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DAGOREPORT - GIORGIA MELONI SOGNA IL FILOTTO ELETTORALE PORTANDO IL PAESE A ELEZIONI ANTICIPATE?…
Giovanna Vitale per “la Repubblica - Roma”
Non si mette bene, per il sindaco Marino. Dopo la figuraccia su scala nazionale, la partita dell' Auditorium rischia adesso di colpire e affondare ciò a cui l' inquilino del Campidoglio tiene di più: la sua immagine internazionale. Eh già, perché il pasticcio sulla mancata nomina del cda, causa partenza per le ferie estive, oltre a suscitare l' ilarità del bel mondo romano, ha molto indispettito José Ramon Dosal Noriega, l' esperto di corride di stanza a Madrid selezionato per la carica di amministratore delegato.
Il quale ha fatto sapere in questi giorni di essere assai seccato dell'impasse, che non si può trattare così una professionalità come la sua e dunque l' amministrazione comunale sciolga subito il nodo oppure lui si vedrà costretto a rinunciare. Ovviamente non senza prima spiegare l' accaduto, magari in mondovisione.
Michela De Biase Ignazio Marino Carlo Fuortes Dario Franceschini
Una gaffe planetaria che Marino sta cercando in tutti i modi di evitare. Da una parte rassicurando Noriega che la questione verrà chiusa in settimana (anche se non si capisce bene quando, visto che domani il sindaco partirà di nuovo per l' America e tornerà soltanto domenica sera), dall' altra consultando i migliori giuristi della città per sapere se la legge che impone il tetto dei cinque consiglieri nelle fondazioni culturali, entrata in vigore il giorno di Ferragosto, si applica anche a Musica per Roma oppure no.
Ché proprio qui sta la complicazione. Perché se secondo un parere pro-veritate di un rinomato studio legale commissionato (e pagato) da Carlo Fuortes e Aurelio Regina - rispettivamente ad e presidente del cda, scaduti a giugno ma in proroga per l' ordinaria amministrazione finché non si insedia il nuovo board - la legge 125/2015 non vale per l' Auditorium, secondo il capo di gabinetto del Campidoglio Luigi Fucito invece si applica eccome. La stessa identica tesi sostenuta dall' avvocatura capitolina che, in una relazione parecchio dettagliata, ha illustrato codici alla mano i motivi per cui non è possibile insediare 16 consiglieri ma meno di un terzo. Una lotta a colpi di consulenze che rischia di confondere ancora più le acque e rimandare la decisone finale.
Una cosa tuttavia appare ormai impossibile da evitare. L' effetto roulette russa tra i meglio nomi dei salotti: da Giovanni Malagò a Luigi Abete, passando per Gianni Letta, Azzurra Caltagirone, Lavinia Biagiotti, lo stesso Regina, Sabina Florio, Walter Mainetti. Sarà difficile scegliere senza scontentare qualcuno. Tant' è che si starebbe studiando la possibilità di creare un comitato d' onore, da affiancare al cda, che riunisca gli esclusi eccellenti. Tutti designati i primi d' agosto dai tre soci fondatori (Campidoglio, Regione Lazio, Camera di Commercio): se il sindaco, cui spetta la titolarità, li avesse nominati subito la questione non si sarebbe posta. Ma Marino non ci ha pensato, ignorando l' esistenza dell' emendamento- capestro, o si è proprio dimenticato di firmare l' ordinanza. Ed è partito per i Caraibi.
Una vacanza che, dopo l' ultimatum di Noriega - buon ultimo di una serie di accadimenti nefasti verrà forse archiviata dal sindaco come la peggiore della vita.
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