matteo salvini - elezioni sardegna regionali

SALVINI NON SEMBRA MOLTO DISPIACIUTO PER LA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA IN SARDEGNA: “IL GOVERNO È ASSOLUTAMENTE SALDO. DOPO CINQUE VITTORIE CONSECUTIVE, UNA SCONFITTA CI PUÒ STARE. QUANDO IL POPOLO VOTA HA SEMPRE RAGIONE. I SARDI HANNO DECISO. IL LORO VOTO O NON VOTO VA RISPETTATO. QUANDO SI VINCE SI VINCE TUTTI INSIEME, QUANDO SI PERDE SI PERDE TUTTI INSIEME” (MA PER COLPA DI QUALCUNO) – LO SCAMBIO DI ACCUSE TRA FDI E LEGA: I FRATELLI D’ITALIA SONO CONVINTI CHE A FAR PERDERE TRUZZU SIA STATO IL VOTO DISGIUNTO DEL CARROCCIO…

matteo salvini e giorgia meloni sardegna

1. SARDEGNA: SALVINI, QUANDO IL POPOLO VOTA HA SEMPRE RAGIONE

(ANSA) - "Dopo cinque vittorie consecutive una sconfitta ci può stare. Quando il popolo vota ha sempre ragione. Non cambia il mio impegno di ministro con i sardi. Continuerò, ovviamente, a fare tutto quello che i sardi si aspettano e meritano.

 

Quando si vince si vince tutti insieme, quando si perde si perde tutti insieme. I numeri dicono che il centrodestra ha aumentato i voti rispetto alle politiche, che la Lega e il partito sardo d'azione sono cresciuti di tre punti, però ha vinto la candidata M5s. In democrazia è giusto così". Così il leader della Lega, Matteo Salvini, a margine di un evento a Pescara commentando il voto in Sardegna.

 

LO SPOGLIO SARDO - VIGNETTA BY NATANGELO - IL FATTO QUOTIDIANO

2. SALVINI,QUANDO CAMBI UN CANDIDATO IN CORSA È PIÙ COMPLICATO 

(ANSA) - "Quando cambi un candidato in corsa è più complicato. Vale anche per un sindaco. Ma non sarò mai quello che, quando le cose vanno bene, è merito mio e quando le cose vanno male è colpa degli altri". Lo afferma il leader della Lega, Matteo Salvini, commentando i risultati del voto in Sardegna a margine di un evento a Pescara.

 

3. SALVINI, IL GOVERNO È ASSOLUTAMENTE SALDO

(ANSA) -  "Il Governo è assolutamente saldo. Sono contento di quello che stiamo facendo, che stiamo progettando. Dopo cinque sconfitte consecutive mi fa piacere sapere che la Schlein almeno abbia dormito contenta stanotte". Lo afferma il leader della Lega, Matteo Salvini, commentando i risultati del voto in Sardegna, a margine di un evento a Pescara. "Le elezioni regionali sono importanti per i cittadini - aggiunge Salvini - I sardi hanno deciso. Il loro voto o non voto, perché quasi la metà dei sardi non ha votato, va rispettato. Il voto degli abruzzesi penso che sarà profondamente diverso".

 

ELLY SCHLEIN GIORGIA MELONI

3.  LA DELUSIONE SCUOTE IL CENTRODESTRA SCAMBIO DI ACCUSE TRA FDI E LEGA

Estratto dell’articolo di Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

«Quelli hanno imposto quello...». Dove «quelli» sono i Fratelli d’Italia, «quello» il candidato del centrodestra Paolo Truzzu. I leghisti misurano l’entità della sconfitta, chiara prima ancora del risultato di coalizione. Prevedibile la rabbia per il cambio in corsa del candidato, con il meloniano Truzzu al posto del sardista salviniano Solinas.

