FLASH! - LA DISCESA IN CAMPO DEL PARTITO DI VANNACCI E' UNA PESSIMA NOTIZIA NON SOLO PER SALVINI,…
Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
Il dossier è aperto, il confronto con il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, è continuo. Perché la decisione sullo scioglimento del Campidoglio non è l’unica spina nel fianco del ministro dell’Interno Angelino Alfano.
alfonso sabella assessore alla legalita per ignazio marino
C’è il coinvolgimento del sottosegretario Giuseppe Castiglione, uomo forte del suo partito e a lui molto legato, indagato dalla Procura di Catania per le tangenti che sarebbero state versate dalla cooperativa «La Cascina» al delegato del Viminale Luca Odevaine per l’appalto del centro di Mineo. E c’è lo scandalo sulla gestione dei migranti che espone l’Italia nei confronti dell’Europa, in un momento delicatissimo nella trattativa con gli altri Stati membri per la distribuzione degli stranieri che a migliaia continuano ad approdare sulle nostre coste.
ignazio marino e il dalai lama che sbadiglia
Non a caso a metà pomeriggio invia un tweet per esprimere «sostegno pieno alle inchieste contro marciume, ladri e ruberie su disperati. La squadra Stato sa #farepulito su di se #farepresto», che vuole essere un segnale preciso a chi continua ad attaccarlo e chiede le sue dimissioni.
La partita più delicata sembra essere proprio quella che riguarda il destino del sindaco Ignazio Marino. La decisione non è stata ancora presa ma quando si ragiona sul futuro, Alfano non smentisce la linea morbida che sta prendendo piede nel governo «perché sarebbe davvero difficile sciogliere per mafia il Comune della capitale d’Italia, per di più nell’anno del Giubileo».
IGNAZIO MARINO E PAPA BERGOGLIO
Con il presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva parlato del problema dopo la prima ondata di arresti, la questione non è stata nuovamente affrontata. Si attende la relazione di Gabrielli che dovrebbe arrivare il 16 giugno al termine del lavoro della commissione di accesso. E si aspetta soprattutto la procedura prevista per i successivi 45 giorni che prevede la riunione del comitato allargato ai pubblici ministeri titolari delle indagini.
«Non ho visto nulla, non so nulla perché non voglio assolutamente interferire», chiarisce Alfano prima di precisare che «l’indicazione tecnica dovrà naturalmente orientare quella politica, anche se non è affatto scontato che si seguano alla lettera le indicazioni. Bisognerà vedere il livello di inquinamento mafioso di ogni appalto, verificare se effettivamente ci fosse un metodo comune per aggiudicarsi tutte le gare pubbliche. E poi farò la mia proposta, tenendo conto che l’indicazione del ministro certamente non è vincolante per il consiglio».
Il pensiero va a quanto accaduto qualche settimana fa per i comuni di Scicli e Cagnano Varano con un’ampia discussione «perché lo scioglimento non è mai un atto dovuto, la decisione è collegiale ed è la stessa legge a specificare come la valutazione tecnica non possa mai prescindere da quella politica». O, molto più grave, quanto accadde nel 2009 quando si pose il problema di sciogliere il Comune di Fondi.
Valutazione politica, è questo il nodo. Perché la difesa di Marino fatta pubblicamente dal premier e da numerosi esponenti del Pd fa ritenere che — a meno di clamorose sorprese che dovessero emergere dall’inchiesta nei prossimi giorni — lo scioglimento per mafia è davvero l’ipotesi più remota.
Certo, se dal prefetto o dai magistrati dovessero arrivare indicazioni forti e univoche sarebbe difficile smentirle «però tenendo conto che a quel punto Roma rischierebbe di rimanere senza governo per mesi perché la procedura è inevitabilmente lunga e per questo il rischio va valutato attentamente», come Alfano ha ripetuto più volte in questi giorni ai suoi più stretti collaboratori.
Diverso il discorso sulle dimissioni del sindaco. Ma questo problema non riguarda il ministro dell’Interno, è una questione tutta interna al Partito democratico.
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