raphael glucksmann dominique de villepin

E SE FOSSE RAPHAEL GLUCKSMANN A RESUSCITARE LA GAUCHE (DE POLLO) FRANCESE? L’EX CAPOLISTA 45ENNE DEL PARTITO SOCIALISTA, LEADER DI "PLACE PUBLIQUE", SCALDA I MOTORI IN VISTA DELLE PRESIDENZIALI DEL 2027, SE LA TIRA DA “ANTI-TRUMP” E SFIDA IL TRIBUNO POPULISTA MELENCHON (CHE LO ACCUSA DI ESSERE UN MACRON DE' SINISTRA) – A DESTRA VALUTA DI CORRERE ANCHE L’ESPERTO 71ENNE DOMINIQUE DE VILLEPIN, L'EX PREMIER DI CHIRAC, VICINO ALLE RAGIONI DEI PALESTINESI, CRITICO DELLE SCELTE DI NETANYAHU E PRONTO A DIFENDERE LE SUE ATTIVITÀ DI CONSULENZA NEGLI AFFARI CON QATAR E ARABIA SAUDITA…

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Stefano Montefiori per il Corriere della Sera - Estratti

 

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La situazione internazionale fa passare in secondo piano gli affanni del traballante premier François Bayrou, mentre il presidente Emmanuel Macron torna protagonista in ciò che gli piace di più, la politica internazionale. Ma intanto, a Parigi, cominciano a chiarirsi i ruoli di chi proverà a prendere il suo posto, tra due anni, quando alle elezioni presidenziali l’attuale capo di Stato non potrà ricandidarsi per la terza volta.

 

Questa settimana hanno scoperto le carte due possibili concorrenti: a sinistra la rivelazione delle ultime europee Raphaël Glucksmann, e nel centrodestra un esperto navigatore della politica francese, l’ex premier di Jacques Chirac, Dominique de Villepin, riportato in auge dal ricordo del celebre discorso all’Onu contro la guerra in Iraq, e dai moniti di oggi contro nuove avventure belliche in Medio Oriente.

bayrou melenchon

 

Raphaël Glucksmann, 45 anni, eurodeputato e co-presidente della piccola formazione «Place publique», affiliata ai socialisti, non è ancora ufficialmente candidato, «almeno per ora». Ma il programma che ha presentato lunedì è quello di un leader ambizioso che l’anno scorso era riuscito a superare alle europee la «France insoumise» di Jean-Luc Mélenchon, e che si è visto rubare o quasi la vittoria dall’improvvisa decisione di Macron di sciogliere l’Assemblea nazionale.

 

Figlio del grande intellettuale André scomparso nel 2015, Glucksmann si pone esplicitamente come l’«anti-Trump». 

 

(...)

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Aumento del salario minimo a 1.600 euro in due anni, riequilibrio fiscale tra «lavoro, capitale e patrimonio ereditario», e abrogazione della riforma delle pensioni. Con la sua «Visione per la Francia» Glucksmann si smarca dall’unità a sinistra, e sfida apertamente il rivale naturale Jean-Luc Mélenchon, cercando di rivolgersi anche agli elettori lontani dall’élite parigina di cui bene o male fa parte.

 

La sua compagna Léa Salamé, la più celebre giornalista televisiva di Francia, ha appena accettato la conduzione del Tg delle 20 sul servizio pubblico France2 , ma ha già annunciato che farà un passo indietro «se Raphaël dovesse candidarsi», e lui assicura che «non c’è e non ci sarà alcun conflitto di interesse».

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Se il più giovane Glucksmann deve difendersi dall’accusa di essere «un Macron di sinistra», l’esperto 71enne Dominique de Villepin è chiamato a convincere i detrattori di non essere «un Mélenchon di centrodestra». Molto vicino alle ragioni dei palestinesi e molto critico delle scelte del premier israeliano Netanyahu, pronto a difendere le sue attività di consulenza negli affari con Qatar e Arabia Saudita, de Villepin ha annunciato ieri la creazione del partito «La Francia umanista» e fatto uscire nelle librerie il suo saggio-programma presidenziale: «Il potere di dire no».

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