 

Ma son voci scappate, la linea ufficiale è quella del silenzio: non si dica che la Lega alimenta recriminazioni. Lo stesso Salvini rinuncia alla partecipazione a Quarta Repubblica di Nicola Porro. Il tentativo è quello di sottrarsi «al tentativo mediatico e giudiziario di inquinare i pozzi della maggioranza», dice chi è vicino a Salvini, «evidente anche dal caso Vannacci».

 

CHRISTIAN SOLINAS - MATTEO SALVINI

In realtà, le recriminazioni sono simmetriche a quelle di FdI, che accusa l’ex presidente Solinas di cattivo governo: «Paghiamo il fatto che forse in cinque anni non abbiamo governato proprio brillantemente» dice Salvatore Deidda. Ma a pesare è soprattutto la convinzione che i leghisti abbiano fatto voto disgiunto a favore di Todde. Soprattutto nel capoluogo, di cui Truzzu era sindaco.

 

Per i leghisti, è davvero un po’ troppo: «Tra Todde e Truzzu, a Cagliari ci sono più di 13 punti di differenza — sbotta un leghista non sardo —. Noi abbiamo preso il 4%...». C’è chi ricorda i numerosi appuntamenti elettorali di Salvini in Sardegna, la costante presenza dei luogotenenti e sì, anche il fatto di aver dovuto cambiare i propri piani e le liste. […]

 

FORTE E FIERA - IL MANIFESTO DI GIORGIA MELONI IN SARDEGNA

Nulla di tutto ciò emerge nel pranzo a Palazzo Chigi (polpette e insalata) tra la premier Meloni e i vice Salvini e Tajani. A quell’ora, lo spoglio è ancora lontano dalla conclusione e il clima sarà anche stato «disteso». Ma le questioni aperte nella coalizione restano. Per esempio, il candidato in Basilicata e anche il candidato sindaco a Cagliari, rivendicato dalla Lega. Sull’argomento si riunirà forse oggi il tavolo di coalizione.

 

E se FdI arretra al 14%, anche per la Lega resta una brutta giornata. Quel 3,7% (a tre quarti dello spoglio) andrà pure sommato al risultato del Psd’Az, ma fa vedere nero e non solo per le Regionali imminenti. […]

 

3. TRADIMENTI E VELENI

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo e Francesco Olivo per “La Stampa”

 

le faccine di giorgia meloni al comizio per paolo truzzu

Un pranzo che si vuole far passare come un normale appuntamento. Un menù frugale, polpette e insalata, e tanta voglia di nascondere delusioni, recriminazioni, sospetti di tradimento nelle urne in Sardegna, che potrebbero rivelarsi veleno per la coalizione di governo.

 

Sono le quattro del pomeriggio di ieri, quando da Palazzo Chigi fanno sapere di un incontro tra Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini. Il centrodestra è già certo della sconfitta, nonostante la lentezza dello spoglio e i flussi dei risultati che creano un effetto illusorio sul vero vincitore.

 

La premier ha bisogno di contenere sin da subito la disgregazione causata dal voto, e di addomesticare le reazioni. Rivolge una preghiera ai due vice: «Comunque vada evitiamo divisioni». Meloni conosce le dinamiche politiche. Sa che un minuto dopo la certificazione della vittoria della candidata del centrosinistra, le addosseranno la responsabilità della sconfitta. Di più. È consapevole che tutti e due gli alleati, Lega e Forza Italia, considerano la disfatta sarda come «la fine del mito dell'invincibilità» della leader. D'altronde è lei ad aver imposto Paolo Truzzu, come fece a Roma con Enrico Michetti […]

 

MATTEO SALVINI BRINDA DOPO LE ELEZIONI IN SARDEGNA - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Meloni adesso dovrà fare i conti con le sue stesse scelte. I leghisti in Sardegna sono sprofondati a percentuali di altri tempi e hanno poco da festeggiare. Ma, come sempre avviene, tutto può essere rapidamente relativizzato. E così Fratelli d'Italia già sa che da questa mattina sarà rimesso in discussione anche il no al terzo mandato. Il governatore leghista del Veneto Luca Zaia tornerà alla carica, puntando su un argomento che ha il suo peso: la credibilità dei candidati.

