“RENZUSCONI” ALLE GRANDI MANOVRE – RE GIORGIO LASCIA IL 14 GENNAIO, UN SOLO GIORNO DOPO LA FINE DELLA PRESIDENZA ITALIANA DEL SEMESTRE EUROPEO – RENZI SI ACCORDA CON BERLUSCONI E SALVINI SUL NUOVO PRESIDENTE

Sara Nicoli per “il Fatto Quotidiano

 

Matteo Renzi e berlusconi Matteo Renzi e berlusconi

Una tela di date. Tessuta in modo da sostenere le riforme e l’elezione del nuovo capo dello Stato in un’unica intesa granitica. Ancora una volta, Renzi e Berlusconi, tramite Verdini e Lotti, hanno rinnovato quanto stabilito nel Patto del Nazareno attraverso un timing molto serrato di lavori parlamentari che vedrà prima l’approvazione, da parte della Camera, della Riforma del Senato (seconda di 4 letture previste), poi entro il 20 gennaio al Senato l’approvazione dell’Italicum.

 

Quindi, avanti con la nomina del successore di Napolitano. Sulla data delle dimissioni, sembra che il capo dello Stato sia orientato ad annunciare la fine del suo secondo mandato il 14 gennaio, un solo giorno dopo la fine della presidenza italiana del semestre europeo.

renzi e berlusconi 2 2renzi e berlusconi 2 2

 

Da quel momento, poi, scatteranno i 15 giorni canonici per la convocazione delle Camere in seduta comune (con gli adempimenti relativi anche alla nomina dei grandi elettori regionali) che, quindi, dovrebbe cadere intorno ai primi di febbraio. E c’è chi sostiene, nello stretto giro renziano, che il premier sia orientato ad arrivare a quest’ultima scadenza con in tasca un accordo già fatto con Berlusconi e Salvini sul nuovo presidente. Un nome che, dicono le stesse fonti, sarà sottoposto anche ai 5Stelle, ma solo dopo aver incassato il via libera degli altri.

 

renzi berlusconirenzi berlusconi

Le intenzioni di Renzi sono apparse chiare ieri grazie a questa dichiarazione: “Credo che non ci saranno problemi quando il Parlamento dovrà sostituire Giorgio Napolitano – ha detto da Bruxelles – credo che il Parlamento abbia imparato la lezione del 2013, e sono assolutamente convinto che farà quello che deve fare nei tempi stabiliti”.

   

Una convinzione che, tuttavia, potrebbe infrangersi sulla tenuta dei gruppi parlamentari, sia quello del Pd che quello, oggi assai più turbolento, di Forza Italia. Determinando una fase di caos, dalle conseguenze immaginabili.

   

Intanto, però, il timing è partito. Oggi la conferenza dei capigruppo al Senato calendarizzerà la discussione dell’Italicum su cui anche Alfano dimostra fretta: “Fa parte di un accordo che riguarda importanti segmenti dell’opposizione, e mi riferisco a Forza Italia – ha detto il ministro dell’Interno – quindi chiudiamo la partita al più presto possibile”. In pratica, le stesse parole usate da Maria Elena Boschi: “C’è l’accordo con Forza Italia”.

LOTTI E VERDINILOTTI E VERDINI

 

Anche perché, dopo l’incontro di martedì tra Verdini e Lotti, la nuova legge non fa più paura a Berlusconi che aveva sempre tenuto il freno a mano tirato nel timore che Renzi volesse utilizzarla per andare al voto in primavera. Nel nuovo accordo, è prevista l’entrata in vigore della legge per il 1 settembre 2016, quando la riforma del Senato avrà già avuto tutte e quattro le letture previste e – forse – si sarà celebrato anche l’eventuale referendum.

camera dei deputaticamera dei deputati

 

Non è previsto, invece, il ricorso al Consultellum in caso di un voto anticipato prima della primavera del 2017, segno evidente che né Berlusconi, né Renzi hanno intenzione di ricorrere alle urne prima; i sondaggi danno il premier in caduta libera, ma la situazione di Forza Italia è senz’altro peggiore, segnando un secco 12,5%. Meglio, dunque, rispettare anche l’antica prassi che vuole un nuovo capo dello Stato di certo mal disposto a mostrare debolezza sciogliendo le Camere, come primo atto del suo settennato, per consentire le elezioni anticipate a primavera prossima. Una prassi che, insomma, ora fa comodo davvero a tutti.

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