DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Claudio Antonelli per la Verità
Lo scontro tra Matteo Renzi e Dario Franceschini si sposta un terreno assai più delicato, là dove l' ex premier pensa di poter fare più male all' avversario. La rottura politica infatti ieri è esplosa nel giardino della Siae, società italiana degli autori ed editori, di cui il ministro della Cultura si è fatto da oltre un anno sacro custode.
Franceschini non solo a parole si è battuto per mantenere vivo il monopolio della società in tutti i campi dei diritti d' autore. La scorsa estate, in sede di applicazione della direttiva europea che spinge per la liberalizzazione del mercato, ha menato colpi da fabbro per far saltare tutti gli emendamenti mirati a intaccare l' esclusiva della Siae. Il tema era balzato agli onori della cronaca.
A cavalcare la rivolta era stato il rapper Fedez affidando per primo i diritti a Soundreef, gestore indipendente con base a Londra. I toni della diatriba sono saliti nel corso dell' inverno e hanno raggiunto il culmine il mese scorso, quando il cantante ha accusato Franceschini di essere in pieno conflitto d' interessi. Secondo Fedez la moglie del ministro amministrerebbe gli immobili della Siae. La risposta è stata secca. Anche se in realtà un po' troppo asciutta. «Basta, lo porto in tribunale», ha detto Franceschini. Nulla più. Fino a ieri quando nella disputa è entrato a gamba tesa addirittura il segretario del Pd. Dietro all' emendamento presentato dal deputato pd, Emiliano Minnucci, ci sarebbe appunto il beneplacito del segretario.
Minnucci ha presentato un testo che mira a modificare il decreto legislativo 35/2017, quello che ha recepito la direttiva Barnier (si tratta della norma di apertura al mercato voluta dall' Ue) confermando però l' articolo 180 della legge 633 (datata addirittura 1941) sul monopolio Siae. Qui sta il colpo di genio. L' emendamento prende atto che la scelta firmata Franceschini di mantenere l' esclusiva, si dice nella relazione di accompagnamento dell' emendamento, sia «in contrasto con l' ordinamento europeo e, in particolare, con il principio della libera circolazione dei servizi».
Dario Franceschini e Michela De Biase
Infatti l' Autorità garante per la concorrenza e il mercato ha avviato un' istruttoria nei confronti della società guidata da Filippo Sugar per abuso di posizione dominante, ipotizzando l' esigenza di disapplicare l' articolo 180 della legge 633. A questo punto per superare i bachi del decreto, l' emendamento Minnucci propone di limitare l' esclusiva solo ai segmenti di mercato, dove la rete territoriale di cui la società dispone può offrire un valore aggiunto ai titolari dei diritti, derogando negli ambiti, come ad esempio il broadcaster e il multimedia, nei quali le nuove tecnologie consentono una gestione efficace ed efficiente, a prescindere dall' esistenza di una rete fisica sul territorio.
Se ne discuterà in Aula, entro la fine della prossima settimana, ma se passasse l' emendamento la Siae si troverebbe a dir poco monco. le resterebbero i vecchi diritti, le balere e poco altro. Il futuro sta infatti nella nuova tecnologia. Insomma, Renzi così prenderebbe due piccioni con una fava.
La modifica targata Pd si propone di regolamentare in modo più efficiente i rapporti tra la Siae e le altre società di gestione dei diritti, nei segmenti di mercato nei quali è destinato a rimanere un regime di esclusiva. Altro obiettivo dell' emendamento è garantire la circolazione delle informazioni sulle utilizzazioni dei diritti per garantire il buon funzionamento del mercato e la tutela dei diritti di autori e editori. In realtà l' altro scopo è mettere nell' angolo Franceschini e assestargli un sonoro schiaffo politico. Poco importa a Renzi se per farlo sia costretto a prendere Fedez e scagliarlo addosso al ministro.
Non sfuggirà, infatti, che l' operazione renziana contiene una grande dose di marketing. Più volte lo scontro politico promosso da Renzi ha sorvolato totalmente sui contenuti. Basti pensare a quando le tensioni tra l' ex premier e il titolare dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, hanno rischiato di blindare un decreto sulla Concorrenza zeppo di norme a dir poco illiberali.
Stavolta, invece, Renzi sembrerebbe essere riuscito a cadere dalla parte giusta. Sostenere la liberalizzazione dei diritti contro il monopolio della Siae, al di là della personale e sacrosanta battaglia di Fedez, è un atto estremamente popolare. Non solo nella fascia degli under 35, ma praticamente agli occhi di tutti gli italiani, che difficilmente comprendono un sistema anacronistico come il monopolio sui diritti d' autore, per giunta mantenuto attraverso una società che è stata commissariata per anni.
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