FLASH! - IL DAZISTA TRUMP, PER SPACCARE L'UNIONE EUROPEA A COLPI DI TARIFFE SUI PRODOTTI ESPORTATI…
Luca De Carolis per “Il Fatto Quotidiano”
Bologna come Cannes, la festa dell’Unità come un red carpet. Alle 21 della sera arriva Maria Elena Boschi, e la manifestazione finora soporifera si anima dei flash dei fotografi. Decine, tutti a inseguire il sorriso del ministro alla sua prima festa nazionale del Pd, per un dibattito sulle riforme con Gaetano Quagliariello. “Ma è la prima solo come politica, ci sono sempre andata alle feste del partito” assicura subito la renziana, impermeabile chiaro, vestito blu e ballerine.
Una diva, con i volontari a guardarla con gli occhi spalancati dalla curiosità e il signore che la rincorre nella calca per invocare un selfie di coppia. È lei l’attrazione di una giornata iniziata con un dibattito da larghe intese. Sul palco, di fronte a 30 persone, Lorenzo Guerini, Giovanni Toti, Maurizio Lupi e Riccardo Nencini. Toti è il primo ad arrivare, due ore prima: “Credevo l’incontro fosse alle 16”. Il vicesegretario nonché reggente del Pd Guerini risponde al Bersani che dalla festa aveva invocato distinzione tra le figure di segretario e premier: “La coincidenza è prevista dallo statuto. È finito il tempo dei caminetti, ora la discussione si fa nelle sedi proprie: dall’inizio dell’anno abbiamo fatto 11 direzioni. In autunno ci sarà un approfondimento sul partito”.
Chiedono a Lupi delle critiche degli ambientalisti allo sblocca Italia. Risposta surreale: “Noi dipendiamo energeticamente dagli altri, ora potremo finalmente aumentare le estrazioni petrolifere in Basilicata e nelle altre regioni”. Dal palco Guerini difende il patto del Nazareno: “Ci ha fatto superare tanti veti, rivendico la brutalità dell’inizio. E poi non ha postille segrete, tocca solo legge elettorale e riforma costituzionale”. In un fiorire di “Giovanni, Maurizio, Lorenzo”, Toti cinguetta: “Sono molto affezionato al metodo Nazareno, si sta tutti attorno a un tavolo”. Essendo anche “opposizione”, come ricorda ai distratti, aggiunge che “gli 80 euro non hanno rilanciato i consumi” e che le riforme di Renzi sono “poco coraggiose”.
Segue dibattito sulla green economy. Dovrebbe esserci anche Simona Bonafé, ma l’europarlamentare marca visita (contrattempo dell’ultimo minuto, raccontano). E allora la serata è tutta dell’altra renziana doc, la Boschi. Arriva dalla festa dell’Unità di Ravenna. Scesa dall’auto blu, saluta uno a uno i poliziotti con stretta di mano. Trova il muro umano di fotografi e telecamere, e per un attimo si spaventa. Le chiedono delle primarie in Emilia Romagna, con i renziani Bonaccini e Richetti l’uno contro l’altro. Schiva: “Il nostro è un partito di persone in gamba, decideranno le primarie chi è il candidato”.
Celebra: “Siamo un governo che mantiene gli impegni, diamo scadenze verificabili”. Sul palco si toglie l’impermeabile. E apre a lievi correzioni sulla riforma costituzionale: “Alla Camera si potrà discutere delle modalità di elezione del presidente della Repubblica, c’è chi chiede modifiche sul Titolo V. Ma l’impianto generale non cambierà”. E il dissenso, anche dentro il Pd? “Non mi preoccupa, abbiamo i numeri. Non cederemo all’ostruzionismo e ai ricatti di chi vuole lasciare le cose così come sono”. Applausi.
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