DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1. SALVINI: “TORNARE A FARE IL MINISTRO DELL'INTERNO SAREBBE STUPENDO”
Estratto dell’articolo di Federico Capurso per www.lastampa.it
MATTEO PIANTEDOSI MATTEO SALVINI
«Tornare a fare il ministro dell'Interno sarebbe stupendo». Matteo Salvini a Roma incontra alcuni militanti della Lega e si lascia andare alla nostalgia del Viminale. Nessuno sfratto imminente per Matteo Piantedosi, assicura, «un fratello che non ho intenzione di sostituire», ma per il futuro la voglia c'è.
Si è a lungo scritto, nei giorni della formazione del governo Meloni, del veto opposto dal Quirinale all'ipotesi di un suo ritorno all'Interno, concretizzatosi nella decisione di Giorgia Meloni di nominarlo ministro dei Trasporti, ma «se qualcuno in passato pensava che non potessi più andare al Viminale perché ero un potenziale delinquente e sequestratore, adesso cade questo pensiero.
matteo salvini giulia bongiorno - assoluzione processo open arms - foto lapresse
Ora il riconoscimento di aver fatto il mio dovere ripaga di tante amarezze. Essere assolti perché il fatto non sussiste vuol dire che gli “intellettualoni di sinistra” per tre anni hanno scritto sciocchezze o raccontato sciocchezze in televisione, secondo una sentenza di primo grado di un tribunale della Repubblica».
Il leader della Lega ha poi riferito di «una cordiale telefonata» con l'amministratore delegato di Mediaset Pier Silvio Berlusconi. Il ministro – fa sapere la Lega – ha particolarmente apprezzato l'attenzione e la gentilezza di Pier Silvio Berlusconi, e ha ricordato con grande affetto le battaglie per una Giustizia giusta affrontate da Silvio Berlusconi e che il centrodestra vuole portare a termine. […]
2. IL CAPOLINEA DEL CAPITANO
Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “La Stampa”
matteo salvini giulia bongiorno - assoluzione processo open arms - foto lapresse
Per paradosso, pesa quasi più della condanna a sei anni di carcere, chiesta dall'accusa nel processo di Palermo, l'assoluzione di Salvini dall'ipotesi di sequestro di persona per l'arcinota vicenda della nave ong Open Arms, a cui fu negato per giorni l'attracco in un «porto sicuro» malgrado le condizioni di salute e di bisogno in cui versavano i 147 migranti raccolti in mare, nel Canale di Sicilia. Le due conclusioni favorevoli agli imputati – quella per Renzi di giovedì e quella per il leader leghista di ieri – sono in realtà molto differenti.
Mentre il primo si era dichiarato innocente, protestando (comprensibilmente, visto che nel corso della vicenda si era arrivati all'arresto dei genitori, poi assolti) per l'atteggiamento vessatorio dei magistrati nei confronti suoi e della sua famiglia, il secondo aveva continuato a rivendicare la sua condotta, ripetendo qui e là «lo rifarei», perché a suo dire si trattava del legittimo svolgimento di una politica: la sua.
massimiliano romeo matteo salvini
E soltanto sua, viene da aggiungere, visto il tenore delle testimonianze, ritortesi contro di lui, dell'allora premier del governo gialloverde Conte e dell'allora capo politico del Movimento 5 stelle – nonché ministro dello stesso esecutivo – Di Maio. […]
Va detto che il Salvini del 2019 era salito alla guida dell'intero centrodestra grazie al buon risultato (17%, secondo solo a quello dei pentastellati) conseguito nelle elezioni politiche del 2018. E aveva poi raddoppiato (34%) nelle europee del 2019, percentuale che sognava di ripetere o superare facendo saltare il governo con la famosa (tristemente famosa) crisi del Papeete e portando il Paese a elezioni anticipate che invece non ci furono.
VOGLIAMO I COLONNELLI - ROBERTO VANNACCI - MEME BY MACONDO
[…] Salvini era poi stato costretto dai suoi a sostenere Draghi, lasciando alla stessa Meloni il vantaggio di ritrovarsi l'unica a lottare contro l'esecutivo tecnico di unità nazionale voluto dal Quirinale. E cominciando un declino le cui conseguenze si videro nelle elezioni del settembre 2022, con la leader di Fratelli d'Italia che raccolse più del doppio dei voti dei suoi alleati, che stentavano sull'8-9%. Un tonfo, per il Capitano leghista.
Malgrado ciò Salvini ha continuato la sua corsa, sterile dal punto di vista dei consensi, tanto che a giugno ha dovuto ricorrere all'aiuto carico di ambiguità di Vannacci, ma indispensabile, forse, a tenersi in piedi, mentre il Carroccio, soprattutto la parte nordista, cominciava a mugugnare sulla temuta ipotesi che a un certo punto il leader potesse affiancarsi il generale appassionato della X Mas, e perfino metterlo al suo posto.
matteo salvini roberto vannacci 6presentazione del libro controvento
Così, mentre le azioni del Capitano continuavano a scendere, malgrado la campagna incessante contro i magistrati di Palermo e una continua richiesta di solidarietà a cui l'elettorato non rispondeva, i leghisti del Nord si sono riorganizzati e hanno imposto alla segreteria della Lega lombarda, il «core business» del partito, il capogruppo al Senato Romeo, oggi perfino un possibile candidato per il dopo, nel caso appunto dovesse rivelarsi necessario convincere/costringere alle dimissioni un Salvini ridotto senza argomenti e incapace di riconoscere che sono arrivate al capolinea, sia la sua Lega trasformata in un partito di estrema destra, filoputiniana, antieuropea, pur dotata di un'identità riconoscibile che nessuno può negarle, sia l'altra sua Lega nazionale «per Salvini premier», obiettivo ormai fuori dalla realtà.
Non sarà facile convincere il Capitano a scendere dalla tolda della sua nave che ormai fa acqua da tutte le parti.
matteo salvini assolto nel caso open arms - vignetta by vukic
Le regole interne della Lega sono costruite in modo da lasciargli sempre l'ultima parola, ma si sa che in qualsiasi storia politica, anche quella di un leader carismatico come Salvini è stato indubbiamente, il momento, quando arriva, arriva. E la saggia assoluzione dei giudici di Palermo spinge chiaramente in quel senso.
MATTEO PIANTEDOSI MATTEO SALVINI
matteo salvini - piano industriale fs - foto lapresse
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