attentati a parigi

VIVERE ALL’ISRAELIANA - LO SCRITTORE ASSAF GAVRON: “VOI EUROPEI IMPARERETE A CONVIVERE CON LA MINACCIA COME NOI ISRAELIANI, DOVE IL TERRORISMO E’ UNA COSTANTE. MA CONTINUATE AD ANDARE AL RISTORANTE, IN QUALSIASI MODO PENSIATE DI ANDARCI. AL 99,99% CI ARRIVERETE E TORNERETE A CASA SANI E SALVI”

ASSAF GAVRONASSAF GAVRON

Articolo di Assaf Gavron pubblicato da “la Repubblica” - (traduzione di Luis E. Moriones)

 

È vero, in Israele abbiamo una grande esperienza nel convivere con il terrorismo. Il primo attacco terroristico che io ricordi fu quando avevo nove anni: un mio compagno di scuola, più grande di me, fu una delle 35 vittime di un attacco dell' Olp a un autobus sulla strada costiera a nord di Tel Aviv. Da allora, il terrorismo ha rappresentato una costante nella mia vita che ha raggiunto il suo picco durante la seconda Intifada del 2000-2004, quando le bombe suicide erano quotidiane.

 

STRAGE NIZZASTRAGE NIZZA

Ma questo non è un articolo su cosa fare o non fare, dove andare o dove non andare, sulle precauzioni da prendere per evitare attacchi terroristici. Non credo che ci sia una ricetta. La probabilità di trovarsi sulla scena di un attacco terroristico è ridicolamente bassa, di gran lunga inferiore alla possibilità di rimanere coinvolti in un incidente stradale. Non avete mai rinunciato ad andare in un ristorante per il pericolo che qualcuno possa investirvi mentre attraversate la strada, giusto?

 

Quindi, non cambiate i vostri programmi per paura del terrorismo. Non è neanche un articolo con dei suggerimenti su come fermare il terrorismo da un punto di vista militare. Ci sono esperti per questo.

 

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Voglio invece scrivere su cosa, un periodo come questo, possa produrre in una società e dove possa portarla nei prossimi anni; su quali siano i pericoli in senso sociale e politico; su come questi pericoli possano colpire le nostre comunità e su come possiamo tentare di evitarli. Non si può negare che il terrorismo crei paura. È quello che vuole. I terroristi cercano di terrorizzare una società. La paura si trasforma in odio, rivolto contro l' intero segmento di società da cui i terroristi provengono.

 

la redazione di charlie hebdola redazione di charlie hebdo

Questo odio è poi manipolato da politici estremisti, che diventano popolari grazie alle loro promesse di "misure durissime" contro i terroristi e i loro sostenitori. Questi politici vengono eletti, ma le loro dure misure non risolvono il problema, al contrario. Questo è quello che è successo in Israele dopo la seconda Intifada: la paura si è trasformata in odio verso gli arabi e in voti a favore di governi di destra che hanno reso più dure le rappresaglie contro i palestinesi, che a loro volta hanno sperimentato più dolore e questo ha suscitato più odio, creando ancora più violenza. E così, il ciclo continua.

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Che cosa possono fare gli europei? Credo che la cosa più importante sia essere capaci di vedere nei terroristi dei singoli estremisti. Anche se appartengono a un gruppo più grande - etnico ("arabi"), religioso ("musulmani"), nazionale ("tunisini") - questo non significa che tutti gli arabi, tutti i musulmani, tutti i tunisini siano terroristi o nemici.

 

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La stragrande maggioranza delle persone appartenenti a queste comunità vuole solo vivere la propria vita in pace. La conclusione, dunque, è molto semplice: denunciare quei pochi che seminano il terrore e lasciar fare il proprio lavoro alle forze di sicurezza che li perseguono; abbracciare la grande maggioranza delle loro comunità. E andare in quel ristorante, in qualsiasi modo pensiate di andarci. Al 99,99% ci arriverete e tornerete a casa sani e salvi.