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Claudia Guasco e Renato Pezzini per "Il Messaggero"
Dal 16 ottobre la vita dei membri dell'organizzazione è cambiata. Almeno in prospettiva. Aprono cassette di sicurezza in un paio di banche, tra cui il Credito Cooperativo di Buguggiate in provincia di Varese dove ha il conto il Trota Renzo Bossi, parlano di trasferire il denaro in Svizzera. Che si tratti di una somma rilevante, scrive il gip Paola Di Lorenzo nell'ordinanza, «emerge dall'accoratezza del Tranquilli» quando apprende che l'operazione non è andata in porto. Arrivati alla banca, infatti, trovano il cartello «Chiuso per rapina», stratagemma degli investigatori per impedire loro di accedere al denaro.
LA FERRARI 458
L'sms a Leoni è disperato: «La mia famiglia, la mia azienda e tutti i nostri sacrifici sono nelle tue mani. Non ti dico niente di più, fraté». Tranquilli aveva ordinato una Ferrari 458 Spider, «verosimilmente contando di avere a breve la disponibilità di un'ingente somma di denaro».
Francesco Leone, secondo i magistrati, è il capo operativo dell'organizzazione, mette insieme il gruppo e irrompe a casa Spinelli a sequestro avvenuto per proporre l'accordo. Ma come arriva al ragioniere? La sua è un'iniziativa autonoma o qualcuno l'ha suggerita? In effetti c'è un filo rosso che lega Leone a Bari e al presunto giro di escort reclutate da Giampaolo Tarantini per le serate con Berlusconi. Leone infatti è stato affiliato per tredici anni alla Sacra corona unita, nel clan della famiglia Parisi, all'interno della quale ha fatto carriera assumendo i gradi di «picciotteria, camorrista, sgarrista e infine santista».
L'AMICA DI TARANTINI
Depositata agli atti dai magistrati baresi c'è una telefonata in cui il figlio del boss, Radames Parisi, parla con Barbara Montereale, quella che si fece le foto nei bagni di Palazzo Grazioli. «Vado a fare immagine per la cena di Berlusconi», annuncia la ragazza. «E ci vuoi andare?», chiede Parisi. «No, non è che ci voglio andare. Però qua escono cose buone».
à sempre Leone che, nella lunga notte dagli Spinelli, detta le regole: si fuma in bagno e si gettano i mozziconi nel water, i coniugi vanno trattati con gentilezza tant'è che uno degli uomini li copre quando vanno a letto, la mattina c'è chi serve il caffè alla signora.
LA TELEFONATA A BERLUSCONI
Ma quando è il momento di trattare, Leone è pressante. «La prima telefonata a Berlusconi l'ho fatta alle 7,30, ma era troppo presto, mi ha risposto la guardia e mi ha detto di chiamare dopo le 8,10», mette a verbale il ragioniere il 18 ottobre. «Io mi spesi molto con il Cavaliere dicendo che si doveva fidare di me, che quello che avevo visto era valido e che conveniva pagare per ottenere questo filmato», spiega Spinelli. Berlusconi capisce che qualcosa non va e taglia corto: «Le faccio telefonare dall'avocato Ghedini, e la telefonata finì lì».
Il legale però, a quanto riferisce l'ex tesoriere, si mette di traverso: «Mi rispose che se la vicenda era quella che si era prospettata tutto si sarebbe fatto alla luce del sole, stipulando un acquisto di questo materiale attraverso un corrispettivo da concordare, ovviamente dopo aver verificato l'autenticità dei filmati, il cui contenuto dicevo di aver visto anche se in realtà non avevo visto niente». I sequestratori non la presero bene e il capo, «piuttosto seccato, disse che andavano via, di non fare scherzi». Si fecero vivi verso le 15, quando Spinelli tornò da Arcore, fece le valigie e con la moglie venne fatto scortare dall'ex premier in una località segreta. Da quel momento il ragioniere non li ha più visti nè sentiti.
ROSARIO E PREGHIERE
A descrivere ai magistrati il terrore vissuto nella sua notte da ostaggio è Anna Rasconi, moglie di Spinelli. Quel pomeriggio riceve due telefonate sospette che la mettono in ansia, perciò abbassa le tapparelle e inserisce l'allarme. Quando i rapitori aggrediscono il marito «ho pensato che ci avrebbero ammazzato», poi però recupera lucidità e si imprime nella mente dettagli e conversazioni. Che poi riferisce ai pm: «Uno dei due a un certo punto mi ha detto: «Stia tranquilla signora, anch'io ho una mamma». Ricordo anche che uno dei due ha pronunciato più o meno la seguente frase: «E' un mondo di m... e queste cose non andrebbero fatte». A un certo punto io ho tirato fuori un rosario che avevo a portata di mano, e io e mio marito abbiamo cominciato a pregare. Uno dei due aggressori, quello più gentile, mi ha detto: "Anch'io sono credente"».
LE ARMI
Il 12 novembre gli investigatori intercettano una conversazione tra Leone e Maier, nella quale il capo chiede: «Le hai sistemate le cose là in casa?». E Maier rassicura: «Le ho messe via, una ho visto che è tutta rovinata». Leone si allarma: «Cioè». Spiega il compagno: «C'erano dei segnetti sulla parte sopra, magari è stata poggiata su un punto dove grattava». Riflessione di Leone: «Vabbè, sarà andato a fà qualche rapina e l'hanno messa sul bancone: «Datemi i soldi o di qua non me ne vado».
LA BANDA DEL RAPIMENTO SPINELLI la banda che ha sequestrato spinelli Gli inquirenti che indagano sul caso Spinelli FRANCESCO LEONE CAPO DELLA BAND CHE HA RAPITO SPINELLI GIAMPAOLO TARANTINI RADAMES PARISI PRIMO A SINISTRA jpeg
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