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SOTTO SOTTO, IL DUCETTO CI SPERA: DI TORNARE A PALAZZO CHIGI – IN PUBBLICO BOLLA L’IPOTESI COME “IMPROBABILE”, MA CONTA DI SEGUIRE LE ORME DELLA MERKEL. SOPRATTUTTO SE LE CONSULTAZIONI AL QUIRINALE VANNO PER LE LUNGHE – RENZI ALLE PRESE COL REBUS BONINO
Marco Conti per il Messaggero
«Quest'idea di tornare a Palazzo Chigi mi sembra più improbabile di un'intervista alla Tass». Sono ormai settimane che Matteo Renzi ripete di non essere «ossessionato» dall'idea di tornare a fare il presidente del Consiglio. Ieri, parlando alla stampa estera, il segretario Dem si è schermito di nuovo sostenendo che «la responsabilità di ciò che accadrà il giorno dopo è del presidente della Repubblica».
Sarà Sergio Mattarella a decidere a chi dare l'incarico, ma l'obiettivo su cui il segretario del Pd ha insistito anche ieri - «avere dopo il 4 marzo il primo gruppo parlamentare» - rivela come il sogno non sia ancora finito del tutto nel cassetto.
RENZI INSTAGRAM renzi palazzo chigi
Lo schema che potrebbe riportare Renzi a palazzo Chigi ricalca più o meno quello che ha permesso ad Angela Merkel di lavorare per mettere insieme la grande coalizione che la dovrebbe confermare alla Cancelleria. Anche la Merkel è uscita dalle elezioni di settembre senza numeri sufficienti per mettere su un governo e ha allargato la coalizione ai socialisti, ma senza che mai si sia messo in discussione il suo ruolo.
Renzi spera che accada la stessa cosa il 4 marzo grazie agli eletti del Pd e ai possibili contributi che potrebbero arrivare dalle liste satelliti che, se sopra l'1%, conferiscono i voti ai partiti della coalizione che superano il 3%. La Civica Popolare di Beatrice Lorenzin e Insieme dei socialisti e del verde Bonelli dovrebbero assolvere al ruolo di collettore di consensi da rimettere nelle mani di Renzi. Sempre sondaggi alla mano qualche problema al piano renziano potrebbe però arrivare da +Europa della Bonino che viene data vicina alla soglia anche se tra i Radicali c'è chi ricorda come si concluse nel 2006 l'esperienza della Rosa nel Pugno.
Raccogliere dagli alleati 4-5 punti significa per Renzi aumentare non di poco i gruppi parlamentari composti per lo più da fedelissimi che, se tutto andrà come spera, si muoveranno in Parlamento come un'unica falange.
Renzi in questa campagna elettorale ci sta mettendo la faccia ben oltre i compiti che spettano ad un segretario di partito e mostra di volersi giocare tutto pur di ottenere una sorta di rivincita dopo la sconfitta referendaria. La campagna elettorale va avanti tra accuse e veleni, ma Renzi non è il solo a pensare che saranno decisivi gli ultimi dieci giorni e che l'elettore indeciso farà la sua scelta all'ultimo momento.
RENZI COL GELATO A PALAZZO CHIGI
Alla rimonta - per agguantare quei due-tre punti decisivi per certificare quanto meno il pareggio con il Pd guidato da Bersani - il segretario Dem ci crede e la ritiene a portata di mano. E' convito che la rimborsopoli grillina, più che spostare voti, stia disorientando i vertici del Movimento e li esponga ad altri errori. Ciò che invece preoccupa il segretario Dem sono le percentuali della Lega, la difficoltà che per la prima volta ha Silvio Berlusconi a staccare l'alleato in maniera netta.
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