DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…
Amedeo la Mattina per “la Stampa”
Già l'11 luglio al vertice dei ministri dell' Interno a Innsbruck, Matteo Salvini si troverà a suo agio con il cancelliere austriaco, il trentunenne Sebastian Kurz che guiderà il semestre europeo. All' appuntamento ci sarà anche il suo collega tedesco Horst Seehofer, il bavarese che sta mettendo in crisi Angela Merkel proprio sul dossier immigrazione tra gli applausi di tutti i populisti d' Europa.
«Lì - afferma - vedremo di ampliare ulteriormente il nostro peso e le nostre alleanze. Se ti rispettano, ti ascoltano. Se no, ti ignorano. Come dimostrano tutte le direttive di questi anni, dannosissime per l' Italia». Sarà forse l' occasione per cominciare a tessere la tela di una confederazione sovranista che nel 2019 darà l' assalto a Bruxelles e Strasburgo per condizionare la nuova Commissione e il nuovo Parlamento europeo. La Lega punta a fare eleggere 25 eurodeputati (oggi sono cinque). Salvini vuole capitalizzare il consenso che i sondaggi attribuiscono al suo Carroccio ormai proiettato stabilmente a livello nazionale, ma tiene un occhio anche oltre i confini.
Orban come "cavallo di Troia" La Lega delle Leghe nelle sue intenzioni dovrebbe spezzare l' asse Popolari-Socialisti che da decenni governa il Vecchio Continente e costringere il Ppe a venire a patti con la nuova destra radicale. In questa ottica andrebbe bene pure che gli europarlamentari dell' ungherese Viktor Orban rimanessero nel gruppo dei Popolari: avrebbero la funzione di «cavallo di Troia», insieme alla bavarese Csu e a tutte quelle correnti dei partiti moderati che stanno soffrendo la concorrenza a destra proprio sul tema dell' immigrazione, dell' identità nazionale e della lotta contro l' islamizzazione.
Comunque si tratta di un progetto ancora scritto sulla carta. La «Rete federale e sovranista» che vuole «liberare i popoli europei dai Soros e dai banchieri» è tutta da costruire e passa attraverso una tessitura di rapporti che Salvini comincerà a stringere già questo mese.
Occhio agli svedesi Ancora non c'è un' agenda definita, ma sicuramente incontrerà nelle prossime settimane ad Amsterdam Geert Wilders, leader del Pvv olandese. Attorno al 20 luglio invece vedrà Jimmie Akesson, il capo dei Democratici svedesi, partito nazionalista.
MATTIAS KARLSSON - SVERIGEDEMOKRATERNA
La Svezia va al voto a settembre e Sverigedemokraterna è data dai sondaggi come prima forza sull' onda della reazione anti-immigrati, considerando che l' accogliente Svezia guidata dai socialdemocratici, solo nel 2016, ha accettato più richieste di asilo rispetto agli altri Paesi europei: oltre 150 mila.
Anche i Democratici svedesi, che hanno un' origine politica vicina ai gruppi xenofobi e filo-nazisti, potrebbero avere quel boom di consensi che ha avuto la Lega in Italia. E potrebbero ambire a governare con la destra moderata sul modello austriaco. «Difficile dirlo - spiegava in un' intervista a La Stampa Mattias Karlsson, capogruppo parlamentare - siamo al 21-25% nei sondaggi, ma di solito ci sottostimano per perché gli svedesi si vergognano a dire che votano per noi perché ci associano al neonazismo. Ma noi - aveva aggiunto Karlsson - non siamo nazisti.
Siamo conservatori. Abbiamo una forte ideologia basata su due capisaldi: uno Stato sociale con una solida sicurezza nazionale». Ft: rischio Weimar Il «Financial Times» ha dedicato un editoriale a Salvini, definendolo «pericoloso» e addirittura evocando il ritorno a una «Repubblica di Weimar in una chiave moderna».
Salvini, che ieri non era al Consiglio dei ministri per godersi il Palio di Siena, in una delle città rosse espugnate il 24 giugno, ci scherza su. «Ho la faccia di uno pericoloso? Mi sono anche regolato la barba, ho la giacca...No, per assurdo se passano le idee della Lega l' Europa si salva. Sono felice perché stiamo ridando orgoglio, dignità e un futuro a milioni di italiani ed europei. Chi deve aver paura sono quelli che hanno mangiato a scrocco fino a ieri».
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