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CHE SGARBO PER MANTOVANO! NELLA BATTAGLIA SULLA GIUSTIZIA I PARTITI DI GOVERNO MARCIANO DIVISI – LEGA E FORZA ITALIA HANNO DETTO “NO” ALLA RICHIESTA DI FRATELLI D’ITALIA DI CONTRIBUIRE AL FINANZIAMENTO DEL COMITATO UNICO DEL “SÌ” PER IL REFERENDUM SULLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE - IL MOTIVO? IL SOTTOSEGRETARIO MANTOVANO HA ACCENTRATO SU PALAZZO CHIGI LA GESTIONE DEL COMITATO, CHE AVRÀ COME PORTAVOCE ALESSANDRO SALLUSTI E COME PRESIDENTE L’EX GIUDICE COSTITUZIONALE NICCOLÒ ZANON – TAJANI HA ORGANIZZATO UNA “MACCHINA AZZURRA” CON UN COMITATO DI PARTITO PRESIEDUTO DA FRANCESCA SCOPELLITI, COMPAGNA DI ENZO TORTORA…

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Estratto dell’articolo di Giacomo Salvini per www.ilfattoquotidiano.it

 

ALFREDO MANTOVANO E GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

Giovedì nascerà il comitato unico del “Sì” al referendum sulla separazione delle carriere coordinato da Palazzo Chigi e voluto dalla maggioranza, ma dovrà affrontare subito un problema: come sostenerlo economicamente. Una questione che in queste ore sta provocando tensioni all’interno dei partiti che sostengono il governo Meloni: Fratelli d’Italia ha chiesto a Lega e Forza Italia di mettere una parte dei fondi, ma questi ultimi si stanno opponendo.

 

Allora ai vertici del partito di Giorgia Meloni si è pensato di allargare il contributo: non più un sostegno diretto dei partiti ma micro-donazioni chieste ai parlamentari di maggioranza che dovrebbero versare una piccola quota per il comitato come fanno mensilmente ai propri gruppi. Ma anche gli eletti, secondo due fonti a conoscenza della questione, non sembrano avere intenzione di farlo.

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani foto lapresse

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I responsabili dei social e della comunicazione di Fratelli d’Italia alla prima riunione coi responsabili del “Sì” a via della Scrofa avevano spiegato che per impostare una campagna con spot, card e pubblicità ogni partito avrebbe dovuto mettere una quota di finanziamenti. Una sorta di contributo per la cassa comune.

 

Peccato che i partiti di maggioranza si siano opposti: perché spendere i pochi fondi a disposizione per un comitato espressamente “non politico”? Inoltre Forza Italia vuole puntare sul comitato di partito presieduto da Francesca Scopelliti (compagna di Enzo Tortora) dunque non è intenzionata a spenderne altri per un altro comitato su cui ha messo il cappello Palazzo Chigi con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano accentrandone tutta la gestione.

 

alessandro sallusti

Da qui l’idea, delle ultime ore, di chiedere un piccolo contributo a tutti i parlamentari ma anche questi, dalle prime interlocuzioni, si starebbero rifiutando soprattutto alla luce del fatto che la premier Meloni e i leader di partito hanno chiesto di non “politicizzare” troppo la campagna del referendum che si terrà, con ogni probabilità, il prossimo 15 marzo.

 

Dunque pochi politici presenti e molti tecnici. Una strategia che non convince i parlamentari: soldi da spendere e nessuna visibilità, è il ragionamento.

 

alfredo mantovano carlo nordio e matteo piantedosi – foto lapresse

Il comitato nascerà giovedì quando i sei “costituenti” si presenteranno dal notaio per istituire il comitato supervisionati da Mantovano.

 

Come ha rivelato Il Fatto, il portavoce sarà l’ex direttore del Giornale Alessandro Sallusti, il presidente l’ex giudice costituzionale Niccolò Zanon, poi sarà composto da due consigliere del Csm – Isabella Bertolini (in quota FdI) e Claudia Eccher (in quota Lega) – dall’avvocato civilista e consulente di Fininvest Andrea Di Porto, l’avvocato Cesare Placanica e il giudice della Cassazione Giacomo Rocchi. [...]

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini