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Francesco Nardini per “milanofinanza.it”
Il governo si appresta a riunire il Consiglio dei ministri domenica pomeriggio per varare un decreto sui salvataggi bancari. Secondo quanto riferito da tre fonti vicine alla situazione all'agenzia Reuters, il decreto, di cui non si conoscono i dettagli, avrebbe per oggetto i salvataggi bancari.
Il provvedimento, che secondo una delle fonti sarebbe oggetto di discussione tra il governo, Banca d'Italia e i vertici delle principali banche, avrebbe anche l'obiettivo di costituire lo strumento normativo adatto per accelerare i tempi di intervento.
La misura sarà applicabile anche ai casi delle quattro banche commissariate: Banca Marche, Cari Ferrara, Banca Etruria e Cari Chieti. Proprio lo scorso mercoledì, il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, dopo la riunione del comitato esecutivo dell'associazione bancaria, ha dichiarato che le banche italiane sono talmente determinate a realizzare i salvataggi dei quattro istituti in crisi che hanno deciso unanimemente di destinarvi 2 miliardi di euro di risorse private.
lauro costa massimo bianconi banca marche
"Più che pagare di tasca propria, cosa si possono inventare? Lo vogliamo fare subito, entro l'anno. Se non ci fosse questa determinazione", ha sbottato Patuelli, "il fondo interbancario non avrebbe già fatto da otto mesi tutte le delibere del caso". Il numero uno dell'Abi ha anche avvertito di essere pronto a un ricorso, qualora l'Ue decidesse di vietare il salvataggio di questi istituti con il fondo interbancario.
Per di più non è escluso che il decreto che il Consiglio dei ministri si appresta a varare possa anche toccare la questione del mercato delle sofferenze bancarie per le quali il governo sta cercando una soluzione di sistema. Nel mese di settembre, infatti, stando a quanto emerso dal bollettino mensile dell'Abi, le sofferenze lorde hanno superato i 200 miliardi di euro con un'incidenza sul totale dei prestiti salita ai massimi da 20 anni.
antonio patuelli premia gianni zonin
Le sofferenze hanno rappresentato, a settembre, il 10,5% del complesso degli impieghi: a fine 1996 l'incidenza era pari al 9,9% mentre, a dicembre 2007, prima dell'inizio della crisi, il rapporto era al 2,8%. Una crescita, quella delle sofferenze, che non accenna a rallentare. E' infatti proseguita ininterrotta da diversi anni: tra settembre 2014 e settembre 2015 i prestiti più a rischio sono aumentati di 23,5 miliardi di euro e, solo in un mese, di 2 miliardi.
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