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Tommaso Ciriaco Per “Repubblica”
giuseppe espositoALFANO E SCHIFANI enrico costa alfano schifanialfano schifani de girolamo ballano happy al congresso di ncd
E allora cosa chiede?
"Voglio che Ncd diventi un soggetto pronto ad approdare in un centro moderato. Fino ad oggi, invece, l'esperienza del nostro partito è stata sacrificata alla nostra presenza nel governo".
Avete rotto con Berlusconi per partecipare a questo esecutivo.
"Abbiamo fatto cose buone per l'Italia, altre che non sono state il massimo. Adesso però è finita la fase d'emergenza. Dobbiamo uscire dal governo".
Parole pesanti. Quando pensa che dovreste lasciare l'esecutivo?
"Domani. Dobbiamo lasciare il governo e ricostruire l'area moderata".
Una parte del partito non è d'accordo. E anche Alfano nutre dubbi.
"Senta, ci chiamiamo Nuovo centro destra: io resto ancorato con entrambi i piedi nel centrodestra, gli altri non so, magari hanno cambiato idea...".
Non è il caso di attendere almeno luglio, il dibattito sulle eventuali modifiche all'Italicum, e magari anche il referendum costituzionale di ottobre?
"Non dobbiamo aspettare nulla. Noi abbiamo contribuito ad approvare anche buone leggi, ma il referendum non rappresenta un passaggio politico: riguarda i cittadini e non è vincolante per il governo. Possiamo lasciare il governo e poi ciascuno può decidere se stare con il Sì o con il No".
Ma se uscite dal governo, come si regge l'esecutivo? Sarebbe crisi.
"Possiamo anche uscire dal governo e far sì che l'esecutivo resti comunque fino al referendum".
Non credo Renzi accetterebbe.
"Senta, comunque non è un mio problema. Il mio problema era portare l'Italia fuori dal guado. Diciamo che ci siamo riusciti, o quantomeno possiamo dire che adesso il Paese almeno sta galleggiando".
Sulle sue posizioni ci sono otto senatori. Siete una minoranza nel partito, pensa che sia possibile convincerne altri?
"Sono convinto che nel partito si debba aprire una discussione. Solo allora si vedrà se c'è una maggioranza schiacciante o se magari si verifica uno splittamento consensuale tra due posizioni diverse. Sa qual è il problema? Che ormai non siamo più al partito dei leader, ma dei sottoleader. Ognuno parla per se stesso, e non si da spazio al confronto e alla condivisione".
Lei andrà alla riunione del centrodestra che si terrà oggi al Senato, in nome del No al referendum?
"Sì, anche se penso sia un errore legare questo incontro al No al referendum. Vado per ascoltare e per comprendere le posizioni. Vado per partecipare alla riflessione sul centrodestra".
Tutto questo mentre Alfano è sotto i riflettori dei media, dopo l'inchiesta che ha lambito il padre del ministro e il fratello per l'assunzione alle Poste. Tutto questo influirà sulle scelte del leader, rispetto alla permanenza di Ncd al governo?
"Alfano è inutilmente sotto i riflettori, perché sono convinto che non c'entri nulla in questa storia. E' fango nel ventilatore. Detto questo, non penso che i fatti personali possano influire sulle scelte politiche".
Dal blog di Giuseppe Esposito
Cosa farà NCD?
Guardo al dibattito che finalmente, come da me auspicato, si è innescato – almeno a mezzo stampa- sul futuro di Ncd dopo l’ormai manifesta irrilevanza elettorale del partito. Certo sono voci contrastanti. Chi parla e scrive di andare organicamente a sinistra, chi vuole andare a destra e chi vuole rilanciare il Nuovo CentroDestra.
Maurizio Lupi ieri, per esempio, ha annunciato tramite Facebook che ad ottobre, dopo il referendum, Ncd uscirà dal governo, Alfano parla di una ipotesi di scuola che ne inizieremo a discutere a ottobre. Cicchitto e Pizzolante sono per chiudere con Renzi un accordo politico. Non vorrei che tutti questi annunci fossero soltanto un pretesto per guadagnare un po’ di tempo.
E poi, riflettevo, ma ad ottobre dopo il referendum si dovrà votare sicuramente la finanziaria.
Cosa farà Ncd? L’approvazione del bilancio dello Stato sarà una scusa ulteriore per ritardare l’uscita dal governo?
Tutte queste decisioni, questi auspici e questi proponimenti devono essere decisi in questo modo? Oppure il partito ha ancora degli organismi in cui decidere collegialmente il proprio futuro che non possono essere autoreferenziale come la riunione fatta dai governativi l’altra sera.
In attesa che qualcuno batta un colpo, io sono qui, attendo.
Per dirla con Nanni Moretti, per far comprendere quanto sia surreale questo dibattito:
“Mi si nota di più se resto al governo o se ne parlo soltanto?”
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