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Luca Piana per "l'Espresso"
Se Paolo Scaroni, Fulvio Conti e Flavio Cattaneo non verranno confermati dal governo di Matteo Renzi al vertice delle aziende a controllo statale che guidano attualmente, incasseranno delle buonuscite milionarie. Lo scrive "l'Espresso" nel numero in edicola domani, dove vengono riportati i dettagli delle clausole per la "mancata conferma" dei tre manager al vertice, rispettivamente, di Eni, Enel e Terna.
La partita delle nomine è una delle prime grane che si troverà ad affrontare il nuovo premier. Con le assemblee per l'approvazione dei bilanci 2013 in programma in primavera, giungerà al termine il mandato di Scaroni, Conti e Cattaneo, ai loro posti ormai dal 2005. L'attesa di un impulso per un ricambio da parte del "rottamatore" Renzi è forte, anche se lui, in merito, non ha mai fatto trapelare le sue intenzioni.
Leggendo le "Relazioni sulla remunerazione" che Eni, Enel e Terna - società quotate in Borsa - pubblicano sui loro siti web, si scopre però che una mancata conferma dei tre manager per un ulteriore triennio permetterà loro di poter esigere dalle rispettive aziende dei ricchi bonus. Nel caso di Scaroni e di Conti una parte di questi "paracadute d'oro" è variabile e dipenderà dai risultati del 2013. Ipotizzando però che vengano confermati i livelli retributivi degli ultimi due anni, si può calcolare che Scaroni incasserà circa 8,3 milioni di euro, mentre a Conti andranno 6,4 milioni. à invece fissa l'eventuale buonuscita di Cattaneo: 2,4 milioni.
Una parte di questi bonus è legata al fatto che, oltre all'incarico di amministratore delegato, i tre manager ricoprono anche quello di direttore generale. Ma, come rivela l'articolo de "l'Espresso, non mancano clausole destinate a far discutere: come l'impegno di Conti a rinunciare a una parte del suo premio di consolazione - l'indennità di "non concorrenza" - nel caso il governo gli offrisse "un incarico equivalente o di maggior significatività professionale". Nell'ultimo anno di cui sono disponibili i dati, il 2012, Scaroni ha avuto una remunerazione di 6,3 milioni, Conti di 4 milioni e Cattaneo di 2,3 milioni.
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