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SLITTA A SETTEMBRE LA VENDITA DELLO STADIO SAN SIRO A INTER E MILAN E IL 10 NOVEMBRE SCATTERA’ IL VINCOLO DEI 70 ANNI SUL SECONDO ANELLO DEL MEAZZA CHE RENDERA’ PRATICAMENTE IMPOSSIBILE LA DEMOLIZIONE DELL’IMPIANTO – BEPPE SALA VUOLE CHE AI PRIMI DI SETTEMBRE ARRIVI IN GIUNTA LA DELIBERA DI VENDITA. DOPO UN PAIO DI SETTIMANE LA PAROLA PASSERA’ AL CONSIGLIO COMUNALE, DOVE NON SONO POCHI I MAL DI PANCIA. SE IL VOTO SARÀ FAVOREVOLE, MILAN E INTER DOVRANNO CORRERE DALLE BANCHE PER FORMALIZZARE IL MEGA-INVESTIMENTO DI OLTRE UN MILIARDO DI EURO, IMPOSSIBILE SENZA IL VIA LIBERA DA PARTE DEL COMUNE -AI PRIMI DI OTTOBRE SI POTREBBE ARRIVARE ALLA FIRMA DEL ROGITO. QUESTO NEI DESIDERATA DEI CLUB E DI SALA. SENZA PERÒ METTERE IN CONTO, INCHIESTE, ESPOSTI, POLEMICHE E CONTESTAZIONI…

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Estratto dell’articolo di Maurizio Giannattasio per il “Corriere della Sera”

 

beppe sala

[…] Slitta a settembre la vendita di San Siro. La data del 10 novembre, giorno in cui scatterà il vincolo dei 70 anni sul secondo anello del Meazza, si avvicina a grandi falcate, rendendo praticamente impossibile la demolizione della Scala del calcio e di conseguenza anche la costruzione di un nuovo impianto a pochi metri di distanza. Il sindaco Beppe Sala non è disponibile a mollare il colpo.

 

Soprattutto adesso che si era quasi arrivati alla stretta finale con le squadre vicine a chiudere l’accordo dopo cinque anni di polemiche, abbandoni e ritorni di fiamma.

MILANO - STADIO GIUSEPPE MEAZZA

L’ufficialità del rinvio l’ha data lo stesso sindaco nel suo discorso all’aula: «Dobbiamo riavviare da settembre il percorso consigliare relativo allo stadio, con l’obiettivo di rispettare i tempi che il progetto richiede». Palazzo Marino ha tracciato una nuova roadmap: ai primi di settembre arriva in giunta la delibera di vendita.

 

Dopo un paio di settimane la parola passa al Consiglio comunale, dove non sono pochi i mal di pancia. Se il voto sarà favorevole, Milan e Inter dovranno correre dalle banche per formalizzare il mega-investimento di oltre un miliardo di euro, impossibile senza il via libera da parte del Comune.

beppe sala

 

Altre due settimane e ai primi di ottobre si potrebbe arrivare alla firma del rogito. Questo nei desiderata delle squadre e di Sala. Senza però mettere in conto, inchieste, esposti, polemiche e contestazioni. Quelle che hanno disseminato ogni passaggio della vicenda San Siro.

 

A partire dal primo giorno nell’ormai lontano 2019, quando alla conferenza stampa di presentazione del nuovo impianto, le squadre hanno fatto leva sulla legge stadi. Oltre al nuovo impianto c’era (e c’è tutt’ora) l’intenzione di realizzare un distretto multifunzionale provvisto di centro commerciale, uffici, albergo e torre. Un indice volumetrico da far invidia a Kuala Lumpur: lo 0,63 contro lo 0,35 previsto dal Piano di governo del territorio. È l’inizio di un braccio di ferro senza fine, ma è anche la madre di tutte le proteste e gli esposti dei comitati dei cittadini.

curva milan stadio san siro

 

Nonostante i paletti messi dal Comune e la riduzione delle volumetrie allo 0,35, l’accusa è sempre la stessa: quella delle squadre e dei fondi americani è una speculazione edilizia e Palazzo Marino sta svendendo un bene storico della città. Senza la consapevolezza che un rapporto a tre, Comune, squadre e cittadini può richiedere alleanze variabili e opportunità da cogliere al volo per frenare interessi e appetiti da parte dei privati. […]

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