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IL SEGRETO PEGGIO CUSTODITO D’ITALIA. TUTTI SAPEVANO DELL’INDAGINE NAPOLETANA SU BABBO TIZIANO: PURE L’INTERESSATO – E NON NE FACEVA MISTERO CON IL MEDICO DI FAMIGLIA, IL SINDACO DI RIGNANO – ORA PERO’ DANIELE LORENZINI E’ DIVENTATO IL NEMICO DI FAMIGLIA

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Giacomo Amadori per La Verità

 

DANIELE LORENZINIDANIELE LORENZINI

Tiziano Renzi sapeva di una delicata indagine napoletana a ottobre e ammetteva con i suoi confidenti di aver incontrato solo una volta l' imprenditore al centro dell' inchiesta, il cui identikit secondo gli inquirenti corrisponde quasi certamente a quello di Alfredo Romeo, arrestato l' 1 marzo con l' accusa di corruzione nell' ambito dell' indagine sugli appalti Consip.

 

ALFREDO MAZZEI E GIORGIO NAPOLITANO ALFREDO MAZZEI E GIORGIO NAPOLITANO

 

 

 

A confermarlo alla Verità è il sindaco di Rignano sull' Arno, Daniele Lorenzini, ascoltato dai pm il 3 marzo come persona informata dei fatti, in seguito a uno scoop della Verità dello scorso autunno. Un' affermazione non di poco conto se si pensa che Romeo, dal carcere, ha fatto sapere di non aver mai incrociato Tiziano Renzi (versione condivisa dal genitore dell' ex premier) e di non averlo mai messo a libro paga, mentre l' ex tesoriere Pd della Campania Alfredo Mazzei, ha dichiarato che Romeo si vantava di aver incontrato Tiziano a Roma insieme con l' apprendista faccendiere Carlo Russo e di essere rimasto colpito «per la spregiudicatezza dei suoi interlocutori e per i temi e i toni utilizzati e dalle modalità dell' incontro in quanto era avvenuto in un ristorante e che il Romeo era entrato da una porta di servizio portato, credo, da Russo».

Daniele LorenziniDaniele Lorenzini

 

Ora a far pendere la bilancia dalla parte di Mazzei sono le parole di Lorenzini. Forse anche per questo babbo Renzi, il segretario indagato del Pd locale, ha iniziato a fargli la guerra, politicamente parlando. Il primo cittadino lunedì ha annunciato di voler correre sotto le insegne di una lista civica, senza il simbolo del partito renziano. «O ti candidi con il simbolo del Pd o ti scordi di rifare il sindaco», sarebbe stato l' immediato aut aut di babbo Renzi.

 

RENZI FLOP A NAPOLI CON ALFREDO MAZZEI E LORENZO CREA RENZI FLOP A NAPOLI CON ALFREDO MAZZEI E LORENZO CREA

Lorenzini, il medico del paese (sino al 2012 ha fatto anche il dentista e sino al 2015 il ginecologo) è prostrato dalle polemiche politiche, ma anche dalla pressione che sente addosso a causa della sua testimonianza di fronte agli inquirenti. Dove ha ammesso che durante una cena a casa di Renzi senior, il generale Emanuele Saltalamacchia, indagato per fuga di notizie e favoreggiamento personale, avrebbe messo in guardia Tiziano da «certa gente».

 

«Quello che avete riportato è esattamente quello che ho detto ai pm. La storia della grigliata l' avete raccontata nei dettagli. Però vorrei fare una precisazione»

 

Prego.

TIZIANO RENZITIZIANO RENZI

«Io agli inquirenti non ho mai fatto il nome di Romeo. Ho sentito solo il generale dire a Tiziano «Stai lontano da certe persone» questo è agli atti. Io non ho mai fatto il nome di Romeo».

 

Negli interrogatori, però, gli investigatori hanno dichiarato, magari bluffando, di aver registrato quel nome. In ogni caso lei con il pm ha parlato di un imprenditore partenopeo.

«Io ho sentito parlare di «quella persona di Napoli» o una roba del genere, ma in un' altra occasione».

 

E quale?

«Nell' incontro con Tiziano di cui ha scritto la Verità a novembre».

 

INCHIESTA CONSIP - I PIZZINI DI ALFREDO ROMEOINCHIESTA CONSIP - I PIZZINI DI ALFREDO ROMEO

Quando babbo Renzi le disse di essere agitato per questa indagine.

«Che Tiziano fosse molto preoccupato l' ho comunicato anche agli inquirenti».

 

Lei è tra quelli che il babbo dell' ex premier portava nel boschetto per discutere dell' inchiesta lontano da orecchie indiscrete?

