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1- UE: RINVIATO TRILATERALE ITALIA-FRANCIA-GERMANIA SU RICHIESTA SARKOZY
Radiocor - E' stato rinviato il vertice trilaterale Italia-Francia-Germania programmato per venerdi' prossimo, 20 gennaio, a Roma. La richiesta del rinvio, si apprende da fonti governative italiane, e' stata avanzata dal Presidente francese Nicolas Sarkozy per 'improvvisi impegni di natura interna'. Contatti sono comunque in corso per studiare nuove date o modalita' di incontro.
2- FRANCIA: MOODY'S CONFERMA 'AAA' E OUTLOOK STABILE, MA VEDE RISCHI
Radiocor - Moody's conferma per ora il rating 'AAA' con outlook 'stabile' per la Francia, ma non nasconde che si sono alcune nubi all'orizzonte. 'Il rating 'AAA' della Francia potrebbe essere messo sotto pressione - scrive Moody's in una nota - se il rapporto fra debito e Pil continuera' a crescere e se la crisi del debito dell'eurozona peggiora'. Per l'agenzia di rating, Parigi ha oggi meno margini di manovra sulle finanze pubbliche rispetto al 2008. Moody's s conferma l'intenzione, gia' comunicata, di 'rivedere il sistema complessivo dei rating sovrani nell'Unione Europea e di aggiornare nel primo trimestre del 2012' i propri giudizi.
3- MARINE LE PEN VOLA NEI SONDAGGI CON LA RICETTA ANTI-EUROPEISTA
Gianni Marsilli per La Stampa
A sentirla, i giornalisti presenti giovedì alla sede del Fronte nazionale di Nanterre erano quasi a disagio. Se suo padre schizzava veleno, lei snocciola cifre. Se suo padre era tutta politica, lei è tutta economia. Se il pezzo con il vecchio Jean Marie veniva fuori facile facile, magari incarognito da qualche battutaccia sui forni crematori, con Marine non è più così: attenta al linguaggio, ora si vuole anche tecnicamente preparata. Che poi lo sia veramente, è un altro paio di maniche. Ma che racconti baggianate va dimostrato, volta per volta.
Soprattutto perché vola nei sondaggi: ne sono arrivati due (Ifop e Csa) che per la prima volta la quotano sopra il 20 per cento. Per l'Ifop è al 21,5, un paio di punti dietro Nicolas Sarkozy: in prima fila, pronta a saltare sul palcoscenico del secondo turno. Nel 2002, quando l'impresa riuscì a suo padre, bastò il 16,8 per cento. Per la cronaca, si vota tra cento giorni.
Il programma? In sintonia con i tempi. Innanzitutto fuori dall'euro, operazione che lei ritiene soft: svalutazione del franco del 9% (almeno del 20, obiettano gli economisti), costo per le finanze pubbliche limitato a 2 miliardi di euro. Però la Banque de France, dice lei, potrebbe prestar soldi allo Stato, e il vantaggio di non dover più salvare Grecia o Portogallo sarebbe superiore a 20 miliardi. E via di questo passo, puntigliosamente, a cominciare dall'elargizione di assistenza sanitaria, posti di lavoro, alloggi ai soli "francesi". Un suicidio? Certo, e anche un euromicidio, perché ne conseguirebbe la richiesta di rinegoziare i trattati europei, l'introduzione di dazi, la chiusura agli stranieri. Ma intanto il ripiego nazionalista dà i suoi frutti.
In queste ultime settimane François Hollande ha perso 8 punti presso l'elettorato operaio, Marine ne ha guadagnati 9. Al solito, votano Le Pen gli orfani della gauche e le vittime della crisi. François Hollande ha visto il pericolo con ritardo, e adesso denuncia la "banalizzazione" del voto lepenista. Un'inchiesta assai seria (Csa) ha mostrato una nuova disinvoltura nell'elettorato: il 27 per cento degli elettori lepenisti voterebbe Hollande al secondo turno, il 32 per cento Sarkozy. Con Chirac e Jean Marie, i lepenisti al secondo turno restavano a casa. Vivevano trincerati e appestati, oggi comunicano e scambiano.
Il socialista Hollande, per quanto perda qualche colpo, rimane in testa al primo turno (attorno al 30 per cento). Sarkozy, per quanto sia in ripresa, è dietro, tallonato da Marine Le Pen. Quarto il centrista François Bayrou, per ora attorno al 13 per cento ma con un buon margine di recupero. Da qui a tre mesi tutto sarà possibile, anche un secondo turno tra Bayrou e Le Pen. Lei pregusta il trionfo, che coronerebbe la "modernizzazione" del partito. Il quale, se ha chiuso in un armadio l'antisemitismo e le teste rasate, per il resto non è cambiato: l'ispirazione è sempre xenofoba e ottusamente sovranista. O "nazionale" che dir si voglia.
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