DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Giovanna Vitale per “la Repubblica-Roma”
È la mossa della disperazione. De "la va o la spacca". Che se la spacca, la spacca proprio male e la telenovela dell' Auditorium rischia di diventare una comica. Perché la soluzione individuata dal capo di gabinetto del Campidoglio Luigi Fucito in tandem con il presidente dell' Auditorium (in proroga) Aurelio Regina e l' ad (in uscita) Carlo Fuortes è uno di quegli escamotage talmente arditi, anche sotto il profilo giuridico, da risultare quasi inverosimile.
Ebbene, la triade da settimane al lavoro per ovviare alla fatale dimenticanza del sindaco Marino, partito per le ferie d' agosto senza firmare la nomina del cda vip - che da 16 componenti deve ora scendere a 5 per legge sopravvenuta - ha partorito il seguente percorso per uscire dall' impasse: convocare un board ibrido, una specie di ircocervo, composto in parte da nomi appena designati (i 4 della Camera di Commercio, l' unico socio fondatore ad aver notificato l' atto entro i termini), in parte da vecchi consiglieri. Per fare cosa? Modificare lo Statuto, ridurre a norma le poltrone e magari istituire anche quel Comitato d' onore pensato per risarcire gli esclusi eccellenti.
E perciò: «Buongiorno, si comunica che il prossimo Consiglio di Amministrazione di Fondazione Musica per Roma è fissato per il giorno giovedì 6 ottobre 2015 alle ore 12 presso gli uffici di Viale Pietro de Coubertin, 10 Roma», scrive nella mail con il Save the date Agar D' Errico, assistente del presidente Regina.
«L' importanza della presenza in numero quasi totalitario è necessaria per il funzionamento stesso della Fondazione - prosegue la nota -, si prega pertanto di garantire la presenza al CdA eventualmente anche in collegamento telefonico. Nei prossimi giorni invieremo la documentazione e l' ordine del giorno».
Ora, a parte il macroscopico errore nella data (il 6 ottobre è martedì e non giovedì), secondo il parere legale commissionato dall' Auditorium sarebbe tutto legittimo. A patto, ovviamente, che alla riunione si presentino tutti e 16, l' unico modo per costituire validamente il "nuovo-vecchio" cda.
Il rischio di defezioni è infatti altissimo: il che, ça va sans dire , determinerebbe il fallimento del piano. Intanto perché diversi fra quelli da richiamare in servizio (da Aurelio De Laurentis ad Andrea Guerra, passando per Mario Marazziti), ancorché ancora in carica per l' ordinaria amministrazione, potrebbero non avere alcun interesse a giocare una partita tanto controversa, oltretutto considerando che sono stati già fatti fuori dalla futura governance.
aurelio regina e carlo fuortes
Chi invece dovrebbe certamente partecipare sono, oltre a Fuortes, tutti i nominati dal centrodestra nel 2011 (dall'allora governatrice Polverini per la Regione e dall' ex sindaco Alemanno per il Campidoglio), i primi d' agosto riconfermati da Marino: il solito Regina, Abete, Gianni Letta e Malagò, oltre al presidente di Santa Cecilia dall' Ongaro, che è membro di diritto.
gianni letta ilaria d amicoLavinia Biagiotti
Un' iniziativa che, tra l' altro, potrebbe riscuotere scarso consenso anche tra i 4 nuovi consiglieri designati dalla Camera di Commercio: Lavinia Biagiotti (vicepresidente), Paola Santarelli, Stefano Barigelli e Umberto Croppi. Quattro su 5, con la riduzione del cda, potrebbero infatti saltare. In brutale sintesi, sarebbe come invitare i capponi al pranzo di Natale.
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