DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…
Anna Guaita per il Messaggero
Giornata febbrile ieri alla Casa Bianca, con i vertici militari e della sicurezza nazionale chiamati a raccolta. Era il primo giorno di lavoro del nuovo consigliere per la sicurezza nazionale, John Bolton, un falco la cui influenza su Trump in realtà era stata già notata negli ultimi due giorni nei tweet di forte condanna con cui il presidente prometteva che qualcuno avrebbe «pagato» per l'attacco chimico contro i civili di Duma, in Siria.
LA RESPONSABILITÀ
BAMBINI DOPO L ATTACCO CON ARMI CHIMICHE IN SIRIA
Minaccia che ieri pomeriggio la portavoce della Casa Bianca Sarah Huckabee Sanders ha ribadito senza esitazioni, «ci sarà un prezzo da pagare» per l'attacco. Anche lei ha poi ripetuto quel che Trump aveva già detto, e cioè che «la Russia e l'Iran» condividono la responsabilità di questo attacco. Trump, per la prima volta nella sua presidenza, aveva puntato il dito contro Putin, infrangendo la sua stessa politica di lasciare che siano i suoi ministri a punire la Russia, mentre lui cerca di mantenere il rapporto personale con il presidente russo su un livello di amicizia.
Ma dopo l'attacco chimico, Trump ha abbandonato anche quest'ultimo tentativo di amicizia verso il russo: «Sono preoccupato per l'umanità - ha detto -. Non possiamo permettere che queste cosa continuino ad accadere». I vertici militari ieri hanno dunque partecipato alla preparazione di quelle che Trump in persona aveva promesso sarebbero state «decisioni importanti» e che sarebbero arrivate in serata o al massimo questa mattina.
Praticamente tutti si aspettavano qualche massiccia reazione militare, più forte e distruttiva di quella avvenuta l'anno scorso, dopo l'attacco al sarin che era costato la vita a 80 civili. Allora i missili Tomahawk lanciati dai cacciatorpedinieri nel Mediterraneo avevano colpito la base aerea di Al Shayrat da cui erano partiti gli aerei con il gas sarin. Questa volta il Pentagono ha detto di aver preparato una lista «lunga» di possibili obiettivi.
TRE PAESI
BAMBINI DOPO L ATTACCO CON ARMI CHIMICHE IN SIRIA
Una spedizione punitiva alla quale sia i francesi che i britannici avevano detto di voler partecipare. I rappresentanti dei tre Paesi sono stati in stretto contatto sin dalle prime ore seguenti all'attacco di Duma. Il Pentagono non sembrava aver dubbi sui colpevoli dell'attacco al cloro, e tuttavia il presidente ieri ha precisato che la sua Amministrazione stava cercando di fare chiarezza in modo inequivocabile sulle responsabilità: «Stiamo studiando la situazione molto attentamente. Loro sostengono che non hanno condotto l'attacco. Ma che sia stata la Russia, l'Iran, la Siria, o tutti loro insieme, lo scopriremo». All'Onu intanto, su richiesta degli Stati Uniti, veniva presentata un'ennesima proposta di creare una commissione Onu per identificare i responsabili degli attacchi chimici.
IL VETO
missili verso la siria sopra il libano
Una simile proposta era stata già bocciata un mese fa dalla Russia, e anche ieri era evidente che la Russia avrebbe posto il proprio veto. Mosca infatti sostiene di aver già mandato i suoi esperti a Duma, e che questi non hanno trovato tracce di cloro o di altre sostanze chimiche. Per il governo russo si tratta piuttosto di una provocazione manovrata dagli stessi ribelli per causare un intervento americano. Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha anzi avanzato la teoria che ci sia anche lo zampino americano, e che la Casa Bianca non ha affatto intenzione di lasciare la Siria, come Trump aveva annunciato un paio di volte la scorsa settimana, ma intende invece «stabilire un punto di appoggio» in Siria, per restare nella regione.
Quel che è certo è che la guerra siriana diventa se possibile ancor più rovente. All'alba di ieri, 4 f-15 israeliani hanno condotto un raid contro una base aerea vicino a Palmira, nella Siria centrale. Gli aerei militari hanno sganciato otto missili. Ci sono state 14 vittime fra i soldati, tre dei quali erano iraniani. Inizialmente il governo siriano aveva dato la colpa dell'attacco agli Stati Uniti, che hanno però negato. Poco dopo è arrivata la precisazione dei siriani stessi, mentre Israele, com'è sua abitudine, non ha fornito spiegazioni.
LA PERQUISIZIONE
vladimir putin con hassan rohani
Intanto, l'Fbi ha perquisito gli uffici a Manhattan di Michael Cohen, l'avvocato personale di Donald Trump coinvolto nell'accordo di riservatezza con la pornostar Stormy Daniels. Cohen è anche indagato per violazioni dei finanziamenti alla campagna elettorale. Lo scrive il New York Times precisando che la perquisizione è scattata su indicazione del procuratore speciale Robert Mueller che indaga sul Russiagate. Trump: «Situazione scandalosa».
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