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MATTARELLA PRENDE IL MATTARELLO - A UNA SCOLARESCA DELLE MEDIE IN VISITA SUL COLLE, IL CAPO DELLO STATO HA SPIEGATO LA POLITICA COME DOVREBBE ESSERE E INVECE NON È: IN UNA DEMOCRAZIA LE DECISIONI “NON POSSONO ESSERE PRESE PER SENTITO DIRE”, A CASACCIO - QUALUNQUE RIFERIMENTO A FATTI O PROTAGONISTI DELL’ATTUALE GOVERNO È CERCATO E VOLUTO
sergio mattarella luigi di maio
Ugo Magri per la Stampa
A una scolaresca delle medie in visita sul Colle, Sergio Mattarella ha spiegato la politica come dovrebbe essere e invece non è. Vale a dire, «un' attività fortemente impegnativa che richiede una dedizione alle volte completa perché», sostiene il capo dello Stato, «le scelte politiche in un grande paese come l' Italia sono impegnative, complesse, non possono essere adottate in maniera approssimativa, senza approfondita preparazione e studio».
In una democrazia ideale, come l' avrebbe concepita Platone, le decisioni «non possono essere prese per sentito dire», a casaccio.
Concetti che ricorrono sempre più di frequente nei discorsi del presidente. Volendone tenere una statistica, è la terza volta in due settimane. Mattarella ovviamente non dice agli studenti che la nostra classe di governo è dominata da ignoranza e superficialità; di sicuro nemmeno lo pensa e, comunque, qualunque riferimento a fatti o protagonisti sarebbe del tutto arbitrario.
Ma la Repubblica al tempo dei social trabocca di personaggi che, invece di sbattere la testa sui problemi, rifiutano di andare a fondo, si disperdono tra mille altre attività, reagiscono agli eventi sull' onda dell' emozione, passano le giornate a postare messaggi semplicistici e brutali. Chiunque può identificare senza fatica. Per tirarsi su, la politica deve mostrarsi capace e seria. Soprattutto, secondo Mattarella, non deve diventare un mestiere, una fonte di sussistenza.
Anche qui: inutile cercare in queste sue riflessioni una polemica, tantomeno indirizzata contro qualcuno; però i palazzi del potere traboccano di nuovi professionisti della politica, ai quali il lavoro è un concetto ignoto. E il capo dello Stato prende a modo suo le distanze. I ragazzi delle scuole gli chiedono che cosa pensa della carriera politica e lui confessa: «Carriera è un termine che mi piace poco. Il mestiere dev' essere quello che uno esercita nella vita normale, l' impegno politico può rappresentare al massimo una cosa in più, un impegno aggiuntivo a quella che è la propria dimensione nella vita sociale. Io per esempio», esemplifica, «ormai sono pensionato, ma la mia professione è insegnare diritto all' università». La politica è arrivata dopo.
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