«No, io in quell' occasione l' ho raggiunto nella sua azienda in riva all' Arno, quella di via Roma. Ogni tanto ci vediamo, anche perché sono il suo medico curante e pure quello della sua famiglia. Ricordo che mi portò fuori dall' ufficio e mi disse che era turbato per una fantomatica indagine, "In cui", ribadì, "io non c' entro nulla"».

 

Conferma che esclamò, probabilmente riferendosi a Romeo, «ma io quello l' avrò visto una volta!»?

ALFREDO ROMEOALFREDO ROMEO

«Mi disse: "C' è un' indagine a Napoli su una persona che avrò visto una volta in cui non c' entro niente". Mi parlò della procura di Napoli senza fare il nome del pm Woodcock e mi disse con tono angosciato "mi stanno controllando" o qualcosa di simile, tanto che mi fece lasciare il telefonino in ufficio. Ci recammo a parlare nel piazzale esterno, quello che si affaccia sul fiume».

 

All' epoca conosceva il generale Saltalamacchia?

«L' ho incontrato per la prima volta l' estate scorsa. Si parlava di trasferire la stazione dei carabinieri di Rignano in una struttura comunale. Ma visto che non era di gradimento degli ufficiali che vennero a visionarla, Tiziano mi mandò a Firenze dal generale Saltalamacchia, con cui mi fissò un appuntamento. Io andai e lui mi disse: "Devo venire a cena a Rignano e in quell' occasione passerò a controllare con i miei collaboratori che si tratti di una struttura idonea"».

TIZIANO RENZI TIZIANO RENZI

 

È andata così?

«No. La sera della grigliata a casa Renzi sono stato informato che il generale non ce la faceva ad anticipare il suo arrivo per vedere l' edificio e che ci saremmo incontrati direttamente alla bisteccata».

 

Da allora il generale non è più venuto a fare quel controllo?

«Non l' ho più visto né sentito».

 

Torniamo all' incontro fuori dall' ufficio di Tiziano

«Ribadisco che lì mi disse: "Sono in ansia per un' indagine su una persona di Napoli, ma io non c' entro nulla, l' avrò visto una volta". Di quell' inchiesta credo che Tiziano non abbia parlato solo con me».

 

Per esempio mi risulta che fosse informato anche il suo assessore Roberto Bargilli, l' ex autista del camper di Matteo Renzi

«Può darsi, anche se non so che cosa Tiziano abbia riferito agli altri. Quel giorno eravamo solo io e lui»

Roberto BargilliRoberto Bargilli

 

Bargilli secondo gli investigatori avrebbe telefonato all' indagato Carlo Russo per dirgli di non chiamare o scrivere sms a Tiziano

«Lunedì Bargilli ha negato questa ricostruzione davanti a 20 giornalisti e io gli devo credere. Per questo non gli ho tolto le deleghe».

 

Renzi senior le ha confessato di aver paura?

«A me disse così».

 

saltalamacchia nardellasaltalamacchia nardella

Nelle intercettazioni, Russo ha chiesto a Romeo «di saldare una fattura di 70-80.000 euro» a una ditta che «ci ha aiutato per le regionali e che ha delle cose in sospeso». La società è la fiorentina Guido Guidi. È vero che gli inquirenti le hanno chiesto se si sia rivolto a loro per un catering?

«Glielo confermo. Ma noi non abbiamo fatto eventi con la Guido Guidi».

 

CARLO RUSSOCARLO RUSSO

Sembra che Tiziano voglia far ritirare la sua candidatura.

«Questo lo sostiene lui. Non mi risulta che i dirigenti del partito toscano la pensino alla stessa maniera».

 

Lei dunque resta nel Pd?

«Io non straccio la tessera. Però penso che bisogna includere un po' di persone che sono uscite e rifare il centrosinistra. Per tale motivo non vengo trattato bene qui a Rignano in questo momento. Giovedì 16 febbraio lo stesso partito mi ha chiesto di ricandidarmi per acclamazione con una mozione che diceva che faccio anche i miracoli. Nel week end successivo a Roma c' è stata la direzione del Pd nazionale in cui si è consumata la scissione; non mi sono piaciute le cose che sono successe al Nazareno e ho fatto una dichiarazione un po' forte al Foglio in cui ho spiegato che dovevamo tornare tra la gente. Nessuno ha obiettato. Il venerdì sera sono andato dai pm e improvvisamente è scoppiato il putiferio. Sono diventato l' infame, il traditore. Il significato di tutto questo non lo capisco, ma le assicuro che mi sono rotto i coglioni».