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Walter Passerini per “la Stampa”
Le donne dirigenti crescono. Sono arrivate a quota 15,1% nel settore privato (+18% dal 2008 al 2013). E crescono anche di più le donne quadro (+25% arrivate a quota 28% sul totale). Sono due segnali incoraggianti sulla lunga marcia delle donne per rompere il tetto di cristallo. Lo rivela il Rapporto Donne 2015 di Manageritalia che presenta la mappa regionale e provinciale su dove è meno difficile diventare manager.
Le donne hanno conquistato molte posizioni, nonostante la crisi. In generale negli ultimi 10 anni sono aumentate le donne occupate (+6,2% contro il -3,9% degli uomini) e crescono anche le posizioni femminili ai vertici. Nel settore privato quasi un dirigente su sei è donna, poco meno di una donna su tre è quadro.
Certamente l’Europa complessivamente è più lontana (una donna su quattro è dirigente) ma sicuramente in Italia assistiamo a un recupero. Un altro segnale è quello dei cosiddetti cervelli in fuga: quasi uno su due è donna (44%). Il Rapporto Donne 2015, realizzato da in collaborazione con AstraRicerche e JobPricing, propone anche la geografia delle donne manager sul territorio nazionale.
A livello regionale le dirigenti sono percentualmente più presenti in Lazio (19,7%) e Lombardia (17,1%). I quadri spiccano con il 32,3% nel Lazio, seguito da Sardegna (31,6%), Valle d'Aosta (30,7%) e Lombardia (30%). A livello provinciale le dirigenti sono percentualmente più presenti a Pavia (250, 28,6%); a Roma sono al 20,1% e Milano il 17,9%. Nel caso dei quadri spicca il primo posto di Asti dove oltre una donna su tre è quadro (37,7%), seguita da Roma (32,8%) e Milano (31,6%).
Il settore economico più rosa nel privato è quello della sanità e assistenza sociale (42,2% di donne dirigenti e 50,8% quadro); ultime le costruzioni (7,8% donne dirigenti e 14,9% quadro). Anche nel Gender salary gap ci sono segnali incoraggianti. Il divario retributivo con gli uomini si va assottigliando. In generale la retribuzione annua lorda media delle donne (27.890 euro) è inferiore del 6,7% a quella degli uomini (29.891 euro). Mentre tra le categorie il gap retributivo, sempre sfavorevole alle donne, è minore tra i quadri (-4,9%), seguito da operai (-6,6%), dirigenti (-7,8%) e impiegati (-9,6%).
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