DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Marco Antonellis per "Italia Oggi"
Di Battista contro Draghi (e Di Maio); chi la spunterà? Alessandro Di Battista si è fatto sentire dalle pagine del Fatto: «Credo che a Luigi interessi più salvaguardare il suo potere personale che la salute del Movimento». Come a tutti i politici, del resto. «Conte è l'ultimo arrivato nel M5S, per così dire. Se il capo politico fosse stato Di Maio, Draghi sarebbe stato il presidente della Repubblica. E io, che non avrei votato Mattarella, proprio come hanno fatto gli ex del M5S, reputavo Draghi al Colle lo scenario peggiore».
Fin qui Di Battista. Ma nelle chat grilline già da qualche giorno molti parlamentari avevano cominciato a dubitare esplicitamente delle capacità di leadership di Giuseppe Conte tanto che dopo il voto per il Colle avevano in animo di fare un documento per chiedere a Giuseppi di farsi da parte dal ruolo di capo politico e tornare a un organo collegiale. Cosa che ovviamente non aveva fatto piacere a Conte anche perché la cosa era destinata a finire sulla scrivania di Beppe Grillo.
Ma che sta succedendo veramente nei 5Stelle? C'è un piano di Conte per riportare dentro Alessandro Di Battista (a scapito di Di Maio, ca' va sans dire) e per rompere l'asse di centrosinistra con il Pd tornando così al Movimento delle origini. Perché queste sono le condizioni poste da Di Battista per rientrare nel M5s: rompere con i dem e soprattutto mollare al suo destino il governo Draghi. Il piano prevede anche il ritorno alle elezioni anticipate con buona pace del «bispresidente» Sergio Mattarella che di elezioni anticipate non ne vuole sentire parlare.
CONTE DI MAIO E DI BATTISTA SUI TALEBANI
E Beppe Grillo che ne pensa? È perfettamente a conoscenza dei fatti e a differenza di Dibba, però, vuole continuare l'alleanza di centrosinistra con i dem. Non si placano infine le polemiche sulla candidatura di Elisabetta Belloni.
In prima battuta a scontrarsi con i diktat del M5S è stata la deputata Francesca Troiano che, nonostante l'ordine di scuderia di astenersi, rispose alla chiama suffragando la candidatura della Belloni sulla quale c'era un'apertura anche da parte di Meloni e Salvini e dello stesso guru del Movimento Beppe Grillo che twittò «Benvenuta Signora Italia, ti aspettavamo da tempo. #ElisabettaBelloni». Il dietrofront di Di Maio ha poi lasciando Troiano come unica supporter della candidatura.
«Il voto alla Belloni - spiega la deputata Troiano - è il risultato di una riflessione politica utile all'Italia. Credibilità internazionale e stabilità interna. Il profilo e il prestigio internazionale della Belloni garantivano entrambi gli obiettivi. Il mio voto alla Belloni era per significare il ruolo parlamentare e il pieno rispetto a quell'elettorato che mi ha chiesto di rinnovare il sistema partitocratico. La vera torsione istituzionale compiuta con il secondo mandato a Mattarella è il tema in discussione. Nessuna norma costituzionale e di legge nega la possibilità di eleggere il direttore del dis.
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