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eddy andrea maccarrone niky vendolaNiki Vendola
Manca solo l’ufficialità, ma la scissione di Sel, dopo le aspre polemiche di ieri, sembra ormai inevitabile. E comincia il fuggi-fuggi. L'ex capogruppo alla Camera, Gennaro Migliore, e Claudio Fava, vicepresidente della Commissione Antimafia, hanno comunicato oggi pomeriggio al presidente del partito, Nichi Vendola, le proprie irrevocabili dimissioni dal partito. Migliore si dice su posizioni oramai "incompatibili con l'appartenenza" a Sel.
La lettera di Migliore. "Si è interrotto", scrive Migliore, "il reciproco rapporto di fiducia che è seguito alla discussione nel gruppo parlamentare sul decreto Irpef e al successivo voto parlamentare. Ieri però è stata messa in discussione, di fatto, non l'espressione di un punto di vista diverso, ma la deontologia di una posizione in seno a una comunità politica: sono stato accusato di "sequestro della linea" politica del partito, appunto. Di essere un sabotatore. Per me si è rotto ieri un vincolo di fiducia".
Le motivazioni di Fava. "Una scelta dolorosa e insieme inderogabile", scrive invece Fava, "Inderogabile per la distanza che ormai separa Sel dal suo progetto originario. La scelta congressuale e le decisioni di questi mesi ci hanno portati ad abbandonare il terreno della nostra sfida politica naturale che era quello del socialismo europeo. Abbiamo preferito una collocazione in Europa e una pratica politica in Italia di forte arroccamento identitario".
Gli altri in fuga. Ma non è finita qui. Perché sarebbero una decina i parlamentari – tra i quali Ileana Piazzoni, Nazareno Pilozzi, Guido Quaranta, Alessandro Zan e Fabio Lavagno – che dovrebbero seguire Migliore e probabilmente la deputata Titti De Salvo. Ancora da stabilire il loro approdo immediato. Potrebbe esserci un primo passaggio al gruppo misto, per poi avviare un percorso unitario verso il Pd.
L'appello di Vendola. "C'è il pericolo che qualche esponente vada via, non che il partito si spacchi. Le scissioni parlamentari sono altra cosa e spero che Gennaro Migliore torni sui propri passi perché gli voglio bene e l'ho considerato come un figlio". Lo aveva detto il presidente Sel, Nichi Vendola, prima dell'annuncio di Fava, arrivando nella sede del partito per partecipare alla segreteria che oggi valuterà il da farsi dopo le dimissioni del capogruppo alla Camera Migliore.
Storia di una spaccatura. Questo pomeriggio, infatti, va in scena l'ennesima resa dei conti interna a Sel, dopo la recente diaspora di parlamentari verso il Pd, l'assemblea di sabato scorso e le fibrillanti riunioni del gruppo di Montecitorio, che hanno determinato una spaccatura tra le due anime del partito, il voto favorevole al decreto Irpef, e le dimissioni del presidente dei deputati, Gennaro Migliore.
NIKI VENDOLA GENNARO MIGLIORE NICKI VENDOLA GENNARO MIGLIORE
La segreteria del partito, dunque, dovrà anche bilanciare i rapporti di forza interni, tra quanti caldeggiano una collaborazione attiva col Pd di Renzi e quanti invece chiedono di restare chiaramente all'opposizione di questo governo.
Il nodo dl Irpef. "E' in corso una discussione che riguarda una parte dei parlamentari e non il corpo diffuso di Sinistra Ecologia e Libertà", aveva detto Vendola prima della segreteria in maniera piuttosto ottimistica. "Credo che abbiamo avuto un chiarimento che possa mettere sul giusto sentiero il nostro partito.
Era del tutto legittimo votare sì" al decreto Irpef "partendo dal fatto che quello che non si può fare è trasformare questo passaggio in un pretesto per entrare nella compagine di governo. Distruggere Sel - ha rilevato ancora - sarebbe uno spreco, perché è una comunità esempio di buon governo".
Ginefra (Pd): "Nuova stagione della sinistra". Dal Pd, intanto, parla il deputato bersaniano Dario Ginefra: "Profondo rispetto per il dibattito interno a Sel, ma è il tempo di inaugurare una nuova stagione per una Sinistra unita e capace di affrontare la sfida della responsabilità e del governo, anche a livello nazionale, contro ogni deriva massimalista.
Mi auguro che Nichi, sia pur in ritardo rispetto a Migliore e Fava, possa assumere questa consapevolezza che è stata, peraltro, alla base delle scelte compiute nel ciclo decennale di governo regionale pugliese che volge al termine, ma che lo ha visto protagonista in prima persona".
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