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Tonia Mastrobuoni per “la Stampa”
La trattativa tra la Grecia e la Ue, ripetono le parti in campo, è appena iniziata. E le posizioni negoziali sono notoriamente agli antipodi. Sugli impegni con la trojka, sul debito, sulla Russia. Scontato, dunque, che Wolfgang Schaeuble abbia sottolineato all’ultimo consiglio dei ministri che «possiamo fare a meno della Grecia», come riporta una fonte tedesca. Ma per il suo viaggio ad Atene, il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz è partito con un intento chiaro.
Convincere il nuovo premier greco, Alexis Tsipras, a convergere il più velocemente possibile su «una base di dialogo comune» e spiegargli che il problema vero, contrariamente a quanto si legge in tanta propaganda greca di destra e di sinistra, «non è la Germania; sono la Finlandia e l’Olanda».
Ai suoi collaboratori il socialdemocratico tedesco ha confidato che è all’Aia e a Helsinki che si colgono i segnali più forti di impazienza, dopo il trionfo di Tsipras alle elezioni di domenica scorsa e i primi, clamorosi strappi (mercoledì il governo ha già congelato le privatizzazioni). Berlino è in una posizione meno rigida; al leader di Syriza converrebbe considerare i tedeschi dei mediatori importanti, e non dei nemici.
Il colloquio
Dopo due ore di colloquio «franco e costruttivo», come Schulz lo ha descritto in conferenza stampa, ammettendo che nel linguaggio diplomatico significa che sono volate anche le scintille (a quanto pare soprattutto sulle sanzioni alle Russia), Tsipras ha sostenuto che la Grecia ha bisogno di «tempo» per fare il suo «ampio» piano di riforme, che «non saranno fatte in deficit».
Ma il messaggio centrale, che Schulz ha sottolineato durante il breve incontro con i giornalisti, è che sul debito Atene non farà colpi di testa. Il governo greco, ha scandito, «non prenderà decisioni unilaterali; è disponibile a discutere in modo costruttivo». Tsipras, «non farà mosse solitarie». Il premier greco, dal canto suo, ha ribadito che Atene «non continuerà a seguire la strada sbagliata dell’austerità». Intanto il presidente della Commissione Jean Claude Juncker avvertiva: non si cancella il debito, gli altri Paesi non lo accetterebbero.
Stop all’austerità
A porte chiuse, riporta una fonte governativa greca, il colloquio tra i due è stato piuttosto dettagliato. Entrambi hanno concordato sul fatto che l’austerità non può essere una soluzione per la crisi economica e sociale dell’Europa. E anche Schulz ha ammesso che il negoziato tra Atene e le istituzioni internazionali «prenderà tempo».
Tsipras ha illustrato poi il suo piano di riforme: la serietà delle sue intenzioni sulla lotta alla corruzione, ha precisato ad esempio, è testimoniato dalla scelta di creare addirittura un ministro anti-corruzione. E il premier ellenico ha anche sostenuto la necessità di creare un sistema di tassazione «stabile, semplice ed equo» e di lottare contro l’evasione fiscale (un dettaglio elogiato poi da Schulz in conferenza stampa).
Il debito
Ma Tsipras ha anche sfoderato con Schulz il suo armamentario anti-trojka. Atene «chiederà di rivedere al ribasso l’obiettivo irrealistico di un avanzo primario al 4,5% fino al 2020», stando alla fonte governativa.
Sul debito, Tsipras è stato più morbido del solito, limitandosi a chiedere un taglio e la moratoria sui debiti ma senza quote o dettagli. E mentre sosteneva la necessità di escludere gli investimenti dal conteggio del deficit, Schulz lo ha interrotto per dirgli che la logica di applicare il 3% anche ai cofinanziamenti «non ha senso».
matteo renzi pier carlo padoan
Un argomento caro anche al governo italiano. Non a caso Tsipras sarà a Roma il 3 febbraio per incontrare il premier Renzi e il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis vedrà Padoan.
Schulz ha successivamente incontrato i leader dei maggiori partiti greci - Nea Demokratia, Pasok e To Potami, non i comunisti e i neonazisti - escludendo curiosamente l’alleato di governo di Tsipras, l’ultranazionalista Panos Kammenos. E ha anche sostenuto che avrebbe preferito un’alleanza di Syriza con il partito dell’ex giornalista Theodorakis, To Potami.
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