. voto di fiducia sulla manovra 2024 foto lapresse

Negli ultimi tempi chi ha incrociato Matteo Salvini lo descrive nervoso. D'altro canto, nulla sembra girare per il verso giusto. La sua corsa al trumpismo è arginata da Giorgia Meloni, sente di non riuscire più a comunicare con il suo elettorato e ora ha anche paura che le aziende di Stato vengano «saccheggiate dai nostri alleati» [...]

 

I colonnelli ascoltano, ma dopo sei anni di consensi in calo iniziano a notare che qualcosa non va. Spostare a destra il partito, per dire, non sta dando frutti e in molti, al Nord, non apprezzano questa idolatria per Donald Trump.

 

Ma Salvini è deciso a proseguire su questa strada. E lo fa capire attaccando la presidente di Fininvest, Marina Berlusconi, che descrive i comportamenti di Trump come quelli di un «bullo». Il leader della Lega risponde a brutto muso: «Chi lo critica o rosica o non capisce». E prosegue: «Se il presidente Usa riesce a mettere al tavolo Putin, Zelensky, Netanyahu e i Paesi Arabi gli diamo il Nobel per la Pace, altro che bullismo».

 

ANTONIO TAJANI - MATTEO SALVINI

[...] Salvini ha soprattutto bisogno di una bandiera da sventolare. E con l'Autonomia ferma da mesi in garage, è quasi costretto a puntare tutto sul fisco. Scommessa difficile, visto il poco spazio di manovra a disposizione. Ogni giorno il segretario della Lega alza sempre di più i toni per legittimare la sua proposta sulla rottamazione decennale delle cartelle senza interessi né sanzioni.

 

Dopo aver incassato il sì del ministro Giancarlo Giorgetti, che gli ha promesso di studiare un provvedimento «sostenibile», Salvini si è messo a picconare quotidianamente quello che invece è il progetto di Fratelli d'Italia e Forza Italia: il taglio Irpef al ceto medio. Proprio ieri, mentre l'Agenzia delle entrate presentava i risultati della lotta all'evasione del 2024, che hanno garantito all'Erario un recupero di 33,4 miliardi di euro, Salvini rilanciava la sua pace fiscale annunciando i gazebo in piazza nel fine settimana dell'8 e 9 marzo.

 

MARINA BERLUSCONI DIVENTA CAVALIERA DEL LAVORO

La premier Giorgia Meloni non ha mai risposto sul punto, però la rincorsa del Carroccio sulle tasse è vissuta con un certo fastidio, soprattutto dopo che il vicepremier leghista ha definito «una mancetta» la proposta degli alleati di ridurre di due punti l'aliquota del 35% in favore dei redditi tra 28 mila e 60 mila euro.

 

Ieri la presidente del Consiglio è intervenuta per sottolineare il gettito «record» affluito nelle casse dello Stato: «Ci accusano di aiutare gli evasori, persino di nascondere dei condoni immaginari. Sono tutte bugie», sottolinea Meloni in un videomessaggio sui social.

 

CARTELLE ESATTORIALI

«La nostra visione è chiara, non c'è spazio per chi vuole fare il furbo, ma chi è onesto e si trova in difficoltà va aiutato», continua la premier. Un passaggio, questo, che potrebbe essere la base di un ragionamento con Salvini sulla rottamazione quinquies, peraltro condiviso da Giorgetti: destinare lo sconto sulle cartelle solo a chi è veramente in difficoltà economica.

 

[...]

 

La sanatoria salviniana in 120 rate costa circa cinque miliardi, mentre la riduzione di due punti di Irpef per i redditi fino a 60 mila euro ne costa quattro e mezzo. Trovare le coperture per fare entrambe le cose appare molto complicato. Sia Fratelli d'Italia sia Forza Italia aspettano che Giorgetti spieghi l'entità delle risorse a disposizione, ma temono che fatta la pace fiscale non restino più i soldi per il ceto medio.

 

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

Perciò il vicepremier azzurro Antonio Tajani non ha dubbi sulle tempistiche: «Siamo d'accordo sulla rottamazione, ma dopo. La priorità è il taglio Irpef, è un impegno di tutto il governo preso dalla presidente Meloni».