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«Le ostriche e lo champagne alla Regione Lazio venivano degustate già prima del mio arrivo, comportamenti immorali e poco etici qui ci sono sempre stati». Perciò ora Renata Polverini, ormai ex governatore della Regione Lazio dirà tutto. Lo ha promesso lunedì sera nella conferenza stampa in cui annunciava le sue dimissioni. lo ribadisce martedì, davanti alle telecamere di SkyTg24: «Voglio dire di comportamenti immorali, comportamenti che al mio arrivo ho cercato di censurare e limitare, ma che ci sono sempre stati».
TAGLI E SPESE - Non vuole scendere più in particolari la Polverini, ma cità appena: «Non capisco perché un presidente di consiglio (Mario Abruzzese, ndr) debba andare al ristorante quando c'è la mensa...». E spiega che certo «noi deliberavamo 35 milioni per le spese del funzionamento del consiglio regionale ma poi era il consiglio che li assegnava a ciò che riteneva più giusto».
La sua giunta però, sottolinea «è pulita, non ha avuto comportamenti immorali, ciò di cui discutiamo è avvenuto all'interno del consiglio». Non sa se parlerà ai magistrati di quello che sa, «non posso aiutarli per quanto riguarda il consiglio, non credo ci sia un reato in quello che succedeva alla Regione», però li invita ad andare avanti «perché facciano la maggiore chiarezza possibile».
«MONTI SAPEVA DI LUSI?» - Chiedere a lei, presidente della Regione, conto di ciò che faceva il consiglio, continua la Polverini, «sarebbe come chiedere al presidente Monti se sapeva di ciò che faceva Lusi». Ancora: «Io non ho avuto sentore di come questi fondi venissero usati, ma è storia che ho chiesto una spending review al presidente del consiglio, perché ero cosciente che fossero troppi. Ma io non ho alcuna responsabilità , per questo ho chiesto scusa ai cittadini, io non ho colpe».
Spiega inoltre che la sua visita al premier Monti a Palazzo Chigi di due giorni fa non è stata per chiedere consigli: «Avevo informato già il capo dello Stato della mia intenzione di dimettermi, mi sembrava giusto fare lo stesso con il premier, non dovevo chiedergli nulla, volevo solo informarlo». E aggiunge con un sorriso: «Non ce l'ho affatto con i consiglieri dell'Udc, anzi, li ho sentiti stamattina, loro sono stati accusati ingiustamente».
«FUTURO? MAI PIU' REGIONE LAZIO» - Non si sbilancia poi sul futuro, ma mette in chiaro: «Basta, quella alla Regione è un'esperienza finita, non sono più interessata a governare il Lazio, sono stati comunque 2 anni straordinari». Un ruolo in Parlamento? «Non lo so, ci stiamo riflettendo. Non ne ho parlato con nessuno: prima dovrò condividerlo con me stessa e poi con chi mi è stato accanto in questi anni». E su Berlusconi: «L'ho sempre sentito, mi ha sempre incoraggiato ad andare avanti, ma anche detto di decidere in base alla mia storia e alla mia indole»
«FACCIAMO PULIZIA!» - Intanto, martedì mattina, all'indomani delle dimissioni da presidente della Regione Lazio, sui muri della Capitale sono comparsi manifesti stampati a tempo di record con il volto di Renata Polverini: «Questa gente la mando a casa io. Ora facciamo pulizia!». Nei poster si vede la ormai ex governatrice che guarda dritto negli occhi il suo ipotetico interlocutore. Il manifesto riporta il simbolo della fondazione Città Nuove ed è firmato, in corsivo, Renata.
VERSO ELECTION DAY? - Si va dunque forse verso un election day nel 2013? «Non lo so. Stiamo studiando le procedure perchè ci sono elezioni politiche, comunali e regionali. Bisogna ragionare ma non posso ancora esprimere un giudizio». Così il sindaco di Roma Gianni Alemanno non boccia l'ipotesi di un unico giorno che accorpi il voto per la Regione Lazio e quello per il Comune di Roma, nel 2013 scadrà infatti il suo mandato. Ma nell'ipotesi di una tornata unica di voto potrebbe essere sciolto anticipatamente il Comune.
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