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Michela Allegri per "Il Messaggero"
Consulenze milionarie opache, fondi per finanziare la campagna elettorale, persino commissioni sospette. Il giorno dopo la sentenza a tre anni di reclusione per corruzione, emergono dai fascicoli giudiziari altre accuse che incrinano forse definitivamente la figura dell'ex presidente francese Sarkozy e di fatto gli precludono qualsiasi possibilità di tornare sulla scena politica transalpina.
SARKOZY E MERKEL RIDONO DI BERLUSCONI
I tempi in cui Sarkò sorrideva ironico in favore di telecamera durante i vertici europei parlando dell'Italia e dell'allora premier Silvio Berlusconi, sembrano lontani, eppure era solo il 2011.
Due giorni fa è stato condannato per corruzione per avere cercato di ottenere informazioni riservate da un magistrato in cambio di favori, e nelle prossime settimane dovrà affrontare altri inquirenti per chiarire il suo ruolo in diverse altre vicende poco chiare.
LA LIBIA
Una delle indagini più delicate riguarda i suoi i legami con la Libia: Sarkozy è accusato di avere ricevuto tangenti da Muammar Gheddafi per finanziare la propria campagna elettorale del 2007.
Avrebbe accettato milioni di euro dal regime, poi rovesciato nel 2011 dopo una campagna della Nato guidata proprio dalla Francia. Gli investigatori sospettano che la campagna sia stata finanziata tramite quel denaro, ma anche grazie ai proventi della vendita, avvenuta nel 2009, di una villa in Costa Azzurra ad un fondo di investimento libico gestito da Bashir Saleh, l'ex capo dello staff del colonnello Gheddafi.
LA CAMPAGNA ILLEGALE
Ma non è tutto. A mettere nei guai il politico c'è anche il caso Bygmalion, sul finanziamento illegale della campagna elettorale del 2012: Sarko avrebbe consapevolmente sforato il tetto delle spese consentito di 22,5 milioni di euro, spendendone altri 20,5. Una vicenda che coinvolge altre 13 persone e la società di comunicazione Bygmalion, che avrebbe emesso numerose fatture false a carico del partito dell'ex capo dell'Eliseo.
Poi c'è un altro caso di presunta corruzione nell'ambito di un contratto internazionale di 2 miliardi di euro siglato tra il Kazakistan e l'azienda Eurocopter in merito all'ordine di 45 elicotteri: una fattura gonfiata avrebbe permesso all'intermediario di ottenere una commissione molto più alta.
All'epoca dei fatti Sarkozy aveva preso parte al negoziato in qualità di capo dello Stato. E c'è l'affaire Karachi, che riguarda due contratti, firmati nel 1994, per la vendita di sottomarini e armi al Pakistan e all'Arabia Saudita, che avrebbero generato retrocommissioni servite a finanziare la campagna presidenziale dell'ex premier Edouard Balladur, nel 1995. All'epoca Sarkozy era ministro del Bilancio, e portavoce della campagna.
L'AFFARE RUSSO
Ma la vicenda che sembra essere la più imbarazzante per l'ex presidente francese è recentissima e coinvolge una società russa di assicurazioni, la Reso-Garantia: l'accusa è traffico di influenze e riguarda un contratto di consulenza firmato da Sarkozy per 3 milioni di euro.
Il politico sarebbe stato assunto come consigliere dal gruppo di proprietà dei due fratelli miliardari Sergei e Nikolai Sarkisov e le indagini avrebbero documentato che Sarkozy avrebbe già incassato 500mila euro come prima tranche del compenso pattuito per le sue attività.
Le indagini sono scattate dopo la segnalazione dell'unità nazionale antifrode francese, Tracfin, che - in questo contesto - avrebbe considerato sospetta l'acquisizione da parte della compagnia assicurativa Axa del 36,7% della compagnia russa, dal momento che la stessa Axa è uno dei principali clienti dello studio legale Realyze, cofondato da Sarkozy nel 1987.
E adesso i magistrati francesi vogliono capire che ruolo abbia avuto l'ex presidente francese in quella transazione, nella doppia veste di consulente legale di Axa attraverso lo studio Realyze e di consigliere di Reso-Garantia dei fratelli Sarkisov.
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