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IN ITALIA CHI SI DIMETTE È PERDUTO! DA SANTANCHÈ AI MEMBRI DEL GARANTE DELLA DELLA PRIVACY, CECCARELLI SCODELLA TUTTE LE EPICHE RESISTENZE DELLA POLITICA ITALIANA E I MILLE SOTTILI ESPEDIENTI PER GUADAGNARE TEMPO E NON MOLLARE LA POLTRONA: “UNA VOLTA FUORI DAL GIRO, CESSANO LE OCCASIONI, LE OPPORTUNITÀ, L'ORGOGLIO DEI FAMIGLIARI, L'OSSEQUIO DEI CONDOMINI, I PRIVILEGI INASPETTATI, GLI STIPENDIONI…” - LA TRINCEA DELL’EX NUMERO UNO DI BANKITALIA FAZIO NONOSTANTE LA CANZONCINA DEL “GABIBBO”: "CO-CO-COME UNA COZZA/ ATTACCATO STA/ E CHI LO SCHIODERÀ?". 

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Filippo Ceccarelli per “la Repubblica” - Estratti

 

Chi si dimette in realtà è perduto. Questo spiega le epiche resistenze della politica italiana e i mille sottili espedienti per guadagnare tempo e non mollare. Dai rustici forchettoni democristiani all'elaborato centrotavola di Santanché è comunque la stessa zuppa alla mensa del comando. D'altra parte, in certe occasioni occorre essere realisti, è già tutto scritto in Machiavelli. 

 

GUIDO SCORZA - GINEVRA CERRINA FERONI - PASQUALE STANZIONE - AGOSTINO GHIGLIA - COLLEGIO GARANTE DELLA PRIVACY

Chi non avesse voglia di trovare conferma in quei diabolici testi, basta che guardi con gli occhi del cuore l'assai eloquente foto dei garanti della Privacy in formazione, l'uno al fianco dell'altro, tutti e quattro radiosi sullo sfondo di volumi rilegati in qualche esclusiva sede istituzionale. 

 

Dicono bene, quei volti, la fatica, la fortuna, la soddisfazione di esserci, loro e non altri. E perché mai dovrebbero schiodarsi da lì? 

 

Dimissioni mai, risuona l'antico motto. Puntuale come un orologio svizzero è giunto il Tg1, come accadde durante l'estrema e intrepida trincea di Sangiuliano, a raccogliere e propagare quel rifiuto e la sottostante verità, in gran parte inconfessabile. 

 

E non solo o non tanto perché dietro l'imperiosa richiesta delle dimissioni aleggia l'ombra arcaica e crudele del sacrificio. No, più modestamente, ora che il sacrificio ha preso di vezzo di chiamarsi "passo indietro", chi si dimette è perduto perché di colpo vengono a mancargli i fotografi, gli scatti in squadra e quell'estetica di conclamato splendore castale. 

 

Daniela Santanche - celebrazione a milano di 3 anni di governo di fdi

Una volta fuori dal giro, cessano le occasioni, le opportunità, l'orgoglio dei famigliari, l'ossequio dei condomini, i privilegi inaspettati, gli stipendioni, le vaste segreterie, le segretarie «dalle lunghe gambe», come diceva quel maschilista di Pertini, i divanetti nelle anticamere, gli autisti, i telefonini, ovvero le ore liete del potere. Rassegnate le dimissioni, la vita diventa più difficile e costosa, come dimostrano le spesucce e i coupon che emergono nelle cronache, la pretesa di volare in classe superiore, millemiglia incluse, la carta di credito, il ristorantino, la bisteccona, le vacanze, il parrucchiere e dunque: perché mai dimettersi? Sarebbe un'ammissione di colpa, si sente dire con sospetta assiduità. 

 

Perciò si rimane a oltranza, la riabilitazione affidata all'incerto e controverso futuro dei posteri come è accaduto al povero Berlusconi (…)

 

antonio fazio 2

(…) Il presidente della Rai Baldassarre rimase incollato alla poltrona nonostante il consiglio d'amministrazione si fosse assottigliato fino a non entrare nemmeno "in una Smart". Così come l'ostinazione dell'onorevole Villari, pd, richiesto di ritirarsi dalla Vigilanza per superiore pretesa veltroniana, prese le sembianze dell'imperturbabilità, poi del buonumore, quindi della burla, fino alla suprema rivelazione di un flirt in gioventù con Barbara D'Urso.

 

«In-fran-gi-bil-mente» sillabò in aulica lingua il ministro Mancuso contro i diktat di chi lo voleva "supino", cioè fuori dal governo Dini. 

antonio baldassarre

 

Idem il Governatore di Bankitalia Fazio, bersaglio di mille frecce, oltre che di una canzoncina del Gabibbo: "Co-co-come una cozza/ attaccato sta/ e chi lo schioderà?". 

 

Vedi del resto la ministra Santanché, intercettata dai giornalisti nientemeno che a Gedda: «Non vedete come sto? In formissima». 

 

Tutto questo, beninteso, in un tempo che come l'attuale ha superato ogni forma di vergogna — e più ci "mette la faccia", si sente ripetere, più in realtà l'ha già perduta. 

antonio fazio