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SEGNATEVI LE PAROLE DI TAJANI: “E’ UNA BALLA CHE AL SISI, IN CAMBIO DI ZAKI, ABBIA CHIESTO ALL’ITALIA DI METTERE DEFINITIVAMENTE LA SORDINA AL CASO DI GIULIO REGENI. NEI NOSTRI INCONTRI AL CAIRO IL PRESIDENTE EGIZIANO HA SEMPRE TIRATO FUORI PER PRIMO IL CASO REGENI, CONSCIO DELL’IMPORTANZA DELLA VICENDA PER IL FUTURO DELLE RELAZIONI TRA I NOSTRI PAESI. ANCHE SU ZAKI, AL SISI MI HA SEMPRE PROMESSO TUTTE LE VOLTE CHE CI SIAMO VISTI CHE LUI AVREBBE AFFRONTATO DIRETTAMENTE IL PROBLEMA..."
Estratto dell’articolo di Fabrizio Caccia per il “Corriere della Sera”
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha quel suo modo di minimizzare, quasi a non volersi dare importanza, eppure la grazia a Patrick Zaki concessa in 24 ore dal presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi, non è proprio una cosa da tutti i giorni: «[…] il metodo, il modus operandi , è […] grande gioco di squadra tra Palazzo Chigi, noi della Farnesina, i nostri ambasciatori, la nostra intelligence. E poi silenzio, discrezione, concretezza, toni bassi, nessuna minaccia e assolutamente nessun baratto. Le liberazioni di Alessia e di Patrick sono avvenute senza nulla in cambio».
Ecco, il baratto. Qualcuno ha pure pensato che Al Sisi, in cambio di Zaki, abbia chiesto all’Italia di mettere definitivamente la sordina al caso di Giulio Regeni, il giovane ricercatore trovato morto assassinato al Cairo ormai più di 7 anni fa. «Una balla colossale — dice Tajani —. Nei nostri incontri al Cairo il presidente egiziano ha sempre tirato fuori per primo il caso Regeni, conscio dell’importanza della vicenda per il futuro delle relazioni tra i nostri Paesi.
Anche su Zaki, Al Sisi mi ha sempre promesso tutte le volte che ci siamo visti che lui avrebbe affrontato direttamente il problema. Nessuno ci credeva, eppure io gli ho dato fiducia. Perciò lo ringrazio così come sono grato a Sameh Shoukry, il ministro degli Esteri egiziano, per l’impegno profuso. Ora aspettiamo che anche sul caso Regeni l’Egitto faccia un passo avanti: che ci dia più informazioni, per sapere finalmente cosa accadde davvero a Giulio. Per lui, com’è stato per Zaki, mai lasceremo la presa».
Gli incontri, quest’anno al Cairo, del ministro Tajani con il presidente egiziano, sono stati due, il 21 gennaio e il 14 marzo. «[…] Quando […] sono andato al Cairo, a gennaio e a marzo, il governo egiziano ha apprezzato molto che avessi portato con me anche rappresentanti del mondo imprenditoriale agro-industriale per parlare di sviluppo delle colture nell’area del Nilo. Problemi concreti[…]».[…]
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