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SE VUOI LA PACE, PREPARA LA GUERRA – L’EX DIRETTORE DI “THE ECONOMIST”, BILL EMMOTT, CALZA L’ELMETTO: “PER I PAESI EUROPEI È VITALE INCREMENTARE LA SPESA PER LA DIFESA E LE LORO CAPACITÀ MILITARI, PORTANDOLE A UN LIVELLO TALE DA FUNGERE DA DETERRENTE NEI CONFRONTI DI UN FUTURO ATTACCO RUSSO. L'UNICO MODO CONCRETO DI TUTELARE LA PACE IN UNA ZONA OSTILE È RENDERE L'IDEA DI GUERRA TROPPO ONEROSA PER LA RUSSIA” – “I LEADER EUROPEI CONCORDANO SUL FATTO CHE QUESTA È UNA GUERRA DELL'EUROPA. È GIUNTO IL MOMENTO DI DIMOSTRARE CHE LE LORO NON SONO PAROLE AL VENTO…"
Estratto dell’articolo di Bill Emmott per “La Stampa”
DONALD TRUMP CON MOHAMMED BIN SALMAN
È facile dichiarare di essere un pacificatore, molto più difficile è riuscire ad arrivare alla pace. Più facile è anche cominciare le guerre, rispetto al porvi fine.
Queste sono le semplici verità dietro il continuo protrarsi dei conflitti in Ucraina e Gaza, queste sono il motivo per cui Donald Trump ha trascorso questa settimana in Medio Oriente a far soldi, più che la pace.
Queste stesse verità, tuttavia, sono anche il motivo per cui per i Paesi europei è così vitale incrementare la spesa per la Difesa e le loro capacità militari, portandole a un livello tale da fungere da deterrente nei confronti di un futuro attacco russo. L'unico modo concreto di tutelare la pace in una zona ostile è rendere l'idea di guerra troppo onerosa per la stessa Russia, un'idea da non prendere nemmeno in considerazione.
[…]
L'Ucraina possiede armi e munizioni a sufficienza per difendersi e ostacolare l'avanzata dei russi, ma non sufficienti a respingerli o ad arrecare danni gravi all'interno del territorio russo.
Per tutto ciò, Putin preferisce prendere tempo nella speranza che le scorte di armi ucraine si riducano sempre più. Ciò spiega perché ha mandato a Istanbul una delegazione di nullità, invece di recarsi di persona a negoziare con il presidente ucraino Zelensky.
Se l'Europa o l'America avessero esercitato valide pressioni su Putin, le cose sarebbero potute andare diversamente. Lo scorso fine settimana, i leader europei hanno minacciato di applicare alla Russia sanzioni nel caso in cui Putin non avesse accettato il cessate-il-fuoco entro il 12 maggio ma, quando sono stati proposti i colloqui di pace di Istanbul, hanno preferito non concretizzarle.
Poiché ha formulato quella minaccia e ha conseguito ben poco a Istanbul, adesso sull'Europa ricade l'onere di dimostrare che le minacce non sono soltanto parole a vanvera.
Evidentemente, è improbabile che altre sanzioni abbiano un impatto profondo su un uomo che ha scelto di fare della guerra la sua crociata personale ma, fatta una minaccia, adesso bisogna darle seguito.
Se decidessero una buona volta di accogliere la proposta di Kaja Kallas, Alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza – consegnare all'Ucraina i 300 miliardi di euro in riserve della banca centrale russa confiscati nel 2022 –, i leader europei manderebbero un segnale molto forte.
In Belgio sono custoditi i due terzi di quegli asset e il Primo ministro di quel Paese, Bart de Wever, ha obiettato dicendo che confiscarli sarebbe "un atto di guerra". Ha ragione. Ma questo è precisamente il motivo per cui quegli asset andrebbero confiscati e consegnati all'Ucraina.
Innumerevoli leader europei concordano sul fatto che questa è una guerra dell'Europa, non soltanto la guerra dell'Ucraina.
È giunto il momento di dimostrare che le loro non sono parole al vento. Il nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz dice che vuole che l'esercito del suo Paese sia il più forte in Europa e ha lanciato l'idea di mandare in Ucraina i missili Taurus a lunga gittata che il suo predecessore aveva rifiutato.
Adesso Merz deve dare seguito alle sue parole con le azioni e convincere gli altri leader europei a seguirne l'esempio. Non è chiaro se Trump capisca davvero quello che serve a porre fine a una guerra: l'accettazione da entrambe le parti del fatto che porre fine a un conflitto è un'alternativa migliore che continuare a combattere.
Una cosa del genere non accadrà da sola nel corso di colloqui privati tra lui e Putin, come va dicendo Trump, a meno che il presidente americano non sia pronto a minacciare azioni sufficienti a convincerlo che lui per primo insieme alla Russia andrà incontro a parecchi guai, nel caso la guerra continui.
[…]
L'unica vera sicurezza per l'Europa arriverà da quello che essa farà per sé stessa, dando seguito alle minacce che proferisce ma, soprattutto, sviluppando le capacità di cui ha bisogno.
Per riuscirci, prima di ogni altra cosa le occorre denaro, in parte messo insieme con i prestiti collettivi. In secondo luogo, però, è indispensabile una nuova comprensione condivisa del vecchio concetto di deterrenza della Guerra Fredda.
FRIEDRICH MERZ - KAJA KALLAS - FOTO LAPRESSE
È probabile che il tuo potenziale nemico si impegnerà maggiormente a mantenere la pace soltanto quando ti vedrà forte e in possesso della volontà politica di agire.
Al momento, malgrado tutti gli incontri tra leader britannici, francesi, tedeschi e di altri Paesi, nonostante tutte le parole coraggiose, è evidente che Putin non considera l'Europa in questi termini. È arrivato il momento di convincerlo che sarebbe meglio farlo.
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