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LO SCHIAFFO DELL'AMBASCIATORE AMERICANO A RENZI - JOHN PHILLIPS SCRIVE UNA DURISSIMA LETTERA CONTRO IL PREMIER: ''GLI USA NON DANNO INDICAZIONI ALL'ITALIA''. MA QUALE INGERENZA: È STATA LA PINOTTI A DIRE DI INVIARE IN LIBIA CINQUEMILA UOMINI. SE LA PRENDA CON LEI

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1. L’AMERICA SBUGIARDA RENZI

Massimiliano Scafi per “il Giornale

 

JOHN PHILLIPS 2JOHN PHILLIPS 2

 Ma quale ingerenza. «É stata l' Italia a indicare pubblicamente la sua volontà di inviare in Libia cinquemila uomini» dice l' ambasciatore John Philips: da via Veneto, assicura, o da Washington nessuna ingerenza, Matteo Renzi se la prenda semmai con il suo ministro della Difesa.

 

É stata infatti Roberta Pinotti, venti giorni fa in un' intervista al Messaggero a fare quella cifra: «Se in Afghanistan abbiamo mandato fino a cinquemila soldati, in un Paese come la Libia che ci riguarda molto più da vicino e in cui il rischio di deterioramento è molto più preoccupante per noi, la nostra missione può essere significativa e impegnativa, anche numericamente».

 

john r phillips e la mogliejohn r phillips e la moglie

Peccato che il premier non sia per niente d' accordo, anche perché, stando ai sondaggi, l' 80 per cento degli italiani sono contro la guerra. «Non mando cinquemila uomini a invadere la Libia, la missione non è all' ordine del giorno, questo non è un videogioco», così l' altro giorno nel salotto tv di Barbara D' Urso se l' è presa con chi, come ad esempio Philips parlando con il Corriere della Sera, dava per scontato lo sbarco delle truppe in Africa. Valutazioni che Palazzo Chigi ha considerato «un' ingerenza».

 

Ora però da Via Veneto rispondono a tono. Il gergo è sempre diplomatico, il tono è piccato. Cinquemila? Duemila? Nessuno? «Spetta all' Italia decidere e definire i dettagli del suo intervento», precisa l' ambasciata. Ma, appunto, Roma decida. «Gli Stati Uniti - si legge nella nota - lavorano insieme agli alleati, compresa l' Italia, alla pianificazione di una forza internazionale che possa assistere un governo libico di unità nazionale a ristabilire la sicurezza nella capitale. In quest' ottica l' ambasciatore, rispondendo a una domanda, ha semplicemente detto che l' Italia ha pubblicamente indicato la sua volontà di mandare cinquemila uomini».

roberta pinotti e john phillipsroberta pinotti e john phillips

 

Niente «suggerimenti», niente «raccomandazioni», solo «un commento nell' ambito di un dibattito pubblico». Il comunicato chiude con i rituali «apprezzamenti per il ruolo che l' Italia svolge per la pace in Libia».

 

Resta da capire quale sarà questo ruolo. Secondo il Guardian cinquemila è il numero complessivo del soldati della coalizione che partirà quando le condizioni politiche lo permetteranno. In realtà le forze speciali di diversi paesi sono già in azione a Tripoli. La posizione di Renzi resta prudente: «L' unico modo per prevedere un nostro intervento militare è nell' ambito di un' iniziativa internazionale su richiesta di un governo libico che sia solido».

 

Insomma, c' è tempo, come spiega il ministro della Giustizia Andrea Orlando: «Anche se non si va verso un governo di unità nazionale, si deve lavorare per la composizione di una coalizione che sia in grado di essere un referente su quel territorio e per l' interlocuzione con la comunità internazionale. Questi due livelli su cui l' Italia sta lavorando non autorizzano nessun tipo di avventura e di azzardo».

RENZI PHILLIPS JOHN KERRYRENZI PHILLIPS JOHN KERRY

 

Prima comunque se ne dovrebbe discutere in Parlamento, anche se il nuovo decreto sulle missioni all' estero consente al governo di condurre iniziative con unità speciali senza passare per le Camere.

 

Per l' ex ministro prodiano Arturo Parisi «il testo si presta a distorsioni». Ma per Nicola Latorre, presidente della commissione Difesa, «si tratta di unità numericamente assai esigue, poche decine di persone che non agiscono dal punto di vista bellico».

 

 

2. GLI USA NON DANNO INDICAZIONI ALL’ITALIA

Lettera di John Phillips, ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, al "Corriere della Sera”

 

RENZI PINOTTIRENZI PINOTTI

Caro Direttore, la scorsa settimana ho rilasciato un' intervista al Corriere della Sera su un' ampia gamma di temi di politica estera. Sfortunatamente un titolo sensazionalistico su un altrimenti accurato resoconto ha rappresentato in modo errato le mie dichiarazioni e causato una copertura mediatica imprecisa, commenti e preoccupazione.

 

Gli Stati Uniti e i suoi alleati, Italia compresa, lavorano alla pianificazione di una possibile forza di coalizione che possa assistere un Governo libico di unità nazionale nel ristabilire la sicurezza nella capitale. Si tratta di una sfida che richiede la collaborazione dell' intera comunità internazionale e della Libia per raggiungere il miglior risultato.Per evitare che insorgano ulteriori malintesi, vorrei riaffermare le mie dichiarazioni originali.

RENZI PINOTTIRENZI PINOTTI

 

In risposta alla domanda, «A suo avviso, che cosa l' Italia dovrebbe mobilitare per la forza di sicurezza e stabilizzazione che il Ministro della Difesa Roberta Pinotti chiama Liam (Libya International Assistance Mission)», ho risposto: «Ho semplicemente detto che l' Italia ha pubblicamente indicato la sua volontà di inviare circa cinquemila italiani. Per quanto riguarda la preparazione e la tempistica, si tratta di decisioni che non sono state ancora prese».

 

Non si è affatto trattato di un suggerimento o di una raccomandazione da parte degli Stati Uniti. Ho solo commentato nell' ambito di un ampio dibattito pubblico, in cui fonti italiane discutevano il possibile impegno e leadership dell' Italia per un' iniziativa internazionale di sicurezza a sostegno di un nuovo governo libico di unità nazionale. Spetta naturalmente all' Italia decidere e definire i dettagli del suo impegno.

RENZI PINOTTIRENZI PINOTTI

 

Gli Stati Uniti apprezzano profondamente il supporto assicurato dall' Italia al processo di pace in Libia e il ruolo che svolge per la stabilità e la sicurezza nell' intera area del Mediterraneo e del Medio Oriente. Il Presidente Obama lo ha sottolineato direttamente al Presidente Mattarella in occasione dell' incontro a Washington lo scorso 8 febbraio. Desideriamo continuare a collaborare con l' Italia e gli altri partner nel promuovere la stabilità nella regione del Mediterraneo.

Cordialmente, John Phillips Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia

 

 

3. LA REPLICA

Da “il Corriere della Sera

 

Prendiamo atto della precisazione, ma a nostro avviso il titolo rispecchiava il contenuto dell' intervista e non attribuiva all' ambasciatore alcun diktat all' Italia sulla Libia.