 

E in fondo è lo stesso motivo che potrebbe spingere Meloni a superare gli ultimi dubbi sulla propria candidatura come capolista per le Europee di giugno. Fonti a lei vicine sono convinte che alla fine sceglierà di correre, pure per non cadere in contraddizione con quanto sostenuto in questi mesi.

 

PAOLO TRUZZU - GIORGIA MELONI

E cioè che bisogna misurarsi con il consenso dei cittadini, anche quando si è alla guida del governo. È una scommessa su quanto vale il nome "Meloni" e il suo volto sui cartelloni. In Sardegna - dove l'immagine della premier era stata piazzata un po' ovunque - non c'è stato l'effetto traino sperato.

 

Nell'immediato la premier deve preoccuparsi di quanto durerà il patto siglato nel pranzo di ieri con Tajani e Salvini. Sarà complicato trattenere tutti i rancori covati in queste ultime settimane, in parte già esplosi, proprio sulla scelta del candidato sardo e sulla questione del terzo mandato dei governatori. Potrebbe trattarsi solo di un assaggio della battaglia che si scatenerà da qui alle Europee.

 

[…] I meloniani sono convinti che un fatto decisivo della sconfitta sia stato il voto disgiunto. Per tutto il pomeriggio i fedelissimi della premier hanno osservato con inquietudine che la differenza tra la percentuale del candidato governatore e quella della somma delle liste del centrodestra, oltre il 3%, coincideva più o meno con quella ottenuta dalla Lega. I dirigenti di FdI avevano messo in conto di rinunciare a parte dei voti del Partito sardo d'Azione, il movimento di Solinas affiliato al Carroccio pronto a vendicarsi per la defenestrazione da governatore.

 

matteo salvini in ogliastra

Sospetti che gli interessati, peraltro, non negano. Fuori dal comitato elettorale di Truzzu un dirigente sardista ieri se la rideva di gusto: «Andate a vedere l'effetto del voto disgiunto a Cagliari e Quartu. A Roma devono capire che non possono imporci nulla a casa nostra». Insomma, è facile prevedere che l'accusa di slealtà non sparirà in poche ore.

 

Tanto più che alle porte c'è un altro appuntamento che a questo punto - è il timore di FdI - potrebbe diventare meno scontato di quanto appariva fino a ieri: le Regionali in Abruzzo. D'altronde la Lega non aveva reso facile il via libera a Marco Marsilio, governatore uscente in quota Meloni. Così, un vantaggio chiaro, ma non enorme, potrebbe non bastare a lasciar la premier tranquilla in vista del voto del 10 marzo.

 

MATTEO SALVINI CON LA FELPA DELLA SARDEGNA

I territori fanno emergere tutte le tensioni tra i leader. Prima di capitolare su Truzzu, Salvini aveva attaccato l'«arroganza» della premier: «Berlusconi era attento a non umiliare i partiti più piccoli». Oggi torna a riunirsi il tavolo del centrodestra sulle amministrative. Le città (compresa Cagliari, la Waterloo sarda) non sono ancora stata assegnate. La settimana scorsa era finita in un nulla di fatto. E il ministro e cognato di Meloni, Francesco Lollobrigida, aveva fatto un appello: «Divisi perdiamo». Parole identiche a quelle usate ieri dalla premier. Fratelli d'Italia da oggi è più debole. Di sicuro è così che appare agli alleati.

le faccine di giorgia meloni al comizio per paolo truzzu giorgia meloni comizio per paolo truzzu sardegna 3A TRATTORE FATALE - MEME BY EMILIANO CARLI giorgia meloni a porta a porta 12SCRITTA SUL MANIFESTO DI GIORGIA MELONI IN SARDEGNA giorgia meloni a porta a porta 18