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Mattia Marzi per “il Messaggero”
Dimmi chi canta al tuo insediamento e ti dirò che presidente sarai. Sarà Lady Gaga il 20 gennaio, giorno in cui Joe Biden si insedierà come nuovo presidente degli Stati Uniti, a guidare la grande mobilitazione dello showbiz americano in favore di Sleepy Joe. La 34enne popstar di origini italiane interpreterà l' inno nazionale americano, The Star-Spangled Banner, nel corso della cerimonia che si svolgerà al Campidoglio di Washington. La notizia è stata confermata dalla stessa Stefani Germanotta - questo il vero nome della cantante - sui suoi canali social ufficiali: «Sono profondamente onorata», ha scritto.
Alla cerimonia - evento mediatico da sempre tra i più seguiti della politica americana - sarà presente anche Jennifer Lopez, mentre il due volte premio Oscar Tom Hanks (vinse la statuetta come miglior attore nel 94 per Philadelphia e nel 95 per Forrest Gump) lo stesso giorno condurrà Celebrating America, uno show serale trasmesso da tutti i principali network televisivi statunitensi, con la partecipazione di star del pop e del roc«k internazionale come Bruce Springsteen, i Foo Fighters, Jon Bon Jovi, John Legend, Justin Timberlake e Demi Lovato.
IL CONFRONTO CON IL 2017
La lista degli ospiti è destinata ad allungarsi. Mica come nel 2017, quando l' allora presidente eletto Donald Trump e il suo staff dovettero bussare a mille porte prima di ricevere un sì dopo tanti, tantissimo no: si tirarono indietro Elton John, i Beach Boys, Andrea Bocelli, mentre il leader della rock band britannica dei 1975 Matt Healy si disse disposto a suonare per il tycoon solo in cambio di un milione di dollari.
Il comico Alec Balwin, che durante la campagna elettorale del 2016 aveva più volte imitato Trump, si offrì scherzosamente per cantare Highway To Hell degli AC/DC (letteralmente: autostrada per l' inferno). Se per il secondo insediamento di Obama, nel 2013, a cantare l'inno nazionale era stata nientemeno che Beyoncé, star della black music internazionale, alla fine the Donald dovette accontentarsi della mezzosoprano statunitense Jackie Evancho, all'epoca sedicenne, salita alla ribalta da bimba prodigio nel 2010 partecipando ad America's Got Talent.
Di star come Bob Dylan (nel 93 cantò Chimes Of Freedom per l' insediamento di Bill Clinton), Ricky Martin (nel 2001 si esibì alla cerimonia di George W. Bush), Aretha Franklin (nel 2009 commosse la sua My Country tis of Thee all' insediamento di Obama), figurarsi, nemmeno l' ombra.
Solo Obama, prima di Biden, era stato capace di attrarre così tante star ad una cerimonia di insediamento: oltre alla voce di Think e all' ex Destiny' s Child accettarono di dare il loro contributo anche Springsteen (memorabile la sua The Rising nel 2009), Stevie Wonder, gli U2, Alicia Keys, Jay Z. Tra le star della musica, Lady Gaga - che cantò l' inno americano già nel 2016 in occasione del SuperBowl, la finale del campionato di football americano - è stata una delle più ferventi sostenitrici di Joe Biden.
Nelle settimane che hanno anticipato l'election day del 3 novembre scorso la cantante ha fatto di tutto per incitare i suoi fan (il suo account Twitter ufficiale conta 83,2 milioni di follower, su Instagram la seguono in 45,7 milioni, mentre sono 54,7 i mi piace alla sua pagina Facebook) ad andare a votare per mandare a casa Trump.
Alla vigilia del voto raggiunse pure Joe Biden a Pittsburgh, in Pennsylvania, per esibirsi sul palco del suo comizio: «Siete il più grande atto di gentilezza e di coraggio che l' umanità abbia mai visto», scrisse al presidente eletto e alla sua vice Kamala Harris commentando la vittoria su Trump.
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